Baidu tenta l'incursione dei suoi robotaxi in nuovi mercati come l'Australia e il sud-est asiatico. Il gigante cinese della ricerca online è in trattative, attraverso la sua unità di guida autonoma Apollo Go, con alcuni governi di quelle aree per esplorare la possibilità di introdurre i veicoli nei mercati. È quanto ha dichiarato in un'intervista a Bloomberg TV, il direttore generale per le attività estere di Apollo Go, Halton Niu.
"Per il Medio Oriente e l'Europa, stiamo parlando con diversi governi locali. Ad oggi, ci stiamo dispiegando solo in diverse città", ha detto Niu. "Oltre a questo, stiamo trattando con i governi del sud-est asiatico e anche con l'Australia".
All'inizio di questa settimana, la divisione di Baidu ha ricevuto 50 licenze di prova per le auto senza conducente dalle autorità di Dubai raddoppiando così le dimensioni della sua flotta negli Emirati Arabi Uniti. Secondo i termini di un memorandum d'intesa, Apollo Go e l'Autorità per le strade e i trasporti di Dubai avvieranno la sperimentazione nel 2025, iniziando a ospitare i passeggeri su corse completamente senza conducente nel 2026. Il piano è quello di espandere la flotta a oltre 1.000 veicoli.
Baidu: la guida autonoma si espande in Cina
Baidu si sta espandendo in Cina nella sua unità di guida autonoma, sfruttando il costo inferiore dei veicoli grazie alla catena di approvvigionamento avanzata. Questo ha dato un vantaggio notevole rispetto ai rivali americani come Waymo di Alphabet. "Il miglioramento dell'economia delle operazioni di Apollo Go in Cina sta sostenendo il business case per il lancio di massa dei robotaxi", ha detto Niu.
L'aspetto interessante è che il business è redditizio in alcune città in cui opera Apollo Go, specialmente a Wuhan dove si trova la sua flotta più grande. "Ogni singola unità può essere redditizia in diverse città della Cina continentale, sebbene la redditività come intera divisione sia ancora lontana", ha affermato Niu.
Il problema dell'Europa
Da quando nel 2013 Baidu ha investito miliardi di dollari per sviluppare la tecnologia di guida autonoma, l'azienda ha distribuito oltre 1.000 auto in Cina e all'estero. In Europa però ancora non ha fatto breccia, soprattutto perché le autorità del Vecchio Continente mantengono delle riserve sulla tecnologia e su dove verranno archiviati i dati raccolti. Riguardo quest'ultimo punto, Apollo Go ha registrato una società in Svizzera per la conservazione dei dati.
L'azienda sostiene che molti malintesi potrebbero essere chiariti una volta che i funzionari europei si recheranno in Cina per vedere effettivamente cosa succede. Recentemente ci sono stati dei tentativi di ingresso in Europa attraverso un accordo con la piattaforma statunitense di ride-hailing Lyft. L'obiettivo è di sbarcare inizialmente nel Regno Unito e in Germania il prossimo anno. Per questo però bisogna attendere le approvazioni normative.