Secondo quanto rilevato da alcuni commentatori, le pressioni esercitate dalle autorità Antitrust statunitensi sulle big tech potrebbero finire per fare il gioco di società come Amazon e Alphabet. A causa delle loro strutture tentacolari, le due società potrebbero valere di più se scorporate.
"Amazon e Alphabet rappresentano 'sottoperformatori seriali' e il maggior valore aggiunto si otterrebbe con la scissione delle attività", ha affermato Eric Clark, gestore di portafoglio di Accuvest Global Advisors. A suo giudizio, le azioni Amazon potrebbero valere il 50% in più se la società fosse sciolta, mentre il valore di Alphabet sarebbe maggiore del 30%. "Accoglierei con favore una maggiore azione sul fronte Antitrust, dal momento che potrebbe far sì che queste società si tolgano di dosso la pressione e offrano agli investitori un numerose e grandi opportunità", ha affermato Clark. "Preferisco scegliere da solo in quali business investire, piuttosto che ottenere uno sconto sulla somma dei conglomerati di parti", ha precisato.
Dello stesso avviso risulta essere Laura Martin, analista di Needham & Co., secondo cui "Alphabet vale più a pezzi che insieme". Quindi, "accogliamo con favore i tentativi dei regolatori di dividere Google", ha aggiunto. Grazie ad un'ipotetica rottura, Martin ritiene che le azioni potrebbero ricavare un potenziale valore del 10%-20% in più. Ad esempio, YouTube sarebbe valutato a 300 miliardi di dollari, un valore doppio rispetto a quella che è la capitalizzazione di mercato di un big tech come Netflix, ha concluso l'esperta.
Amazon e Alphabet nel mirino dell'Antitrust
In questo periodo Amazon e Alphabet sono nel mirino dei regolatori statunitensi. La Federal Trade Commission USA sta preparando una causa Antitrust contro il gigante e-commerce, che attualmente è ramificato in tre capisaldi: il negozio online, il cloud Amazon Web Services e la divisione pubblicità. Solo il cloud lo scorso anno ha prodotto un fatturato di 80 miliardi di dollari e, secondo le stime di Bloomberg Intelligence, l'unità potrebbe valere da 1.500 a 2.000 miliardi di dollari.
Quanto ad Alphabet, quest'anno il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha chiesto all'azienda di separare l'attività di ad-technology, unendosi ad altri otto Stati che hanno fatto la stessa richiesta. L'argomento di fondo consiste nel fatto che questa attività implicherebbe un'innovazione più lenta e commissioni pubblicitarie più elevate che farebbero da ostacolo per le piccole imprese.
Questi fatti hanno contribuito e potrebbero continuare a
esercitare una certa pressione nei confronti dei titoli a Wall Street. Amazon lo scorso anno ha perso quasi la metà del suo valore, mentre Alphabet è scesa del 39%. Entrambi hanno sottoperformato l'indice
Nasdaq, in calo del 33%. Quest'anno le azioni sono in ripresa, anche se ultimamente Amazon ha risentito di una trimestrale che ha lasciato parecchie ombre e Alphabet ha subito l'effetto negativo della concorrenza di Microsoft riguardo l'utilizzo dell'intelligenza artificiale nel motore di ricerca.
Scorporare l'attività, se da un lato comporta dei vantaggi come descritti dagli esperti di mercato, dall'altro potrebbe alimentare ulteriori pressioni alle azioni in Borsa, per effetto di lunghi contenziosi e di una legislazione anti-tech che altererebbe il sentiment di mercato. "È diventato difficile per queste aziende fare un'acquisizione che possa alterare il loro profilo di crescita o estendere il loro vantaggio competitivo nei mercati principali, e in questo momento ciò è un rischio Antitrust più grande dell'idea che potrebbero essere costrette a scorporare le attività", ha affermato Denny Fish, gestore di Janus Henderson Global Technology.