La giapponese Nippon Steel dovrebbe chiudere l’acquisizione di U.S. Steel al prezzo di 55 dollari per azione, secondo fonti vicine alla trattativa. L’offerta, la stessa presentata inizialmente prima del blocco avvenuto a gennaio, è tornata alla ribalta dopo un’importante svolta politica.
Trump approva l'accordo e lo definisce una “partnership”
Venerdì scorso, il presidente Donald Trump ha dato il via libera all’operazione, definendola una “partnership” strategica. Secondo Trump, Nippon investirà 14 miliardi di dollari nei prossimi 14 mesi, mentre la sede centrale di U.S. Steel resterà a Pittsburgh, rassicurando in parte i timori sulla delocalizzazione. L’operazione salverà 10.000 posti di lavoro esistenti e ne creerà altri 10.000 nel settore delle costruzioni.
L’approvazione da parte di Trump rappresenta una netta inversione rispetto alla precedente amministrazione. L’ex presidente Joe Biden aveva bloccato l’accordo per motivi legati alla sicurezza nazionale, sostenendo che l’operazione avrebbe potuto compromettere catene di approvvigionamento strategiche. Ad aprile, però, Trump ha ordinato una nuova revisione del dossier, nonostante in passato si fosse detto contrario all’ingresso di Nippon in U.S. Steel.
Dal punto di vista di Nippon, l’accordo rappresenta un accesso privilegiato al mercato statunitense. Il gruppo giapponese otterrà posti nel Cda e integrerà U.S. Steel nella propria struttura aziendale globale. “Volevano un’opportunità per entrare nel mercato USA e ottenere i benefici economici che ne derivano”, ha dichiarato Dave McCormick, senatore della Pennsylvania, sottolineando che si tratta di un accordo frutto di una trattativa diretta proposta proprio da Nippon.
A suggellare l’importanza politica e simbolica dell’accordo, Trump ha annunciato un comizio il 30 maggio presso la sede di U.S. Steel a Pittsburgh, consolidando la narrazione di una partnership che, secondo il presidente, protegge gli interessi industriali e occupazionali degli USA.
Preoccupazioni del sindacato United Steelworkers
Nonostante l’approvazione politica, l’United Steelworkers Union (USW) ha espresso forti riserve sull’operazione. Il presidente del sindacato, David McCall, ha dichiarato che l’organizzazione “non può ancora valutare pienamente l’impatto” dell’annuncio senza maggiori dettagli.
Tuttavia, ha ribadito la preoccupazione che una società straniera come Nippon, con una storia di violazioni delle leggi commerciali statunitensi, possa indebolire la capacità produttiva nazionale e mettere a rischio migliaia di posti di lavoro sindacalizzati.
Garanzie per il controllo USA e la sicurezza nazionale
Per rassicurare l’opinione pubblica e le istituzioni, è stato annunciato che U.S. Steel avrà un CEO americano e che la maggioranza del Consiglio di amministrazione sarà composta da cittadini statunitensi. McCormick, ha spiegato che sarà firmato un accordo di sicurezza nazionale tra il governo USA e Nippon, che includerà una “golden share” in grado di garantire al governo poteri di veto su nomine chiave e livelli di produzione.