Nei prossimi dieci anni, il rendimento delle azioni statunitensi rallenterà rispetto al decennio precedente. È quanto asserito in una nota dagli strategist di Sanford C. Bernstein, società di servizi finanziari con sede a Londra. Gli esperti ritengono che il rendimento totale annuo dell'equity a stelle e strisce sarà del 4% in media da qui a dieci anni, mentre negli scorsi dieci è risultato del 12%.
Una proiezione sempre positiva ma poco confortante, se si considera il ritmo a cui gli investitori sono stati abituati. Tale valutazione comunque si basa su una metrica che fa riferimento al rapporto prezzo/utili corretto per il ciclo a lungo termine. In sostanza, poste le previsioni sugli utili, le quotazioni delle azioni sarebbero troppo elevate considerando le fasi che dovrà affrontare l'economia americana.
Azioni USA: per Bernstein vanno ancora comprate
Le azioni USA hanno intrapreso quest'anno un rally sotto certi versi sorprendente. L'indice S&P 500 si avvicina a una performance del 20%, dopo essere entrato in un mercato rialzista grazie a una salita di oltre il 20% dai minimi di ottobre 2022. Il sentiment positivo degli investitori si è mantenuto tale nel 2023 nonostante i tassi d'interesse elevati che hanno creato le premesse per l'arrivo di una recessione. I motori del trend ascendente sono soprattutto tre.
Il primo riguarda il fatto che
la Federal Reserve è giunta ormai alla fine del ciclo dei rialzi sul costo del denaro e quindi si appresta a invertire la sua politica monetaria. La prossima settimana la Banca centrale statunitense si riunirà per decidere probabilmente l'ultimo aumento di un quarto di punto dei tassi d'interesse, prima di una lunga pausa che precede il primo taglio da marzo 2020.
Il secondo concerne il boom dell'intelligenza artificiale che ha infiammato in particolare le grandi aziende tecnologiche, che stanno guidando le performance dei listini azionari. Da quando è stato presentato il chatbot ChatGPT di OpenAI si è scatenata una corsa da parte dei grandi gruppi tech per partecipare ad una partita su una tecnologia considerata rivoluzionaria, anche e soprattutto da Wall Street.
Il terzo riguarda la resilienza delle società americane evidenziata dalle trimestrali, a dispetto dei venti recessivi e della crisi che ha colpito il settore bancario a partire dal mese di marzo con il fallimento di alcune importanti istituzioni finanziarie.
Bernstein ritiene che ci siano molti motivi ancora per acquistare azioni, come "una migliore traiettoria degli utili societari e rendimenti relativi più forti rispetto alle obbligazioni". Tutto ciò anche se l'inflazione moderatamente più elevata potrebbe essere "un punto debole". Gli esperti inoltre si aspettano che l'innovazione tecnologica e la transizione energetica esercitino un ruolo chiave per "la crescita guidata dagli investimenti e il miglioramento della produttività nel prossimo decennio".