Il primo semestre dei mercati azionari europei si è chiuso all'insegna dei rialzi. In chiusura di settimana, gli investitori hanno acquistato a mani basse i titoli in Borsa dopo i dati pubblicati dall'Eurostat sull'inflazione del Vecchio Continente. Il carovita è rallentato, segnando nel mese di giugno un tasso del 5,5%, al di sotto del 5,6% atteso dagli analisti e del 6,1% del mese precedente.
Questo apre uno spiraglio all'eventualità che la
Banca Centrale Europea desista da mosse aggressive sui tassi d'interesse nei prossimi mesi. Tuttavia, questa speranza è attenuata dal fatto che
l'inflazione core in Europa si mantiene a livelli sostenuti, scendendo meno del previsto (6,8% dal 6,9% del mese scorso, mentre il consensus la dava al 6,6%). Il mercato in questo momento punta sul fatto che l'economia europea riesca ad essere resiliente, superando tutti i venti contrari che possono derivare non solo dai dati macroeconomici ma anche dal riemergere della crisi energetica che ha condizionato tutto il 2022.
In particolare spolvero in questa prima parte del 2023 è Piazza Affari, con l'indice FTSE Mib che ha raggiunto il suo massimo valore dal 2008 e, finora, ha fatto meglio rispetto ai peer europei.
Azioni europee: gli investitori sono in fuga
I fondi azionari della regione però hanno subito la 16esima settimana consecutiva di deflussi. Secondo i dati di EPFR riportati da Bank of America, nell'anno si sono registrati ben 27 miliardi di dollari di prelievi totali. Mentre, considerando l'ultima settimana, in Europa vi è stato un esodo di 4,6 miliardi di dollari.
Tutto questo si è riflesso in una sottoperformance media delle azioni europee rispetto a quelle americane. Lo Stoxx 600 ha guadagnato poco più della metà in confronto all'S&P 500 nei primi sei mesi dell'anno. Il motivo fondamentalmente è da attribuire alla preferenza degli investitori per i titoli tecnologici, elettrizzati in questo momento dall'hype dell'intelligenza artificiale. Le società a grande capitalizzazione attualmente sono le più attrattive, anche perché maggiormente coinvolte nello sviluppo della nuova tecnologia, e guidano gran parte dei guadagni della Borsa di New York.
"L'esposizione tecnologica sta guidando nuovamente i flussi azionari regionali, avvantaggiando le azioni statunitensi e il dollaro. Al contrario, gli investitori statunitensi hanno iniziato a vendere azioni europee per la prima volta quest'anno, con l'indebolimento dei dati di attività che ha provocato deflussi più ampi dalla regione", ha scritto in una nota Emmanuel Cau, strategist di Barclays.
Gli investitori sono invece più entusiasti nei confronti delle azioni giapponesi, in particolare quelli stranieri che hanno aspettative di crescita per le società del Sol Levante. Secondo i dati di BofA, nelle ultime quattro settimane, infatti, i fondi azionari nipponici hanno registrato afflussi per 7,9 miliardi di dollari, livello massimo nel medesimo lasso di tempo da aprile 2020, quando si era in piena pandemia.