La Commissione europea ha comunicato ufficialmente i dazi in via provvisoria che applicherà sulle importazioni delle auto elettriche cinesi. La decisione definitiva sarà presa entro il 2 novembre dopo il benestare dei membri dell'Unione Europea e salvo modifiche e/o accordi con la Cina.
Il braccio esecutivo dell'UE ha stabilito tariffe aggiuntive fino al 38,1%, partendo da un base del 10% esistente. Si tratta di misure ben inferiori rispetto a quella americane che impongono strette di oltre il 100%, ma è diversa la rilevanza di eventuali ritorsioni da parte di Pechino.
La mossa di Bruxelles è scaturita da una valutazione del contesto generale e a seguito di un'indagine della Commissione europea partita a ottobre 2023 su eventuali sussidi e agevolazioni fiscali di cui usufruirebbero le case automobilistiche cinesi.
La Commissione stima che la quota dei marchi cinesi nel mercato europeo sia salita all'8% da meno dell'1 % nel 2019 e potrebbe raggiungere il 15% nel 2025. Inoltre, stima che i prezzi dei modelli cinesi siano di un quinto più bassi rispetto a quelli dei marchi europei.
"La concorrenza deve essere leale" ha affermato Valdis Dombrovskis, commissario europeo per il commercio. "Non abbiamo altra scelta che agire di fronte all'impennata delle importazioni di veicoli elettrici a batteria fortemente sovvenzionati dalla Cina. Questo mette il nostro settore a rischio di lesioni".
Auto elettriche: ecco tutte le tariffe UE alla Cina
Le case automobilistiche che saranno colpite dai nuovi dazi UE sono diverse e la misura delle tariffe varia a seconda dell'azienda. Da notare che non saranno solo i produttori cinesi ad essere assoggettati alla stretta, ma anche società che producono a basso costo in Cina e poi esportano in Europa.
Tra queste vi è Tesla, che spedisce auto dallo stabilimento di Shanghai. Tuttavia, per la compagnia americana, l'UE ha riferito che potrebbe applicare un'aliquota calcolata individualmente sui veicoli elettrici prodotti in territorio cinese quando i dazi diventeranno definitivi a novembre.
Ecco di seguito una ripartizione delle tariffe per compagnia. Nella suddivisione, la Commissione europea ha precisato che i dazi aggiuntivi ammontano in genere al 21% per le case automobilistiche che hanno collaborato con l'inchiesta e al 38,1% per quelle che non hanno collaborato.
Tariffa del 38,1%
SAIC Group, che include:
- SAIC MAXUS Automotive Co Ltd;
- SAIC Motor Corp Ltd;
- Nanjing Automobile Corp;
- SAIC Volkswagen Automotive Co Ltd;
- SAIC GM Wuling Automobile Co Ltd;
- SAIC General Motors Co Ltd
Tariffa del 21%
- Aiways Automobile Co Ltd;
- Anhui Jianghuai Automobile Group Corp Ltd;
- BMW Brilliance Automotive Ltd;
- Chery Automobile Co Ltd;
- China FAW Corp Ltd;
- Chongqing Changan Automobile Co Ltd;
- Dongfeng Motor Group Co Ltd;
- Great Wall Motor Co Ltd;
- Leapmotor Automobile Co Ltd;
- Nanjing Golden Dragon Bus Co Ltd;
- NIO Holding Co Ltd;
- Tesla (Shanghai) Co Ltd;
- XPeng Inc
Tariffa del 20%
Geely, che include:
- Asia Euro Automobile Fabbricazione (Taizhou) Co Ltd;
- Chongqing Lifan Passenger Vehicle Co Ltd;
- Fengsheng Automobile (Jiangsu) Co Ltd;
- Shanxi Nuova Energia Automobile Industria Co Ltd;
- Zhejiang Geely Automobile Co Ltd;
- Zhejiang Haoqing Automobile Manufacturing Co Ltd
Tariffa del 17,4%
BYD che include:
- BYD Auto Co Ltd;
- BYD Auto Industry Co Ltd;
- Changsha BYD Auto Co Ltd;
- Changsha Xingchao Auto Co Ltd;
- Changzhou BYD Auto Co Ltd;
- Fuzhou BYD Industrial Co Ltd;
- Hefei BYD Auto Co Ltd;
- Jinan BYD Auto Co Ltd
La reazione della Cina
Adesso si teme la reazione del governo cinese alla mossa dell'Unione Europea. Il portavoce del Ministero degli esteri cinese, Lin Jian, ha parlato di protezionismo, affermando che le tariffe aggiuntive "violino i principi dell’economia di mercato e le regole del commercio internazionale".
Il punto è ora capire se Pechino metterà veramente in campo una rappresaglia e di quale portata sarà. Attualmente la Cina applica dazi del 15% sui veicoli elettrici importati dall'Europa. Ora potrebbe aumentarli, mettendo in difficoltà in particolar modo i produttori tedeschi come BMW, Volkswagen e Mercedes-Benz che hanno un volume di affari importante in Cina. I dazi però potrebbero non limitarsi alle auto elettriche e colpire anche i beni alimentari e di lusso. A questo punto ad avere la peggio sarebbero Paesi come l'Italia.
Un'ipotesi molto probabile è che il Dragone tenterà di convincere gli Stati dell'UE a opporsi alle decisioni della Commissione europea prima che i dazi diventino definitivi. In tale ambito, non dovrebbe fare molti sforzi con Germania, Svezia e Ungheria, da sempre riluttanti a piani tariffari verso la Cina.
Dalla stessa parte potrebbero passare anche Repubblica Ceca e Slovacchia. Tuttavia, affinché lo schema delle tariffe salti è necessario che almeno 11 membri UE si oppongano. Dombrovskis ha affermato che "c'è molto sostegno tra i Paesi del blocco".