Le azioni delle Borse europee sono da comprare, secondo Barclays. La banca londinese ha alzato l'obiettivo per l'indice STOXX 600 a 540 punti per la fine del 2024, dai 510 della stima precedente. Il nuovo target implica un balzo di circa 6 punti percentuali dai valori attuali del principale indice rappresentativo delle Borse del Vecchio Continente. Gli economisti dell'istituto finanziario hanno sottolineato che "i problemi strutturali e i rischi geopolitici per l'Europa non scompariranno", ma "il valore relativo e l'attuale posizionamento migliorano il rischio/rendimento tattico".
Le azioni delle Borse europee tra l'altro otterrebbero un flusso positivo dal miglioramento dell'economia cinese, che rappresenta un mercato importante per il settore del lusso europeo. Tutto questo si inquadra in un contesto in cui, secondo Barclays, ci sarà in Europa "il miglioramento della produzione, l'allentamento delle condizioni finanziarie e il miglioramento delle condizioni dei consumatori".
Tra i settori più appetibili, Barclays ha individuato quello chimico, di cui ha alzato il rating a "overweight"; mentre ha declassato il comparto sanitario, portando il giudizio a "market weight".
Azioni Borse europee: quanto dipenderanno dalla BCE
Le previsioni di Barclays riguardo le azioni europee si uniscono a quelle di Citigroup e Goldman Sachs, che nel 2024 hanno entrambe alzato gli obiettivi per l'indice STOXX 600 da 510 a 540 punti. Tutte e tre le banche hanno citato il taglio dei tassi di interesse come elemento principale in grado di spingere gli acquisti in Borsa.
Adesso le prospettive si fanno molto più concrete, dopo che ieri sono usciti i dati sull'
inflazione europea. Nel mese di marzo, l'indice dei prezzi al consumo si è attestato al 2,4%, al di sotto delle attese degli analisti del 2,5%. Questo conferma come il carovita si stia indirizzando verso il target di lungo termine della
Banca Centrale Europea, che ormai ha pochi dubbi circa l'opportunità di tagliare i tassi di interesse. Molto difficilmente l'Eurotower si muoverà nel mese di aprile, in quanto ha bisogno di alcuni dati sui salari dei lavoratori, che riceverà a maggio, per rompere ogni indugio. Giugno, quindi, dovrebbe essere la data più indicata.
La conferma è arrivata anche da uno dei falchi all'interno del Consiglio direttivo della Banca centrale, ossia il governatore della Banca di Austria,
Robert Holzmann. L'economista ha affermato questa settimana di "non avere alcuna obiezione circa un allentamento a giugno", sebbene abbia precisato che tutto dipenderà dai dati e che l’Eurotower "non dovrebbe andare troppo avanti" rispetto alla
Federal Reserve, poiché "ciò riduce la potenza dell’allentamento". Ad ogni modo, è ipotizzabile che la BCE quest'anno tagli il costo del denaro più rapidamente e forse maggiormente rispetto alla Fed per rilanciare un contesto macro in contrazione, mentre sull'altra sponda dell'Atlantico l'economia a stelle e strisce viaggia a ritmo spedito.