Le azioni BP hanno registrato un’impennata superiore al 10% nella giornata di mercoledì, toccando un massimo intraday di 32,94 dollari, dopo che il Wall Street Journal ha riportato l’esistenza di colloqui preliminari con Shell per una possibile acquisizione.
Tuttavia, l'entusiasmo degli investitori si è presto raffreddato quando Shell ha smentito le voci definendole “speculazioni di mercato”. Alla chiusura di Wall Street, le azioni BP quotate al NYSE si sono attestate a 30,32 dollari, con un guadagno dell’1,64%.
Una potenziale maxi-operazione, ma lontana dall’essere concreta
Secondo quanto riportato dal WSJ, se l’operazione dovesse andare in porto, rappresenterebbe la più grande fusione nel settore petrolifero dai tempi dell’acquisizione di Mobil da parte di Exxon negli anni ’90 per 83 miliardi di dollari.
BP, attualmente valutata circa 80 miliardi di dollari, è nettamente più piccola di Shell, che ha una capitalizzazione di oltre 200 miliardi. Tuttavia, fonti vicine alle trattative hanno riferito a CNBC che è improbabile una fusione totale: in caso di accordo, BP potrebbe essere smembrata e venduta a più soggetti.
BP: le difficoltà strategiche e l’interesse degli investitori
BP è considerata vulnerabile sul mercato a causa di una serie di scelte strategiche che l’hanno portata a sottoperformare rispetto a Shell e ai concorrenti americani. Cinque anni fa, l’azienda aveva annunciato un ambizioso piano per la transizione verso le energie rinnovabili, ma i risultati finanziari deludenti hanno portato a una revisione della strategia.
A inizio anno, BP ha ridotto gli investimenti green per rifocalizzarsi su petrolio e gas. Secondo Paul Sankey di Sankey Research, il tentativo di BP di trasformarsi in un’azienda green è stato “un enorme errore”.
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La speculazione su un’acquisizione è stata alimentata anche dall’ingresso di Elliott Management, fondo attivista che ha acquisito oltre il 5% del capitale di BP ad aprile. Gli analisti ritengono che questa mossa aumenti la pressione sul management affinché torni a concentrarsi sul core business legato ai combustibili fossili.
Nonostante le smentite ufficiali di Shell, l’interesse del mercato e le difficoltà interne di BP lasciano intendere che nei prossimi mesi il comparto oil potrebbe essere teatro di ulteriori mosse strategiche e consolidamenti.