Temu e Shein, le popolari piattaforme di e-commerce a basso costo nate in Cina, stanno spostando il loro focus verso l’Europa. Questo cambio di rotta arriva in seguito a un drastico calo delle attività negli Stati Uniti, dovuto a nuove politiche commerciali sfavorevoli.
In particolare, la fine dell’esenzione doganale per i piccoli pacchi e l’introduzione di dazi fino al 54% hanno colpito duramente i loro modelli di business. Per cercare nuove opportunità, i due colossi hanno incrementato la loro presenza nel mercato europeo, considerandolo ora strategico per la crescita futura.
Nuove barriere regolamentari in Europa e Regno Unito
Sebbene l’Europa rappresenti un mercato potenzialmente fertile, Temu e Shein stanno già affrontando ostacoli simili a quelli incontrati negli Stati Uniti. In particolare, l’Unione Europea sta preparando una nuova tassa forfettaria di 2 euro sui piccoli pacchi che prima erano esenti da dazi doganali, un cambiamento che potrebbe limitare la competitività delle piattaforme.
Secondo gli esperti, questa misura non è solo simbolica, ma un’azione mirata a frenare la crescita incontrollata del commercio elettronico ultra-economico, costringendo i player ad adattarsi a un ambiente più regolamentato e trasparente.
Investimenti e crescita nel Vecchio Continente
Nonostante le difficoltà, Temu e Shein stanno investendo massicciamente in Europa. Aumentano le spese pubblicitarie, in particolare in Francia, Germania e Regno Unito, e potenziano le infrastrutture logistiche per accorciare i tempi di consegna.
I dati di Consumer Edge Research indicano che nel mese di maggio la spesa dei consumatori è cresciuta del 63% nell’UE per Temu, mentre Shein ha visto aumenti del 42% nel Regno Unito. Questi numeri contrastano con il calo registrato negli Stati Uniti, dove Temu ha perso il 36% e Shein il 13% rispetto all’anno precedente, segno di una migrazione degli utenti verso brand tradizionali e retailer fast fashion più consolidati.
Il rischio normativo si fa più concreto
Tuttavia, l’ambiente normativo europeo si sta rivelando sempre più complesso per Temu e Shein. In Francia, ad esempio, è in discussione una legge “anti-fast fashion” che prende di mira direttamente le piattaforme ultra-economiche per il loro impatto ambientale.
Inoltre, la BEUC (l’organizzazione europea dei consumatori) ha presentato denunce contro entrambe le aziende per l’utilizzo di pratiche manipolative che incentivano il consumo eccessivo. Anche la Commissione Europea ha avviato indagini su possibili violazioni del diritto dei consumatori, invitando Shein a conformarsi alle normative già in vigore.
Le sfide etiche e il peso della sostenibilità
Oltre alle questioni commerciali, Temu e Shein sono sotto osservazione per presunte violazioni dei diritti umani nelle loro catene di fornitura. Negli Stati Uniti, Temu è stato accusato di non rispettare l’Uyghur Forced Labor Prevention Act, che vieta l’importazione di prodotti realizzati con lavoro forzato nella regione cinese dello Xinjiang.
In Europa, il panorama normativo si sta rafforzando attraverso la Corporate Sustainability Due Diligence Directive, che imporrà alle aziende obblighi stringenti in materia di diritti umani e sostenibilità ambientale. Temu e Shein dovranno quindi adeguarsi a standard molto più severi se vorranno continuare a operare nel mercato europeo.
Crescita possibile, ma a caro prezzo
Nonostante le crescenti pressioni normative, Temu e Shein vedono ancora nell’Europa un’opportunità di espansione significativa. Tuttavia, questo potenziale dovrà confrontarsi con requisiti di conformità sempre più rigidi.
Secondo gli analisti, l’Europa rappresenta un banco di prova per il futuro dell’e-commerce globale, dove la sostenibilità e il rispetto delle regole saranno centrali tanto quanto il prezzo e l’efficienza logistica. In questo contesto, le due piattaforme dovranno trasformare radicalmente il loro modello operativo per evitare di essere escluse da uno dei mercati più regolati del mondo.