A dispetto di un contesto macroeconomico sfidante e di un quarto trimestre influenzato dalla recrudescenza del Covid-19 in Cina, il 2022 ha registrato valori molto positivi per il settore della moda. Secondo i dati preconsuntivi contenuti nel “Report sulle Maggiori Aziende Moda Italia” realizzato da Mediobanca, nell’anno che si è da poco concluso il giro d’affari nominale del comparto è salito del 20% (82 miliardi di euro, +21% sul 2019).
A trainare i ricavi del settore moda sono state le vendite all’estero, in accelerazione del 24% sul 2021. In progressione anche gli investimenti, che dovrebbero aver registrato un +35%. Lo studio ha preso in esame le dinamiche delle 152 maggiori società della moda con sede in Italia e fatturato individuale superiore a 100 milioni di euro.
Settore Moda: Prada si conferma al top, l’alta gamma spinge la redditività
Quello della moda rappresenta un settore che già nel 2021, quando il giro d’affari delle 152 maggiori aziende della moda ha totalizzato 68,6 miliardi di euro (+32,7% sul 2020), aveva superato dello 0,9% i livelli pre-pandemici.
Al primo posto per ricavi si conferma Prada (3,4 miliardi) che precede Luxottica Group (3,2 miliardi), consolidata dalla multinazionale EssilorLuxottica, e Calzedonia Holding (2,5 miliardi). Seguono Moncler e Giorgio Armani con un giro d’affari di 2 miliardi ciascuno.
I prodotti di alta qualità continuano a premiare la redditività, con l’alta gamma che ha chiuso il 2021 con un Ebit margin del 10,8%, il 46% al di sopra dei valori dei produttori mass market (7,4%). Il podio per redditività vede al primo posto Fendi (32,8%), davanti a Renato Corti (29,5%) e Gingi (29,2%, principale marchio Elisabetta Franchi).
In rimbalzo del 46,4% sul 2020 gli investimenti che superano dell’8,9% i livelli pre-crisi (330 milioni in più sul 2019).
La moda e la Borsa
La moda italiana è lontana dai riflettori della Borsa, solo il 17,5% del fatturato aggregato (12 miliardi di euro) è prodotto dalle undici società quotate del panel: Aeffe, Basicnet, Brunello Cucinelli, Lir-Geox, Moncler, OVS, Piquadro, Prada (quotata a Hong Kong), Safilo Group, Salvatore Ferragamo e Tod’s.
Dopo il rimbalzo del dicembre 2021 (+29,4% sul 2020), la capitalizzazione a fine 2022 chiude in flessione (-14,4% sul 2021), attestandosi a 37,6 miliardi di euro, pari al 5,3% del valore dell’industria della Borsa Italiana, esclusa Prada. Al 15 febbraio 2023 il podio di Borsa è occupato da Prada (15,9 miliardi), Moncler (15,7 miliardi) e Brunello Cucinelli (5,5 miliardi).
Settore Moda: stime positive per il 2023 nonostante un contesto difficile
Per il 2023, gli esperti di Mediobanca prevedono un ulteriore incremento del giro d’affari dell’8% che porterebbe l’aggregato delle maggiori aziende moda italia a sfiorare i 90 miliardi, “all’interno -riporta la nota di presentazione dello studio- di uno scenario in rallentamento macroeconomico, in un contesto di tassi di interesse che vanno normalizzandosi verso l’alto e con le tensioni inflazionistiche in decelerazione”.
“Sul fronte delle vendite, si rilevano segnali di ripresa dei consumi e la riapertura della Cina si prefigura come un’opportunità e un importante driver della crescita”.