Le azioni italiane sono vulnerabili ai rischi del debito sovrano: a sostenere questa tesi sono gli analisti di Goldman Sachs. La motivazione risiede nel fatto che lo spread tra il rendimento dei BTP a 10 anni e quelli dei Bund si allargherà ulteriormente, via via che il mercato percepisce i rischi. "Sulla base dei movimenti relativi registrati nel 2014, per ogni aumento di 10 punti base dello spread ci sarà un calo del 2% delle azioni delle banche italiane, dell'1,5% dell'indice FTSE Mib e di 80 punti base delle azioni europee", riporta una nota di Goldman.
Il
FTSE Mib quest'anno ha fatto meglio rispetto ad altri indici europei perché
i tassi più alti hanno favorito la componente finanziaria del paniere, che è molto rappresentativa. Infatti, le banche hanno potuto trasferire l'aumento dei tassi nel costo dei mutui e dei prestiti con molta più rapidità di quanto abbiano fatto con i depositi. Ciò ha determinato un
aumento della redditività netta da interessi, che rappresenta il core business degli istituti di credito.
Adesso però potrebbe emergere il problema del debito pubblico, rileva Goldman Sachs, in quanto la dinamica dei tassi ha aumentato anche gli oneri che lo Stato deve sostenere per prendere a prestito. "Qualsiasi ulteriore picco dei rendimenti rischia di aggiungere pressione sull'economia poiché circa il 30% del debito italiano è detenuto nel sistema finanziario nazionale", riporta lo studio.
Azioni italiane: il fardello del debito pubblico
La questione del debito pubblico italiano, che è oltre il 140% del PIL, è da mesi oggetto di discussione tra gli economisti e le società di rating. Moody's ha una valutazione Baa3 - solo di una tacca sopra il livello spazzatura - ma con outlook negativo. Qualcuno comincia a vedere scenari simili a quelli del 2011, quando l'Italia fu oggetto di un attacco speculativo in piena crisi del debito sovrano in Europa, costringendo l'allora governo Berlusconi alle dimissioni.
Recentemente anche la
Banca d'Italia ha lanciato un monito con riferimento alla Nota di Aggiornamento al DEF (Documento di Economia e Finanza ).
La NADEF prevede un deficit più ampio per i prossimi anni rispetto a quanto previsto dal DEF ad aprile, mettendo a rischio la stabilità dei conti pubblici e aprendo quindi le porte per un sell-off sui titoli di Stato.
Tuttavia, via Nazionale ha precisato che situazioni come quelle vissute oltre un decennio fa sono difficili da riproporsi perché l'Italia non sta ripetendo l'errore fatto lo scorso anno dalla Gran Bretagna, dove il governo Truss propose un piano di tagli fiscali che fece collassare i Gilt britannici.
Ad ogni modo, Goldman Sachs si tiene alla larga dalle azioni italiane. "Dopo una forte sovraperformance, evitiamo il FTSE MIB perché vulnerabile a rendimenti più elevati, spread più ampi e qualsiasi peggioramento dei risultati di crescita", hanno scritto gli strategist. Per questo, il suggerimento della banca è quello di coprirsi dal rischio del debito pubblico acquistando opzioni put con sottostante il principale indice borsistico milanese.