Le ADR sono uno strumento molto utile per le società estere che intendono quotarsi negli Stati Uniti. Acronimo di American Depositary Receipt, questi titoli sono delle ricevute emesse da banche americane - in accordo con le società o in autonomia - che rappresentano le azioni delle società stesse. In sostanza, l'istituto finanziario acquista un blocco di azioni dell’azienda non americana e contestualmente emette delle ricevute, ognuna delle quali può rappresentare una o più azioni, o ancora solo una frazione di esse.
Quindi, gli investitori non acquistano azioni sul mercato con le ADR, ma solo documenti sostitutivi che garantiscono gli stessi diritti. Il prezzo delle ADR coincide quasi sempre con quello delle azioni, poiché i meccanismi di arbitraggio impediscono che ci sia una divergenza. Tuttavia, possono esserci dei brevi frangenti di mercato in cui si può vedere qualche differenza, come ad esempio nei casi di elevata volatilità.
Grazie a questi particolari certificati, le società che non sono di matrice statunitense possono raccogliere capitali nel mercato più grande del mondo, per mezzo delle azioni acquistate da una banca USA, che è anche depositaria. Inoltre, la presenza a Wall Street garantisce loro una maggiore visibilità. Dal canto loro, gli investitori possono accedere a società che, in altre condizioni, troverebbero più difficoltoso e costoso raggiungere. Nel prossimo paragrafo parleremo delle ADR della società francese Sanofi, mettendo in luce l'andamento storico di questi titoli a Wall Street e gli aspetti più interessanti.
Le ADR Sanofi
Sanofi è il gigante farmaceutico nato nel 2004 dalla fusione tra Sanofi-Synthélabo e Aventis. Il debutto al Nasdaq delle ADR è datato luglio 2002, con un prezzo di apertura di 30,50 dollari. L'approccio a Wall Street non fu dei migliori e le ricevute a febbraio del 2003 scivolarono fino a 22,53 dollari. Quello rappresentò il punto più basso del titolo, da cui ci fu una risalita a oltre 50 dollari nel 2006. Livello che il titolo lambì due anni più tardi, quando la tempesta finanziaria del 2008, che passò alla storia come la grande crisi, fece precipitare le quotazioni. Il secondo scossone arrivò durante la pandemia, con la big pharma impegnata nella sperimentazione del vaccino anti-Covid, il quale però non vide mai la luce perché gli studi ebbero esito negativo.
La terza scossa tellurica si ebbe nell'estate del 2022, quando una valanga di vendite si scatenò sulle ADR Sanofi a causa dei guai giudiziari legati al farmaco per la cura di gastriti e ulcere Zantac. Nel tempo l'azienda ha dovuto affrontare oltre 20.000 cause legali in quanto il farmaco è stato accusato di provocare effetti cancerogeni. La situazione non è stata risolta ancora, perché negli ultimi giorni Sanofi ha patteggiato per circa 4.000 cause ma rimangono in sospeso tutte le altre. Il trambusto nel 2022 fece comunque precipitare il prezzo delle ADR dal massimo storico di aprile di 57,79 dollari a un minimo di 36,91 dollari. Nei mesi successivi la ripresa fu energica e ad aprile del 2023 le ADR rividero il top raggiunto l'anno prima. Oggi i certificati viaggiano a un valore di 47,25 dollari, il che dà alla società una capitalizzazione di 118,18 miliardi di dollari (dati aggiornati al 5 aprile 2024).