La fintech britannica Revolut ha diffuso i conti annuali 2023 evidenziando un utile ante imposte record di 438 milioni di sterline, che soppianta la perdita di 25,4 milioni di sterline del 2022 e l'utile di 40 milioni di sterline del 2021. Questo su un fatturato complessivo quasi raddoppiato a 1,8 miliardi di sterline lo scorso anno. A contribuire all'ottima performance è stato il balzo del reddito da interessi, passato in un anno da 83 a 500 milioni di sterline. Il gruppo ha aggiunto anche 12 milioni di clienti nel 2023, portando il totale a oltre 45 milioni. "Il nostro modello di business diversificato continua a dimostrare resilienza, con una crescita robusta in varie business unit", ha affermato l'Amministratore delegato Nikolay Storonsky. "Questa crescita è stata alimentata dall'introduzione di nuovi prodotti e dall'aggiunta di milioni di nuovi clienti".
I risultati di Revolut appena rilasciati sono stati i primi a essere pubblicati in tempo negli ultimi tre anni. I precedenti ritardi erano stati attribuiti alle difficoltà di rendicontazione finanziaria della società, il che aveva innescato il controllo da parte delle autorità di regolamentazione. Da ora in avanti, però, il management di Revolut conta di essere più puntuale. "Migliorare i controlli finanziari e assicurarci di rafforzare il nostro team, essendo in grado di pubblicare questi risultati entro sei mesi, fa parte di questo viaggio. Quindi stiamo adottando misure per assicurarci che il nostro ambiente di controllo si orienti verso il livello richiesto da un'azienda pubblica", ha affermato Victor Stinga, Direttore finanziario ad interim della società.
Revolut: a quando l'IPO?
I brillanti risultati di Revolut sono un ottimo biglietto da visita in vista di una quotazione pubblica nel prossimo futuro, sebbene Stinga si defili dall'indicazione di una tempistica. Il punto però è stabilire il luogo dove quotarsi. L'anno scorso il CEO Storonsky aveva
escluso l'IPO a Londra per via dell'ambiente normativo nel Regno Unito troppo austero.
Tuttavia, la
Financial Conduct Authority sta valutando modifiche alle regole di quotazione, in modo da rendere più facile per le società l'accesso alla Borsa di Londra. Ad esempio sta considerando l'agevolazione della struttura azionaria a doppia classe, che consente agli azionisti fondatori di mantenere il controllo dell'azienda anche dopo la cessione delle loro quote in un'offerta pubblica iniziale. Gli sforzi dell'authority di regolamentazione britannica hanno colto il plauso di Martin Gilbert, membro del Consiglio di amministrazione di Revolut. "Tutte le mosse che l'autorità sta facendo sono buone, stanno consentendo alle società guidate dai fondatori come Revolut di quotarsi qui piuttosto che semplicemente non avere scelta", ha affermato.
Nel frattempo la società cerca una valutazione di oltre 40 miliardi di dollari in una vendita di azioni da 500 milioni dollari, con un aumento importante rispetto all'ultima valutazione di 33 miliardi di dollari risultante da una raccolta fondi nel 2021. In tale contesto, l'azienda mira a consolidare il primato di startup di maggior valore in Europa.
Il nodo della licenza bancaria
Un punto di attrito tra la società e le autorità britanniche però è quello della licenza bancaria. Revolut ha fatto richiesta da ormai tre anni, ma ancora rimane in attesa di approvazione. Il CEO Storonsky si è detto fiducioso, ma i passaggi del processo sono molti. Nel rapporto annuale, l'azienda ha sottolineato che "sta continuando a lavorare a stretto contatto con le autorità" al riguardo.
Il problema di fondo risale al 2021, quando i revisori contabili dell'azienda affermarono di non poter verificare completamente i dati sui ricavi. Se dalle autorità comunque dovesse arrivare il via libera per una licenza, la fintech potrebbe ampliare i prodotti e servizi nel suo mercato più grande. Attualmente Revolut ha una licenza a operare come banca in Europa rilasciata dalla Lituania. L'azienda può contare oggi su un portafoglio prestiti che ammonta a 528 milioni di sterline e opera in Francia, Germania e Spagna.