Grazie all'intelligenza artificiale, le Big Tech stanno vivendo un momento di gloria a Wall Street. Da quando, a fine novembre, il chatbot ChatGPT della start-up tecnologica OpenAI è stato presentato, gli investitori sono tornati a comprare i titoli legati alla tecnologia e all'innovazione. Quest'anno il Nasdaq infatti è cresciuto del 24%, riscattando parzialmente un 2022 disastroso.
Una società che sta facendo da traino in questo frangente per l'indice tecnologico è Nvidia, il principale produttore mondiale di semiconduttori. Il colosso di Santa Clara ha pubblicato la scorsa settimana una trimestrale da favola, con prospettive entusiasmanti grazie all'utilizzo dei chip nel campo dell'intelligenza artificiale.
Le azioni Nvidia hanno fatto un balzo di 27 punti percentuali tra giovedì e venerdì, a seguito della presentazione di conti e guidance. E non è finita qui, perché la società californiana nel fine settimana ha annunciato una nuova gamma di supercomputer basati sullo sviluppo dell'AI generativa che dovrebbe fornire quasi 500 volte più memoria rispetto a quella attuale.
Big Tech: scoppierà una bolla?
E se tutto fosse una bolla? Alcuni stanno avanzando questa ipotesi, risvegliando il ricordo di quanto accadde oltre 20 anni fa con le dot-com (
Bolla Dot-com: storia del sogno infranto del nuovo mercato). Uno degli economisti che ha prefigurato un tale scenario è David Rosenberg, noto per le sue posizioni contrarian. L'esperto ha ricordato che la bolla dei titoli internet di inizio millennio scoppiò quando il capitale delle start-up - che non avevano precedenti di successo - iniziò a scarseggiare. A suo avviso,
l'attuale boom dell'AI potrebbe crollare esattamente come le azioni dot-com di inizio millennio.
Questa paura viene invece esorcizzata da Jeremy Siegel, professore di finanza alla Wharton School dell'Università della Pennsylvania. L'economista americano ritiene le azioni dell'AI abbiano contribuito a sollevare l'S&P 500, che potrebbe diventare "un vincitore dalla crisi bancaria". Pertanto, il mercato "non è ancora una bolla", a suo avviso. "Come tutti sappiamo, le prime otto o nove società hanno rappresentato tutti i guadagni dell'S&P 500. Quest'anno, gli altri 490 non hanno registrato variazioni o hanno evidenziato un calo. Il Nasdaq è stato ipervenduto nel 2022 e si è ripreso, ma penso che l'intelligenza artificiale abbia spinto i titoli tecnologici a grande capitalizzazione ancora più in alto", ha affermato Siegel.
Sul fatto che la crisi bancaria potrebbe influenzare le condizioni di credito, Siegel ha dichiarato che i titoli a grande capitalizzazione di qualsiasi tipo non debbano preoccuparsene, indipendentemente dal fatto che siano o meno tecnologici. "Di certo devono preoccuparsi dei tassi di interesse. Le condizioni di credito influenzeranno le piccole e medie imprese", ha precisato.
Quanto al titolo Nvidia, che in questo momento sta dettando legge al Nasdaq, Siegel ritiene che "a lungo termine le azioni sono probabilmente leggermente sopravvalutate. Ma nel breve termine, il momentum può portare le azioni molto più in alto del loro valore fondamentale e nessuno può prevedere quanto in alto potrebbero arrivare".