Intesa Sanpaolo: ecco quanto ha guadagnato negli ultimi 5 anni | Investire.biz

Intesa Sanpaolo: ecco quanto ha guadagnato negli ultimi 5 anni

13 feb 2024 - 10:00

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Quali sono le principali aree di business di Intesa Sanpaolo? Quanto ha guadagnato negli ultimi 5 anni la prima banca italiana? Vediamolo insieme

Intesa Sanpaolo è la principale banca italiana e uno dei principali gruppi finanziari in Europa. L'istituto di credito vanta circa 13,6 milioni di clienti e più di 3.300 filiali, mantenendo la leadership nelle attività finanziarie per famiglie e imprese. Al riguardo, la banca torinese ha una quota di mercato del 19% sui prestiti, del 22% sui depositi, del 24% sui fondi pensione, del 25% sul risparmio gestito e del 27% sul factoring. A livello internazionale, la sua presenza è esercitata con 900 sportelli e una clientela di 7,2 milioni di unità. Grazie alle controllate locali, Intesa è attiva in particolare nell'Est Europa, con il primo posto tra tutte le banche in Serbia, il secondo in Croazia e Slovacchia, il quarto in Albania e Slovenia, il sesto in Bosnia-Erzegovina, il settimo in Moldavia e l'ottavo in Ungheria. 

La società è quotata alla Borsa di Milano da gennaio 1987. Le azioni Intesa Sanpaolo hanno raggiunto un massimo storico a 5,97 euro ad aprile 1998, considerando due split azionari effettuati a novembre del 1997 e a maggio del 2011. Il minimo di sempre invece si è registrato a settembre 1992 a 0,60 euro. Oggi il titolo quota a 2,79 euro per una capitalizzazione di mercato di 50,8 miliardi di euro (dati aggiornati all’11 febbraio 2024).

 


Intesa Sanpaolo: le attività del Gruppo

Il business del Gruppo Intesa si articola in sei divisioni. Vediamo di seguito nel dettaglio quali sono e le loro caratteristiche.

Banca dei Territori

La Banca dei Territori mette al centro il mercato e il territorio per rafforzare le relazioni con gli individui, le piccole e medie imprese e gli enti non profit. Tra le attività della divisione vi sono il credito industriale, il leasing, il factoring e la banca digitale Isybank. In termini di fatturato, l'unità rappresenta il 45% del totale nel 2023.

IMI Corporate & Investment Banking

L'IMI Corporate & Investment Banking riguarda l'attività di capital markets e investment banking con una presenza in 25 Paesi attraverso una rete di filiali, uffici di rappresentanza e controllate. Per mezzo di tale area, la banca si pone come partner globale per imprese, istituzioni finanziarie ed enti della pubblica amministrazione. Per il 2023, le entrate della sezione costituiscono il 16% del totale.

International Subsidiary Banks

La sezione International Subsidiary Banks comprende l'attività di commercial banking attraverso le controllate nei seguenti Paesi: Albania (Intesa Sanpaolo Bank Albania), Bosnia-Erzegovina (Intesa Sanpaolo Banka Bosna i Hercegovina), Croazia (Privredna Banka Zagreb), Egitto (Bank of Alexandria), Moldavia (Eximbank), Repubblica Ceca (la filiale di Praga della VUB Banka), Romania (Intesa Sanpaolo Bank Romania), Serbia (Banca Intesa Beograd), Slovacchia (VUB Banka), Slovenia (Intesa Sanpaolo Bank), Ucraina (Pravex Bank) e Ungheria (CIB Bank). Lo scorso anno i ricavi di questa unità sono risultati il 12% del totale del Gruppo.

Private Banking

Il Private Banking si riferisce all'offerta di prodotti e servizi ai clienti del segmento Private e High Net Worth Individuals tramite Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking che dispone di oltre 6.700 private banker. L'incidenza sui proventi operativi netti del Gruppo nel 2023 è stata del 13%.

Asset Management

L'Asset Management si rivolge alla clientela retail, istituzionale e alle reti commerciali esterne tramite Eurizon, che gestisce asset per più di 300 miliardi di euro. Sui ricavi totali, questa divisione incide per il 4%.

Insurance

Il segmento Insurance riguarda l'offerta di prodotti assicurativi e previdenziali per la clientela attraverso Intesa Sanpaolo Vita - controllante di Intesa Sanpaolo Assicura, Intesa Sanpaolo RBM Salute, Intesa Sanpaolo Insurance Agency e InSalute Servizi - e Fideuram Vita. La divisione ha una raccolta diretta di circa 168 miliardi di euro. Le entrate del reparto assicurativo corrispondono al 6% del fatturato totale di Intesa Sanpaolo.

