Le azioni Apple quest'anno hanno perso circa il 25% a Wall Street, corrispondente a una riduzione della capitalizzazione di 800 miliardi di dollari. Negli ultimi mesi il colosso di Cupertino ha dovuto fronteggiare i blocchi produttivi nella fabbrica cinese di Foxconn Technology, il principale fornitore di Apple, ostacoli alla catena di approvvigionamento e le indagini da parte delle autorità antitrust di tutto il mondo (soprattutto in riferimento al funzionamento dell'App Store).
Questi fattori hanno fortemente penalizzzato la performance in quest'ultimo trimestre del 2022 che, se in genere rappresenta il migliore per il produttore di iPhone, quest'anno rischia di essere uno dei peggiori degli ultimi decenni in termini di fatturato. Il problema è che le prospettive per l'anno prossimo non sono così rosee, alla luce del fatto che i vincoli alla catena di approvvigionamento probabilmente rimarranno ed un peggioramento del contesto macro è altamente probabile.
Apple: perché gli investitori comprano le azioni
Tutti questi venti contrari hanno colpito indubbiamente le azioni in Borsa di Apple, ma se si fa un confronto con le altre big tech, quest'anno
l'azienda guidata da Tim Cook ha fatto meglio a Wall Street. Infatti, a fronte di una perdita di Apple del 25,45%, si registra un calo del 65,96% di Meta Platforms, del 49,06% di Amazon, del 38,94% di Alphabet e del 28,51% di Microsoft.
Questo differente andamento è dovuto a quattro punti fondamentali. Il primo riguarda i profitti di Apple. L'azienda di Cupertino è quella che produce più utili e gli investitori vogliono comprare la società più profittevole.
Il secondo punto è legato all'utilizzo dell'enorme liquidità dell'azienda. Nell'ultimo quinquennio Cupertino ha generato una cassa di 454 miliardi, che ha restituito in parte agli azionisti tramite dividendi e soprattutto operazioni di buyback. Questo significa che non ha effettuato spese per fare acquisizioni onerose che avrebbero potuto mettere in difficoltà le casse aziendali e rischiato di infrangersi contro il muro delle autorità antimonopolistiche.
Il terzo punto si basa sulle aspettative per i guadagni futuri. Gli analisti di Wall Street stimano per il 2023 una crescita del 2% degli utili, a fronte di un calo generalizzato delle previsioni per il settore tecnologico.
Il quarto punto fa riferimento alla fedeltà dei clienti. Non è solo una questione legata agli iPhone. I clienti si affezionano a tutta una serie di prodotti che vanno dagli iPad, ai computer MAC, agli orologi, oltre a un numero di servizi come il cloud storage e le app relative a questi dispositivi. E tutto ciò riguarda sia i clienti retail che quelli più facoltosi.