Nonostante le incertezze sui dazi e l’aumento dei costi operativi, il secondo trimestre del 2025 mostra un S&P 500 ancora in buona forma. John Butters di FactSet osserva che “il margine netto dell’indice si è attestato al 12,3%, un dato in calo rispetto al 12,7% del primo trimestre, ma comunque superiore al 12,2% di un anno fa e ben oltre la media quinquennale dell’11,8%”.
Questo livello segna il quinto trimestre consecutivo sopra la soglia del 12%, un risultato che non si vedeva dai tempi del periodo compreso tra il Q2 2021 e il Q2 2022. Tuttavia, per la prima volta dal Q4 2023, si registra un leggero arretramento rispetto al trimestre precedente.
Andamento margini delle società dello S&P 500. Fonte: insight.factset.com
Risultati S&P 500: i settori migliori e peggiori
L’analisi dei settori rivela uno scenario variegato. Solo tre comparti hanno visto un incremento dei margini rispetto a un anno fa: Comunicazioni (14,2% contro 11,6%), Information Technology (24,8% contro 24,0%) e Finanziari (19,6% contro 18,8%). Al contrario, otto settori sono in calo, con l’Energia (7,5% contro 9,0%) e il Real Estate (34,3% contro 35,7%) tra i più penalizzati.
Sul fronte storico, cinque settori superano ancora la media dei cinque anni, con i Finanziari che spiccano (19,6% rispetto a una media del 17,2%). Sei comparti restano invece sotto i livelli medi, tra cui l’Energia (7,5% rispetto al 9,9%). Guardando al confronto con il primo trimestre del 2025, il settore Materiali emerge come leader (10,5% rispetto al 9,1%), mentre i Servizi di Comunicazione mostrano un calo significativo (14,2% rispetto al 16,2%).
Settori S&P 500, confronto Q2 2025 e Q2 2024. Fonte: insight.factset.com
S&P 500: prospettive positive per il resto dell’anno
Nonostante la contrazione trimestrale, gli analisti restano ottimisti. Le previsioni indicano un miglioramento dei margini netti dell’S&P 500 nella seconda metà del 2025. “Il consensus stima un margine del 12,7% per il terzo trimestre e del 12,8% per il quarto,” spiega Butters, sottolineando come l’orizzonte di fine anno possa riportare l’indice su una traiettoria di crescita stabile.