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People's Bank of China (PBoC), la Banca centrale cinese, scende in campo per arginare il crollo dei mercati azionari e immobiliari. Con l'obiettivo di immettere liquidità per 139 miliardi di dollari nel sistema finanziario, il 5 febbraio l'autorità monetaria cinese
taglierà il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche di 0,5 punti percentuali (RRR, Reserve Requirement Ratio). Con una maggiore dose di liquidità, le banche possono estendere i prestiti ai clienti e sostenere l'andamento dei mercati finanziari.
La riduzione del coefficiente di riserva obbligatoria è la terza da inizio 2023 - l'ultima a settembre - e si aggiunge all'ampliamento dei prestiti commerciali per i costruttori edili in modo da metterli nelle condizioni di ripagare i loro debiti. Non è tutto. Il governatore della PBoC, Pan Gongsheng, ha detto che da oggi abbasserà i tassi di interesse sui fondi di prestito erogati alle banche che finanziario le imprese agricole e le piccole aziende.
PBoC: cosa significa il taglio del coefficiente di riserva obbligatoria
La mossa della PBoC rappresenta il primo intervento concreto da parte delle autorità cinesi. In questi giorni, il governo ha annunciato un
piano da 278 miliardi di dollari per sostenere il mercato azionario (
Cina: pronto un piano da 278 miliardi ma economisti scettici), mentre i regolatori hanno raccomandato alcune società statali di non vendere le azioni allo scoperto. Tuttavia, si è trattato di provvedimenti vaghi e comunque ritenuti insufficienti per arrestare il sell-off nelle Borse cinesi.
Da diverso tempo, i critici sostengono riforme strutturali nel Paese, alle prese in questo periodo storico con una gravissima crisi immobiliare, una fuga dei capitali stranieri e un senso di smarrimento generale da parte degli investitori, in crisi di fiducia. Questa settimana il premier Li Qiang ha lanciato un accorato appello alle agenzie governative per stabilizzare il mercato, proprio per tentare di ripristinare un clima di fiducia che sembra ormai compromesso.
Le opinioni degli economisti
Il taglio del coefficiente di riserva obbligatoria della PBOC era sostanzialmente atteso dagli economisti, che lo vedono più che altro come un'ultima spiaggia in assenza di "altri strumenti efficaci disponibili per far fronte alla disfatta del mercato", ha affermato Shen Meng, Amministratore delegato di Chanson & Co.
In realtà, non è chiaro quale potrà essere l'impatto sull'economia e sui mercati. Fang Fenglei, fondatore di Hopu Investments e rinomato dealmaker cinese, ha dichiarato che la misura della PBoC è una "buona notizia", ma non è sicuro che "stimolerà il mercato dei capitali". A suo avviso, sarebbe più importante tagliare i tassi di interesse perché "sono ancora molto alti e soffocano i consumi".
Secondo Zhiwei Zhang, capo economista di Pinpoint Asset Management, il provvedimento va nella giusta direzione, ma il governo dovrebbe "allocare le risorse fiscali ai consumi piuttosto che agli investimenti, in quanto la Cina deve affrontare pressioni deflazionistiche e ha bisogno di una domanda interna più forte invece di una maggiore capacità produttiva".