Le ADR JD.com figurano tra le numerose ricevute che permettono alle società non americane di potersi quotare a Wall Street. Prima di tutto bisogna sottolineare che non stiamo parlando di azioni vere e proprie perché le ADR, acronimo di American Depositary Receipt, sono solo dei certificati rappresentativi emessi da una banca depositaria che consentono a una società straniera di raccogliere capitali negli Stati Uniti e agli operatori di Borsa di poter investire in un'azienda estera.
Ogni ADR rappresenta una certa quantità di azioni, che può corrispondere a una o più unità, o solo a una frazione. Ogni ADR di JD.com rappresenta 2 azioni ordinarie detenute dalla banca depositaria, nella fattispecie Deutsche Bank. Questo significa che il prezzo delle ADR è il doppio rispetto a quello delle azioni ordinarie, con rare differenze subito colmate dai meccanismi di arbitraggio. Infatti, nell'ultima chiusura settimanale del 24 maggio, le ADR JD.com quotavano 30,27 dollari USA al Nasdaq, mentre le azioni sono state scambiate al prezzo di 119,60 HKD alla Borsa di Hong Kong. L'ultima quotazione settimanale del cambio USD/HKD è stata di 7,8125. Bisogna ricordare che JD.com è quotata anche a Londra, Città del Messico, Francoforte e Vienna.
Lo stesso meccanismo vale per i dividendi, il cui valore è sostanzialmente il doppio riguardo le ADR rispetto alle azioni. C'è da dire che la cedola viene pagata in dollari USA sia negli Stati Uniti che a Hong Kong, pertanto si ha quanto segue: 0,74 dollari per ADR e 0,38 dollari per azione. Ciò implica che per gli investitori americani non fa grande differenza investire in ADR o azioni sotto l'aspetto del dividendo. Lo stesso vale per gli investitori cinesi, che però subiscono l'effetto cambio quando devono convertire i dividendi in dollari. Inoltre, devono affrontare un discorso di doppia tassazione, perché la cedola viene prima tassata negli Stati Uniti e poi a Hong Kong. I possessori di ADR non possono partecipare direttamente all'assemblea degli azionisti, ma hanno il diritto di incaricare la banca depositaria nella qualità di azionista per esprimere le intenzioni di voto sulla base delle azioni che sono rappresentate dalle ADR. Ad esempio, se un investitore cinese possiede 10 ADR JD.com, ha diritto a 20 voti che può esercitare attraverso Deutsche Bank.
ADR JD.com a Wall Street
Le ADR JD.com sono arrivate a Wall Street a maggio del 2014 aprendo a un prezzo di 21,21 dollari. Per un quinquennio il movimento dei certificati è stato abbastanza laterale, con un picco di 49,43 dollari a gennaio del 2018 e un minimo storico di 18,74 dollari a novembre dello stesso anno. Da quel momento è partito una rally, accompagnatosi alla crescita della società tecnologica cinese. A febbraio 2021 le ADR hanno raggiunto un massimo storico di 105,63 dollari. Nel tempo, però, le quotazioni si sono sgonfiate. A contribuire al sell-off vari fattori:
- la repressione normativa delle autorità di Pechino nei confronti del settore tecnologico cinese negli ultimi anni;
- il calo della domanda dei consumatori cinesi che ha determinato un rallentamento dell'economia, tramortita dal periodo Covid-19 che ha generato la chiusura delle attività e da una crisi immobiliare senza fine;
- l'aumento dei rendimenti sul mercato americano conseguente alle strette sui tassi di interesse della Federal Reserve che ha colpito soprattutto i titoli tecnologici.
Oggi le quotazioni delle ADR JD.com risultano di 30,27 dollari, il che dà una capitalizzazione alla società di e-commerce con sede a Pechino di 46,22 miliardi di dollari (aggiornamento al 24 maggio 2024).