 

 

Intesa Sanpaolo: com'è andata l'attività negli ultimi 5 anni

Le sfide che il sistema bancario ha dovuto affrontare negli ultimi 5 anni sono state molto impegnative. L'avvento della pandemia nel 2020 ha messo in ginocchio l'economia, costringendo le Banche centrali a portare a zero i tassi di interesse. Questo per gli istituti di credito ha rappresentato un grave problema, in quanto si sono visti ridurre la redditività netta da interessi, che costituisce il loro core business. Inoltre, le difficoltà economiche e finanziarie delle aziende hanno impattato sui crediti in sofferenza delle banche, facendo aumentare il numero dei non performing loan. Il sistema bancario europeo, e in particolare Intesa Sanpaolo, ha mostrato un'ottima resilienza, grazie agli interventi negli anni eseguiti sulla solidità patrimoniale dopo la grande crisi del 2008. 

Sotto questo profilo, nell'ultimo anno la banca guidata da Carlo Messina ha ridotto di quasi il 10% anno su anno a meno di 5 miliardi di euro i crediti in sofferenza, ma soprattutto ha registrato una costante diminuzione negli anni. L'inflazione arrivata verso la fine del 2021 ha indotto gli istituti monetari ad attuare una sfilza di aumenti del costo del denaro che per le banche sono stati una manna perché hanno potuto guadagnare sul margine di interesse. Gli extra-profitti delle banche nel 2022 sono stati però messi sotto pressione dal governo italiano che ha previsto una tassa su tali guadagni straordinari del 40%, lasciando però l'alternativa di portare a riserve patrimoniali non distribuibili fino a 2,5 volte la cifra da pagare. Intesa Sanpaolo ha scelto la seconda opzione. Di seguito presentiamo una tabella che riepiloga a partire dal 2019 i proventi e i guadagni della banca di Piazza San Carlo per ogni trimestre e ogni anno. Inoltre, indichiamo la redditività come misura del rapporto tra l'utile netto e i ricavi conseguiti.

 

   

1° trimestre

2° trimestre

3° trimestre

4° trimestre

Totale

2023

           

Ricavi 

 

6,06

6,34

6,37

6,37

25,14

Utile netto

 

1,96

2,27

1,90

1,60

7,73

Redditività

 

32,36%

35,80%

29,83%

25,12%

30,75%

             

2022

           

Ricavi 

 

5,41

5,34

5,02

5,67

21,44

Utile netto

 

1,04

1,30

0,96

1,08

4,38

Redditività

 

19,22%

24,34%

19,12%

19,05%

20,43%

             

2021

           

Ricavi 

 

5,49

5,18

5,09

5,02

20,78

Utile netto

 

1,52

1,51

0,98

0,18

4,19

Redditività

 

27,69%

29,15%

19,25%

3,59%

20,16%

             

2020

           

Ricavi 

 

5,65

4,84

4,76

5,15

20,40

Utile netto

 

1,15

1,42

3,81

-3,10

3,28

Redditività

 

20,35%

29,34%

80,04%

-60,19%

16,08%

             

2019

           

Ricavi 

 

4,39

4,68

4,52

2,15

15,74

Utile netto

 

1,05

1,22

1,04

0,86

4,17

Redditività

 

23,92%

26,07%

23,01%

40,00%

26,49%

             

N.b. Valori espressi miliardi di euro

           

Dalla tabella si nota come le entrate e gli utili siano cresciuti in maniera pressoché costante in ogni anno, con qualche defezione nel 2020 relativamente ai profitti. In particolare, si può vedere come nel terzo trimestre si sia contabilizzato un utile esorbitante di 3,81 miliardi di euro, per una redditività di circa l'80%. In realtà, la posta comprende l'importo provvisorio dell’avviamento negativo di 3,26 miliardi derivante dall'aggregazione aziendale di UBI Banca e delle relative controllate.

Nel quarto trimestre, infatti, è stata riportata una perdita di 3,10 miliardi di euro frutto delle rettifiche riguardanti l'avviamento della Divisione Banca dei Territori, l’apporto di UBI Banca e le componenti relative all’acquisizione di UBI Banca costituite dagli effetti economici dell’allocazione dei costi di acquisizione e dagli oneri di integrazione. Nel quarto trimestre 2021 si è registrata una redditività appena del 3,59%, a seguito di un utile netto di soli 179 milioni di euro. Il risultato è stato determinato da una serie di poste che hanno impattato notevolmente, come maggiori costi operativi, rettifiche nette su crediti e accantonamenti netti su altre attività.



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