Le azioni europee quest'anno sono andate bene, nonostante la
Banca Centrale Europea abbia continuato ad alzare i tassi d'interesse per tentare di ridurre un'inflazione che si è mostrata ostica. Lo Stoxx 600 è cresciuto quasi dell'8% da inizio 2023. Tuttavia,
negli ultimi mesi il rally ha perso un po' di slancio, almeno in rapporto alle azioni statunitensi.
Se si considera il periodo ottobre 2022-aprile 2023, i titoli europei hanno sovraperformato del 36% i peer americani, per poi ritracciare per più di un terzo su base relativa. A spingere i mercati azionari a stelle e strisce è stato l'influsso positivo derivante dall'intelligenza artificiale, che ha trascinato le società a grande capitalizzazione.
In questa prima parte di luglio vi è stato un rimbalzo, dettato più che altro dalla
debolezza del dollaro, mentre sullo sfondo permane l'incertezza su quanto aggressiva sarà ancora la BCE sulla scia delle "minacce" del governatore
Christine Lagarde di aumentare ancora il costo del denaro.
Azioni europee: per JP Morgan ci saranno vendite
Gli strategist di JP Morgan non credono nelle azioni europee: "riteniamo che ci sia un'altra fase di sottoperformance in vista", hanno scritto in una nota. Secondo i risultati dell'analisi condotta da un team guidato da Mislav Matejka, la view negativa sull'azionario del Vecchio Continente poggia su tre fattori.
In primis, troviamo la stretta della BCE, con l'offerta di moneta M1 destinata a ridursi. In secondo luogo, la delusione sugli utili trimestrali delle aziende, il che darà luogo a declassamenti in futuro. Al riguardo, alcuni segnali sono ben visibili, come ad esempio la contrazione dell'indice dei responsabili degli acquisti. Infine, un ruolo importante sarà esercitato dall'indebolimento dell'economia cinese, a cui l'Europa è legata a doppio filo.
A inizio settimana, i dati trimestrali sul PIL cinese hanno mostrato un aumento dello 0,8% su base trimestrale, superando le attese dello 0,5%, ma risultando ben inferiore al 2,2% dei primi tre mesi dell'anno. Su base annuale, il PIL è salito del 6,3% dal 4,5% del primo trimestre, ma ben al di sotto delle attese del 7,3%. Questo è un segnale preoccupante anche per l'Europa e che probabilmente costringerà le autorità monetarie di Pechino a un ulteriore piano di stimolo.
JP Morgan aveva già tagliato a "sottopesare" le azioni europee a maggio, dopo un periodo di sovrappeso rispetto alle azioni USA. Una scelta, questa, che si è rivelata corretta, sebbene le previsioni che nel primo trimestre i titoli dell'area euro avrebbero raggiunto il picco non si è materializzata. Ad ogni modo, gli strategist continuano a vedere vendite, mentre la fine dell'estate probabilmente riporterà in auge alcune questioni che ancora non sono state del tutto risolte, come quella energetica.