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Banche ombra: de Cos, una minaccia per il sistema bancario

26 mar 2023 - 09:00

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Focus sugli intermediari finanziari non bancari, le cosiddette banche ombra. Gli NBFI sono maggiormente concentrati negli Stati Uniti

Le banche ombra possono rappresentare una minaccia per la stabilità del sistema bancario e quindi i rischi derivanti dalla loro attività verranno studiati in maniera più approfondita. È quanto ha sostenuto oggi Pablo Hernández de Cos, governatore della Banca di Spagna, nonché presidente del Comitato di Basilea, istituto che scrive le regole sul capitale bancario applicate in tutto il mondo. Le dichiarazioni arrivano in un momento in cui lo stress in arrivo dal comparto bancario sta destando parecchie preoccupazioni.

Le banche ombra sono intermediari finanziari non bancari (NBFI), tra i quali figurano anche le assicurazioni, che oggi gestiscono quasi il 50% degli asset finanziari a livello mondiale. Le Banche centrali hanno espresso più volte preoccupazioni per il sistema finanziario in relazione all'operatività di questi istituti. Tuttavia, il tentativo delle autorità monetarie di attuare gli stessi principi di vigilanza di quelli applicati per le banche è stato frustrato dall'opposizione delle autorità di regolamentazione sui titoli, che vigilano sulle banche ombra.

 


NBFI: l'obiettivo ora è proteggere le banche

I regolatori bancari e mobiliari globali stanno focalizzando l'attenzione sul miglioramento della resilienza del settore degli intermediari finanziari non bancari agli shock di mercato. Al riguardo, nelle prossime settimane verranno fatte proposte per i fondi aperti, dopo che il tema è stato sviluppato relativamente ai fondi monetari. "Sebbene il Comitato si concentri sul sistema bancario globale, la crescita degli intermediari finanziari non bancari è importante, date le interconnessioni con le banche", ha detto de Cos. 

Al centro del dibattito vi è il tema della protezione delle banche dai rischi non bancari, attraverso ad esempio una politica macroprudenziale relativa a misure inerenti al capitale per coprire rischi specifici a livello settoriale. "Abbiamo anche in programma di sviluppare una guida aggiuntiva per quanto riguarda la gestione del rischio NBFI nel corso di quest'anno. Sebbene siano stati fatti grandi progressi nel rafforzare la resilienza delle banche nei confronti delle entità NBFI, la domanda è: sarà sufficiente?", ha dichiarato de Cos. Il numero uno dell'autorità di regolamentazione con sede in Svizzera ha concluso osservando che tutte le volte che si sono manifestati episodi in cui gli NBFI sono andati in difficoltà, le banche ne sono rimaste coinvolte, "sia come controparti dirette che attraverso canali indiretti".

 

 

Banche ombra: gli Stati Uniti detengono il primato

Un monito sul sistema bancario ombra era stato lanciato quest'anno da un rapporto di S&P Global, che ha messo in luce come gli NBFI avessero in pancia attività per 239 trilioni di dollari (100 trilioni nel periodo della crisi finanziaria globale), una vera bomba ad orologeria che con i tassi delle Banche centrali in crescita potrebbe scoppiare da un momento all'altro. L'agenzia di rating rivela che molte banche ombra hanno ormai modelli di business collaudati, che presentano un rischio esiguo. Quindi, qualsiasi scossa non sarebbe in grado di destabilizzarle. Tuttavia, ve ne è una parte che opera con una leva finanziaria elevata o nascosta su attività rischiose; di conseguenza, potrebb affrontare una prova più dura. 

Nel rapporto di S&P si legge che "nonostante i notevoli progressi derivanti dalle iniziative di regolamentazione dalla crisi finanziaria globale del 2008-2009 ( Lehman Brothers: il più grande fallimento bancario della storia), alcune shadow bank continuano a operare con trasparenza e supervisione limitate rispetto alle banche tradizionali. Questo spesso significa pratiche di gestione del rischio meno prudenti e grandi perdite in periodi di maggiore volatilità del mercato". Lo studio mette in luce come gli NBFI sono maggiormente concentrati negli Stati Uniti, con una quota del 30%. Segue l'eurozona con il 23% e la Cina con il 17%.

 

 

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