Il tira e molla per il rinnovo dei contratti dei lavoratori tra le grandi case automobilistiche di Detroit - Ford, General Motors e Stellantis - e il sindacato United Auto Workers (UAW) ha messo sotto pressione il settore automobilistico, generando perdite nelle Big Three per via degli scioperi in alcuni stabilimenti chiave. Dopo circa sei settimane di interruzioni produttive si è riusciti a raggiungere un compromesso provvisorio, anche se manca ancora la ratifica da parte dei membri dell'UAW e, nel caso di General Motors e Stellantis, dei leader sindacali locali.
I dettagli dell'accordo stanno via via emergendo. Finora si sa che, rispetto a 4 anni e mezzo fa, ci sarà un aumento salariale del 25%, il ripristino degli adeguamenti all'inflazione, un aumento dei contributi aziendali 401(k) e un incremento dei bonus di partecipazione agli utili. Al tirar delle somme, il bottino portato a casa dal sindacato è più che soddisfacente. Al contrario, le case automobilistiche ne sono uscite con le ossa rotte, dovendo accettare loro malgrado un compromesso che ha risuonato più come un ricatto.
Pur consapevoli di una crescita notevole dei costi e di una posizione molto sfavorevole rispetto a competitor non sindacalizzati come Tesla, le Big Three hanno cercato di schivare l'ascia degli scioperi che sventolava minacciosa se non avessero acconsentito alle condizioni dettate dall'UAW. Anche perché il black-out era pronto a colpire impianti strategici facendo ancora più danno.
Accordo UAW-Big Three: i vincitori
In questa vicenda molto complicata, si possono contare vincitori e vinti. Tra i vincitori risulta sicuramente il presidente dell'UAW, Shawn Fain. Il leader rappresentante dei dipendenti ha attuato la strategia di un sindacato combattivo, che ha fatto leva sui punti chiave che hanno agitato gli animi dei lavoratori, ossia la lotta contro i miliardari e i diritti dei lavoratori stessi. Queste colonne portanti sono riuscite a condurre al successo tutta la trattativa, ottenendo molto di più di quanto ci si aspettasse.
Altri vincitori risultano i membri dell'UAW che sono coperti dai nuovi accordi, avendo ottenuto condizioni insperate rispetto a quelle di diversi anni fa. Per giunta, i lavoratori che hanno lavorato a partire dal 23 ottobre saranno pagati retroattivamente.
Nella lista di coloro che sono stati avvantaggiati da questa situazione si potrebbe inserire Tesla. Con l'accordo tra il sindacato e le case automobilistiche di Detroit, aumentano i costi per queste ultime e viene rinviato il lancio del piano sulle auto elettriche. Questo significa che il leader di Austin sente meno la pressione della concorrenza e quindi può programmare meglio il tempo per i suoi prodotti attuali e futuri.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden risulta il quarto vincitore, perché si è schierato a fianco dell'UAW nella trattativa con i produttori di auto autoproclamandosi come il presidente più pro-sindacato della storia americana. Ciò potrebbe avere un
tornaconto in vista delle elezioni presidenziali del 2024.
Accordo UAW-Big Three: i vinti
Tra i perdenti figurano indubbiamente le Big Three dell'automotive di Detroit. Per diverso tempo hanno preso sottogamba le mire del sindacato e il risultato finale è stato di contratti record a favore dei dipendenti. Lo sciopero ha rappresentato un conto salato per tutte. Ford ha subito un costo di 1,3 miliardi di dollari in termini di mancate entrate; GM ha affermato che lo scotto è stato quantificato in 800 milioni di dollari; mentre Stellantis ha rivelato ieri in occasione della presentazione dei conti trimestrali che gli scioperi hanno pesato sul bilancio per 3,2 miliardi di dollari.
Gli investitori figurano anche tra i perdenti. Da quando sono iniziate le interruzioni produttive negli stabilimenti a metà settembre, le azioni Ford e General Motors hanno subito perdite a due cifre, mentre Stellantis ha avuto un passivo più contenuto. Il problema è in prospettiva, perché l'aumento del costo del lavoro sicuramente impatterà sulla redditività delle aziende e quindi sulla loro competitività. Ne consegue che l'effetto in Borsa potrebbe farsi sentire anche in futuro.
Anche il settore dei veicoli elettrici alla fine ci perderà probabilmente. Le case automobilistiche colpite dai nuovi contratti ritarderanno la produzione e gli investimenti nelle auto a batteria, rallentando in questo modo lo sviluppo del settore. Ford e General Motors hanno già annunciato rinvii; mentre Stellantis, che ha investito molto in USA nei veicoli ibridi plug-in, per ora non ha rivelato modifiche significative nel business.