BHP Group subisce un duro colpo dall'ultima semestrale al 31 dicembre 2022, con un crollo delle entrate e dell'utile che ha spinto la più grande compagnia mineraria del mondo a tagliare il dividendo. A determinare il risultato negativo hanno contribuito l'alta inflazione e l'aumento del costo del lavoro, accompagnati da un corrispondente calo del prezzo delle materie prime nell'ultima parte dell'anno.
"I prezzi delle materie prime sono in calo, dopotutto il nostro è un settore ciclico", ha detto l'amministratore delegato Mike Henry. Tuttavia il CEO ha rassicurato che "la performance del business sottostante è davvero forte", soprattutto grazie alla domanda di Cina e India che compenserà il rallentamento proveniente da Stati Uniti ed Europa. Le azioni BHP alla Borsa di Sidney hanno terminato le contrattazioni poco sotto la parità, ossia con un calo dello 0,33% a 48,33 dollari australiani.
BHP Group: cosa è successo nel secondo semestre 2022
Nella seconda metà dell'anno passato BHP Group ha registrato entrate per 25,7 miliardi di dollari, in calo del 16% rispetto allo stesso periodo del 2021. L'utile ante imposte è crollato del 30% su base annua a 10,2 miliardi di dollari. Il gruppo australiano ha dovuto subire un aumento dell'inflazione in alcuni Paesi come l'Australia, insieme a una carenza di manodopera che ha fatto lievitare i costi.
La società ha affermato che il carovita ha aggiunto circa 1 miliardo di dollari in più in termini di prezzi del diesel, saliti del 70%. La metà dei profitti di BHP sono costituiti dal minerale di ferro, le cui quotazioni sono state inferiori del 25% nel secondo semestre 2022, sebbene siano aumentate da novembre grazie alla ripresa della domanda cinese con l'allentamento delle restrizioni Covid-19.
BHP Group: guidance e dividendi
La società con sede a Melbourne ha affermato che ci sono alcuni segnali che l'effetto combinato di inflazione e costi della manodopera si stiano attenuando nel 2023. Inoltre, con la crescita della domanda da Cina e India, le prospettive sono migliorate, per cui BHP ha mantenuto le previsioni finanziarie per l'intero anno. "È probabile che nel 2023 la produzione di acciaio cinese aumenti di un altro miliardo di tonnellate rispetto allo scorso anno", ha dichiarato Henry. Il top manager ha ben accolto la notizia che Pechino ha allentato un divieto non ufficiale sulle importazioni di carbone australiano. "Il miglioramento delle relazioni commerciali rappresenta un elemento decisamente positivo", ha aggiunto.
A seguito dell'aumento delle royalties nello Stato del Queensland, che conta tra le più grandi risorse minerarie di carbone del mondo, BHP inoltre ha messo in vendita le miniere di Blackwater e Daunia. Con questa mossa l'azienda ha lanciato un monito al Governo australiano, avvertendolo che una pressione fiscale o regolamentare più pesante potrebbe innescare disincentivi agli investimenti in alcuni minerali. Infine, BHP ha anticipato la prima produzione del suo enorme progetto di potassio Jansen in Canada tra la fine del 2026 ed il 2027.
Anche se la guidance nel complesso è stabile e l'azienda si è detta ottimista sulla ripresa dell'attività in Cina, suo principale cliente, BHP ha deciso di tagliare il dividendo del 40% a 90 centesimi per azione, dalla cifra record di 1,50 dollari allorché i prezzi delle materie prime avevano guidato profitti record. L'esborso complessivo sarà di 4,6 miliardi di dollari e registra il quinto dividendo semestrale più alto della storia dell'azienda.