Le banche turche hanno ricevuto l'autorizzazione da parte delle autorità di regolamentazione a pagare fino al 15% del loro reddito in dividendi agli azionisti. Dopo anni in cui hanno dovuto utilizzare i profitti per rafforzare il capitale, si tratta del secondo anno consecutivo in cui gli istituti finanziari incassano il via libera da parte del regolatore turco BDDK,.
Ciò arriva a seguito di un 2023 da record quanto agli utili prodotti. Lo scorso anno il settore ha realizzato nel complesso guadagni per 620,5 miliardi di lire turche, pari a 19,4 miliardi di dollari, segnando un incremento del 44% su base annua. Il balzo è stato poderoso, quantunque inferiore rispetto al tasso di inflazione medio che si è attestato al 53,9% per l'intero anno.
Le banche turche hanno potuto migliorare la redditività netta da interessi poiché la
Central Bank of the Republic of Turkey a partire da giugno 2023 ha iniziato una serie di aumenti dei tassi di interesse a seguito delle ultime elezioni nel Paese che hanno incoronato ancora una volta il presidente Recep Tayyip Erdogan alla guida della nazione. Da allora ad oggi, il tasso di riferimento è stato portato dall'8,5% al 45%.
Banche turche: cosa aspettarsi ora
La Borsa ha salutato con favore la decisione della BDDK. "Se le banche saranno in grado di distribuire dividendi è oggetto di dibattito ogni anno", ha detto Yusuf Kavak, capo della ricerca presso il broker Alnus Yatirim con sede a Istanbul. "Quindi, questa notizia è uno sviluppo positivo".
Tuttavia, bisogna valutare quanto questo impatto positivo per gli azionisti possa sostenere il settore bancario in Borsa nei prossimi mesi. L'inflazione è tornata a farsi minacciosa in Turchia e non è escluso che la Banca centrale intervenga nuovamente con una stretta sui tassi di interesse, per quanto con l'ultimo rialzo si sia parlato di picco.
Occorre altresì considerare che il governo non ama troppo una politica monetaria restrittiva, sebbene si sia dovuto piegare negli ultimi nove mesi a una realtà che imponeva di intervenire per arginare l'inflazione galoppante. Erdogan sta scalpitando per tornare a tagliare i tassi e a favorire quell'accomodamento monetario che ha sempre predicato per sostenere la crescita economica. La cosa si fa più viva ora che alla fine di marzo si sosterranno le elezioni amministrative in Turchia. Giocoforza, una mossa da parte del governatore della Banca di Turchia in direzione di un altro aumento dei tassi stride con il messaggio elettorale che l'attuale governo vorrebbe mandare alla nazione.