Crisi bancaria: ecco perché non è come quella del 2008 | Investire.biz

Crisi bancaria: ecco perché non è come quella del 2008

28 mar 2023 - 07:00

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Molti si stanno chiedendo se la crisi bancaria attuale non somigli a quella dei mutui subprime di quindici anni fa. Alcuni elementi la differenziano, ecco quali sono

Il mese di marzo è destinato a essere ricordato come uno dei più turbolenti della storia bancaria degli ultimi anni. Negli Stati Uniti si è consumato il più grande fallimento di un istituto di credito dal crack di Lehman Brothers del 2008 ( Lehman Brothers: il più grande fallimento bancario della storia), ossia quello della Silicon Valley Bank. Ciò è arrivato nel mezzo del default di altre due banche USA: la Silvergate Capital e la Signature Bank.
 
Quanto accaduto è stato l'effetto del rialzo dei tassi della Federal Reserve, che hanno reso poco redditizi i depositi bancari innescando una fuga dei risparmiatori verso soluzioni più remunerative. A quel punto le banche hanno dovuto vendere gli asset in portafoglio, registrando perdite rilevanti a causa della diminuzione di valore dei titoli.
 
Quasi in contemporanea in Europa si consumava la disfatta del Credit Suisse, salvata in extremis dall'acquisizione di UBS, dopo la mediazione e le garanzie da parte delle autorità regolamentari. In tal caso, la debacle è stata il frutto di anni di gestione dissennata e di scandali finanziari, che hanno interessato varie istituzioni e disintegrato gradualmente il capitale della banca ( Salvataggio Credit Suisse: cosa è successo?).
 
 
Crisi bancaria: differenze tra il 2023 e il 2008
 
Sui mercati finanziari, il terremoto che si è scatenato ha colpito duramente le banche perché gli investitori temono che i fallimenti possano estendersi a tutto il settore finanziario. A poco sono serviti gli interventi delle Banche centrali e le garanzie governative sui depositi: nella mente degli operatori si agita lo spettro di quanto successe quindici anni fa, con la crisi dei mutui subprime che diede vita al più grande tracollo economico-finanziario dalla grande depressione del '29 ( 29 ottobre: anniversario del Big Crash di Wall Street del 1929).
 
Ma siamo realmente a quel punto oggi, ovvero è possibile accostare la crisi bancaria attuale a quella del 2008? Di certo adesso è diverso, perché il mondo è cambiato dal punto di vista della comunicazione, dell'operatività e della regolamentazione. Le informazioni si diffondono in maniera molto più rapida, anche e soprattutto attraverso i social, mentre l'utilizzo diffuso dell'online banking ha amplificato la velocità degli operatori.
 
Con i social media "i rumor negativi hanno più spazio di diffusione rispetto al 2008", ha detto Jon Danielsson, direttore del Systemic Risk Centre presso la London School of Economics. "L'aumento dell'uso di Internet e dei social media, il digital banking e simili, lavorano per rendere il sistema finanziario più fragile di quanto sarebbe altrimenti", ha aggiunto.
 
Secondo Jane Fraser, amministratore delegato di Citigroup, siamo a "un punto di svolta completo". Oggi bastano un paio di tweet "per far scendere la Silicon Valley Bank molto più velocemente di quanto sia mai successo nella storia", ha detto.
 
Tutto questo contribuisce a rendere le banche più vulnerabili, osserva Stefan Legge, responsabile della politica fiscale e commerciale presso l'Istituto di studi finanziari IFF dell'Università di San Gallo. "Mentre in passato la vista delle persone in fila davanti alle filiali bancarie causava panico, in un certo senso le corse agli sportelli bancari possono accadere molto più velocemente oggi".
 
L'aspetto positivo rispetto al 2008 è che oggi le banche hanno bilanci più solidi, grazie agli sforzi compiuti dalle autorità di regolamentazione all'indomani di quella grande tempesta. "Il finanziamento bancario è più stabile, i regolatori sono molto più in sintonia con i pericoli e i livelli di capitale sono più alti", ha detto Danielsson. E questo "rende improbabile che le banche subiscano qualcosa di così grave come nel 2008". 
 
La differenza rispetto a quindici anni fa sono i coefficienti di leva bancaria, secondo Bob Parker, consulente senior dell'International Capital Markets Association. "Se guardi effettivamente le prime 30 o 40 banche globali, la leva finanziaria è bassa, la liquidità è alta. Il rischio nel sistema bancario oggi è significativamente inferiore a quello che è stato in qualsiasi momento negli ultimi 20 o 30 anni", ha detto.
 
 
 

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