Volvo Car e Porsche sono entrate nel mirino dei venditori allo scoperto, sollevando preoccupazioni sull'industria automobilistica europea. Le azioni di entrambe le società sono state colpite da un forte aumento dello short interest - la percentuale di azioni prese in prestito rispetto al totale in circolazione - negli ultimi tempi, come dimostrano i dati di
S&P Global Market Intelligence. A partire da mercoledì di questa settimana, lo
short interest di Volvo Car era di circa il 22%, mentre quello di Porsche risultava di circa il 16%.
Queste percentuali sono ben al di sopra dei livelli di alcuni competitor come Volkswagen, Mercedes-Benz e BMW, rileva la società di dati e analisi. Considerando tutto l'indice europeo Stoxx 600, Volvo Car e Porsche rientrano tra i dieci titoli più shortati, con le loro azioni che quest'anno sono scese bruscamente. Volvo Car infatti ha perso circa il 12% del suo valore da inizio anno fino all'ultima chiusura alla Borsa di Londra, mentre Porsche è scivolata di circa 13 punti percentuali a Francoforte nello stesso arco di tempo.
Volvo Car e Porsche: cosa spiega l'alto short interest
Gli analisti sono concordi nell'affermare che la posizione contrarian degli investitori nei confronti delle due big auto europee sia dettata dalle preoccupazioni in merito alle
ritorsioni della Cina dopo i dazi sulle auto elettriche imposte dall'Unione Europea (
Auto elettriche: ecco come sono divisi i dazi UE alla Cina). "Le vendite allo scoperto che avete visto negli ultimi sei mesi sono direttamente correlate alla Cina", ha detto Harry Martin, analista di Bernstein. "C'è ancora un po' di incertezza sul fatto che alcuni di questi costi tariffari verranno trasferiti".
Volvo Car è la più esposta tra i produttori del Vecchio Continente, nonostante dal prossimo anno inizierà a produrre veicoli elettrici nel suo stabilimento di Gand, in Belgio. Intanto, il suo SUV elettrico EX30 è prodotto in Cina e il problema, secondo Martin, è se riuscirà a ottenere altrove gli stessi margini che realizza nel Dragone. L'esperto comunque precisa che qualsiasi vendita allo scoperto è legata alle preoccupazioni per il bilancio dell'azienda, prima ancora che per le tariffe. Questa settimana BNP Paribas ha declassato le azioni Volvo da "neutral" a "underperform", a causa della "concorrenza cinese e della dipendenza dai mercati emergenti per la crescita".
La situazione non è migliore riguardo Porsche. Il colosso del lusso controllato da Volkswagen è alle prese con la domanda debole in Cina, ma anche con problemi alla catena di approvvigionamento e ai costi legati al turnover di modelli. Secondo Adrien Brasey, analista di Alphavalue, l'azienda è "particolarmente vulnerabile alle ritorsioni cinesi dato che tutti i suoi veicoli sono prodotti in Europa". Tutto questo finirà per "pesare sul prezzo delle azioni", prevede l'esperto che ha un rating "sell" sul titolo in Borsa. Tra l'altro, ultimamente la società tedesca ha smorzato le sue ambizioni sui veicoli elettrici proprio sull'aspettativa di uno slancio inferiore riguardo i modelli plug-in in Europa e in Cina.