Le
azioni britanniche hanno sottoperformato quest'anno rispetto a quelle europee e americane. L'indice
FTSE 100 ha guadagnato il 2,21%, circa tre punti percentuali in meno rispetto allo
STOXX 600 e addirittura sei punti al di sotto della performance dell'
S&P 500. La Borsa del Regno Unito paga la scarsa presenza di titoli tecnologici, che rende il confronto con Wall Street improponibile. Tuttavia, in presenza di fondamentali economici in miglioramento, la
nutrita partecipazione di finanziari e di titoli energetici e dei materiali, che rappresentano un quarto dell'indice borsistico londinese, può fare la differenza.
Il rally del petrolio negli ultimi giorni ha rafforzato titoli come Shell, mentre l'idea che i tassi di interesse possano rimanere alti più a lungo costruisce un elemento positivo per le banche quotate. In particolare, negli Stati Uniti la Federal Reserve probabilmente non taglierà il costo del denaro prima di settembre a causa del riaffiorare dell'inflazione e della straordinaria forza dell'economia americana. Questo significa che
molti investitori allenteranno la presa sulla tecnologia e si dirigeranno altrove. È pur vero che la
Bank of England potrebbe diventare più accomodante quanto prima, ma questo finirebbe per avvantaggiare ulteriormente le azioni britanniche attraverso la ripartenza dell'economia.
Azioni britanniche: ecco perché vanno comprate
Quindi è il momento di investire sulle azioni britanniche? Secondo gli analisti di Barclays, la Borsa di Londra avrebbe le carte in regola per eccellere quest'anno. Una delle ragioni è che il costante aumento delle quotazioni del petrolio e delle altre materie prime comporterà uno slancio degli utili per azione del Regno Unito, migliorando le valutazioni depresse. Inoltre, il FTSE 100 - basato su materie prime e titoli difensivi - potrebbe "fungere da copertura contro la stagflazione, nel caso in cui i problemi geopolitici e di offerta persistano".
Un'altra motivazione, a giudizio della banca londinese, consiste nel fatto che la BoE intraprenderà un ciclo di tagli più aggressivo rispetto alla Fed.
In terzo luogo, i multipli britannici sono molto più bassi di quelli americani, proprio perché riflettono una maggiore inclinazione al valore e una totale assenza alla tecnologia da parte della Borsa di Londra. Barclays sostiene che sia molto difficile un'inversione in tempi brevi di questo paradigma, ma "se gli investitori si sentissero più a loro agio con la narrativa di un atterraggio morbido e con il miglioramento delle prospettive di utili per i settori value come le banche e le materie prime, ciò potrebbe almeno fornire una base alle valutazioni del Regno Unito".
Goldman Sachs questa settimana ha detto ai clienti che le azioni britanniche offrono "uno dei migliori punti di ingresso della loro storia". La banca americana sottolinea come il FTSE 100 venga scambiato con un price/earnings di 11,6, ben al di sotto dello stesso multiplo delle azioni globali a 16,8. In particolare, la maggior parte delle azioni dei vari Paesi presenta un rapporto P/E ben al di sopra della media storica, il che potrebbe attrarre gli investitori verso le azioni britanniche. Sulla base di questi parametri, Goldman vede ancora più interessante il FTSE 250, che scambia a 11,3 volte gli utili attesi.