Il mese di settembre è stato terribile per le azioni dei chip a Wall Street. Per gran parte dell'anno le aziende produttrici di semiconduttori hanno trovato un grande slancio in Borsa dall'adozione generalizzata dell'intelligenza artificiale, che ha fatto aumentare la domanda di chip di fascia alta. Alcune società come
Nvidia hanno tratto grandi vantaggi, in quanto recitano un ruolo di primo piano nella progettazione e nella produzione di questa tipologia di prodotti, il che aumenta le aspettative che tutto ciò si traduca in grandi guadagni nei prossimi anni.
Azioni chip: ecco i motivi delle vendite di settembre
A settembre però sono avvenuti alcuni fatti che hanno turbato il mercato. Innanzitutto, ha preso corpo l'aspettativa che i
rendimenti obbligazionari rimarranno alti per un periodo di tempo più lungo di quello che immaginava il mercato. Questa prospettiva è stata rafforzata dalla riunione del 19-20 settembre della
Federal Reserve, che ha annunciato solamente due tagli dei tassi d'interesse nel 2024 al posto dei quattro attesi. Se i tassi crescono, il valore attuale degli utili futuri - dati maggiormente in crescita per aziende come Nvidia - si riduce. Inoltre, le aziende tecnologiche - soprattutto quelle non ancora redditizie - attingono maggiormente ai finanziamenti di terzi per sviluppare il proprio business; di conseguenza, dovendo pagare oneri più elevati, finiscono per rallentare la crescita e peggiorare la loro situazione finanziaria.
Un altro fattore che ha caratterizzato il pessimo mese di settembre riguarda le preoccupazioni per la Cina, un mercato molto importante sul fronte della domanda dei semiconduttori. L'economia del Dragone ha subito un rallentamento imprevisto quest'anno, dopo la riapertura delle attività. A ciò si aggiunge la tensione con gli Stati Uniti sul fronte tecnologico, con gli USA che hanno vietato la fornitura in Cina di chip all'avanguardia da parte dei colossi americani come Nvidia e Advanced Micro Devices.
I numeri nel dettaglio
Andando nello specifico, come si sono quindi comportate le azioni delle principali società americane operative nel settore dei chip? Partendo da Nvidia, possiamo dire che la società di Santa Clara ha più che triplicato il suo valore alla fine di agosto raggiungendo un picco a Wall Street di 493,55 dollari per azione. La forza di Nvidia è derivata anche da risultati finanziari presentati ad agosto che hanno fatto brillare gli occhi agli investitori. L'ultima trimestrale ha riportato 13,5 miliardi di dollari di entrate (quasi il doppio rispetto al trimestre precedente), polverizzando le aspettative degli analisti. Soprattutto ha sorpreso in positivo il mercato la previsione di 16 miliardi di dollari di vendite per il terzo trimestre.
Da inizio settembre, però, il titolo ha iniziato la fase discendente, precipitando fino a 410 dollari, prima di rimbalzare ai 430,89 dollari attuali. Probabilmente il mercato sta attendendo il materializzarsi delle previsioni dell'azienda prima di riprendere ad alimentare il rally.
Riguardo il resto, a settembre
Applied Materials è crollata di 9,5 punti percentuali,
Broadcom è scivolata del 9,8%,
Lam Research è affondata del 10,7%,
Micron Technology ha perso il 6,8% e
Texas Instruments è calato del 5,3%. Più contenute le perdite di
Advanced Micro Devices (-2,8%),
Qualcomm (-3%) e
Analog Devices (-3%).
Azioni chip: le previsioni degli analisti
Cosa aspettarsi ora? In via generale, Wall Street rimane ottimista sulle azioni legate ai chip, con gli analisti che hanno alzato in media il prezzo obiettivo. In particolare, tra i 54 analisti che coprono il titolo Nvidia, il target va da 480 a 1.606 dollari, livelli ben superiori ai 431 dollari attuali.
Secondo la società di analisi di mercato SentimentTrader, "storicamente questi cali che si vedono ora a Wall Street riguardo i chip hanno agito come brevi tregue prima di una nuova tendenza rialzista". Dopo un mese, "le quotazioni del settore erano più alte nel 90% dei casi", hanno aggiunto.