La situazione debitoria di Country Garden sta tenendo la Cina con il fiato sospeso: il timore è che il default del più grande sviluppatore immobiliare privato possa non solo travolgere il settore ma ramificarsi per tutta l'economia.
La richiesta di protezione al Chapter 15 della legge fallimentare USA - che si riferisce alle imprese straniere - attuata questo mese da Country Garden ha rappresentato un grido di allarme, rendendo più concreti gli echi provenienti dal Dragone.
Country Garden: quanto è grave la situazione debitoria
Fino a poco tempo fa la situazione di Country Garden non era paragonabile a quella di Evergrande, dal momento che l'azienda era considerata ben più solida. Le passività dello sviluppatore cinese attualmente numero uno per vendite risultano solo il 59% di quelle di Evergrande. Dai dati finanziari del primo semestre 2023, alla fine di giugno le passività totali ammontavano a 194 miliardi di dollari, sostanzialmente invariate rispetto allo stesso periodo del 2022. I debiti a scadenza a 12 mesi risultavano di 14,9 miliardi di dollari, poco sopra i livelli di cassa.
In teoria, quindi, il problema dovrebbe essere meno grave, nonostante le tensioni di liquidità emerse all'inizio di agosto allorché è saltato il pagamento di due cedole in dollari. Il punto però è che in tutto il territorio cinese, Country Garden ha 2.300 progetti aperti in più rispetto agli 800 del rivale. Questo significa che un default avrebbe proporzioni a livello sistemico ben più gravi, con ripercussioni forti dal punto di vista finanziario. In altri termini, una bancarotta metterebbe in crisi gli attivi delle banche cinesi e non solo, che a quel punto potrebbero frenare il credito e ingessare un mercato immobiliare e un'economia già claudicanti.
Country Garden: cosa aspettarsi?
Le prospettive per lo sviluppatore immobiliare sono in peggioramento, è inutile negarlo. Recentemente Moody's ha tagliato il rating di credito della società di tre tacche, portandolo a "Ca" da "Caa1". La liquidità limitata e le probabilità deboli di recupero del denaro prestato da parte degli obbligazionisti non fanno dormire sonni tranquilli. Questa settimana Country Garden ha avvertito che se continua il deterioramento della performance finanziaria, dopo la perdita record nel primo trimestre, i rischi di default si fanno concreti.
A questo punto, tutti si chiedono se le autorità cinesi salveranno in extrema ratio un soggetto di rilevanza sistemica. Stando a quanto accaduto con altre situazioni simili, c'è poco da essere fiduciosi. Pechino ha innescato la crisi immobiliare nel Paese con un giro di vite alcuni anni fa e sembra improbabile che intervenga per attuare salvataggi di Stato. Non lo ha fatto con Evergrande, per quanto abbia provato a gestire le ricadute di una destabilizzazione finanziaria. Non si vede perché adesso dovrebbe farlo con Country Garden. A meno di ripensamenti sul modo di condurre la propria politica economica e finanziaria.
Finora le autorità cinesi hanno introdotto alcune misure generiche di stimolo, come i tagli dei tassi ipotecari, l'allentamento delle restrizioni sull'acquisto di case e la riduzione della riserva obbligatoria per le banche. Tutti provvedimenti finalizzati a rilanciare il mercato immobiliare e a sostenere l'economia del Paese. Da qui a un salvataggio vero e proprio in un'ottica di ampio respiro, il passo è molto lungo.