Nvidia si prepara a rientrare nel mercato cinese con i suoi chip H20, dopo che l’amministrazione Trump ha dato il via libera alla ripresa delle vendite sospese ad aprile a causa delle restrizioni all’export. La società ha anche annunciato lo sviluppo di un nuovo chip “completamente conforme” alle normative, pensato specificamente per la Cina.
Il via libera è stato percepito come una vittoria importante per Nvidia, che aveva segnalato perdite miliardarie a causa del blocco. Tuttavia, gli analisti avvertono che il ritorno degli H20 non garantirà automaticamente il recupero delle quote di mercato perse.
Nvidia: in Cina, un mercato sempre più competitivo
Secondo le previsioni di Bernstein, la quota di mercato di Nvidia nei chip AI in Cina scenderà dal 66% del 2024 al 54% nel 2025. Il calo non è dovuto solo alle difficoltà di ripresa dell’offerta, ma soprattutto all’avanzata dei produttori locali di chip AI, che hanno sfruttato le restrizioni statunitensi come occasione per espandersi.
Aziende come Huawei, Cambricon e Hygon stanno guadagnando terreno, con la quota di mercato dei chip domestici che potrebbe passare dal 17% del 2023 al 55% entro il 2027. Alcuni analisti, come Daniel Newman di Futurum Group, ritengono che Nvidia possa comunque rimbalzare in Cina, ma ammettono che alcuni clienti potrebbero ormai preferire i rivali cinesi.
Chip Nvidia: la stretta di Pechino e le preoccupazioni di sicurezza
Prima della revoca parziale delle limitazioni, il CEO Jensen Huang aveva intensificato la pressione su Washington per ottenere un accesso più ampio alla Cina, sostenendo che i controlli all’export limitavano la leadership tecnologica statunitense.
Secondo Rhodium Group, mantenere le aziende tecnologiche americane attive in Cina rafforzerebbe l’influenza geopolitica degli Stati Uniti. Questa logica potrebbe tradursi in un approccio “a scala mobile” sulle restrizioni, con aperture progressive per i produttori USA, anche se Pechino continuerà a spingere verso un’infrastruttura AI nazionale.
Nonostante l’allentamento da parte di Washington, la Cina mantiene alta la vigilanza. La Cyberspace Administration of China ha convocato Nvidia per discutere dei rischi di sicurezza nazionale legati agli H20, temendo possibili “backdoor” che permettano accessi o controlli esterni dagli Stati Uniti.
Nvidia ha respinto categoricamente queste accuse, ma la mossa di Pechino sembra mirata anche a scoraggiare e rallentare gli acquisti di H20 da parte degli sviluppatori cinesi, lasciando spazio alle alternative domestiche.
Nvidia: le incognite con tensioni USA-Cina
Il caso Nvidia si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tecnologiche e commerciali tra Cina e Stati Uniti. Pechino ha già limitato in passato l’operatività di produttori americani come Micron, bloccandone l’uso nelle infrastrutture critiche dopo presunti problemi di cybersecurity. Gli analisti avvertono che la complessità delle relazioni tra i due Paesi potrebbe introdurre nuove incognite per Nvidia, soprattutto mentre la Cina accelera la propria strategia di indipendenza tecnologica nel settore AI.