Wall Street ha calato la scure sulle
azioni Tesla, sprofondate del 9,3% a 220,11 dollari nell'ultima seduta dopo la pubblicazione della trimestrale. In una sola sessione, il numero uno delle auto elettriche ha visto
spazzare via oltre 70 miliardi di capitalizzazione perché gli investitori non hanno gradito il crollo degli utili, ma soprattutto la compressione dei margini.
In sostanza, la politica dell'azienda mirata ad abbassare i prezzi delle auto per attirare la domanda in declino e nel contempo a tagliare i costi non ha funzionato. Secondo quanto riferito dall'amministratore delegato
Elon Musk durante l'incontro con gli analisti,
il lancio del Cybertruck "è stato un suicidio" e ciò spiegherebbe almeno in parte i margini in contrazione.
La società di Austin si trova ancora in una posizione di vantaggio rispetto alla concorrenza. Tuttavia, il rallentamento certificato da questa trimestrale e accompagnato dalla costante ascesa della cinese BYD inizia a preoccupare non poco anche i più accorati sostenitori della casa americana.
Le azioni Tesla sono sopravvalutate?
Quest'anno le azioni Tesla hanno guadagnato il 78,69%, risultando tra le più performanti dell'indice S&P 500. A guidare gli investimenti nella società la convinzione che l'azienda possa diventare leader nel settore dell'intelligenza artificiale e riesca ad affermarsi definitivamente nel campo della guida autonoma. Per dominare in questo secondo ambito però potrebbero volerci anni, se non decenni. In un contesto peraltro in cui la concorrenza è crescente e riuscire ad emergere richiede grandi idee, oltre a enormi risorse.
Quindi bisogna aspettarsi una bufera tosta e duratura sul titolo in Borsa dopo i risultanti angoscianti della trimestrale? Intanto, bisogna partire dal presupposto che i multipli di Tesla sono ben più elevati rispetto a quelli generali di mercato e del settore delle auto elettriche. Già questa potrebbe essere già una spia da non sottovalutare secondo gli analisti. Ciò si rapporta poi a una crescita dell'azienda che potrebbe non essere combaciante con quella auspicata.
"Per giustificare il prezzo delle azioni di Tesla, gli investitori devono credere che l'azienda possa raggiungere volumi e margini operativi molto elevati, simili alle società tecnologiche o di software, non alle tradizionali società automobilistiche", ha affermato l'analista di Sanford C. Bernstein, Toni Sacconaghi. Invece, Tesla "assomiglia sempre più a una normale azienda automobilistica", ha aggiunto.
Anche per Ryan Brinkman, analista di JPMorgan Chase, il prezzo delle azioni Tesla non è attinente a ciò che produce il business. "La valutazione di Tesla sembra sempre più insostenibile", ha affermato l'esperto. A suo giudizio, il problema più grande si riferisce al mancato funzionamento dei tagli di prezzo che avrebbero dovuto stimolare la domanda. "Tesla ha dovuto istituire questi tagli di prezzo solo per vendere meno veicoli di quanto previsto dagli analisti in precedenza". Infatti, prima dei tagli, Wall Street aveva stimato consegne per il 2023 di circa 2 milioni di veicoli; ora, il numero si è abbassato a 1,8 milioni.
Adam Jonas, analista di Morgan Stanley, ritiene corretta la cautela dell'azienda espressa durante la earning call in un contesto in cui i tassi d'interesse sono troppo alti. E aggiunge "il rallentamento della domanda per la sua già onnipresente linea di prodotti e l'aumento della concorrenza" come altri due fattori decisivi che inducono alla prudenza.