La tempesta finanziaria che si è abbattuta sui mercati nelle ultime sedute ha come motivo conduttore la paura degli investitori che negli Stati Uniti possa determinarsi una stagflazione. Il fenomeno è particolarmente temuto perché unisce due scenari molto negativi per un'economia: la recessione e l'inflazione.
In pratica, convivono allo stesso tempo una stagnazione economica dettata da crescita nulla, scarsa o addirittura negativa e un aumento sostenuto dei prezzi. Solitamente, una contrazione dell'economia è accompagnata da deflazione o disinflazione, perché il calo della domanda porta alla diminuzione dei prezzi o della crescita degli stessi. Quando invece, questi ultimi salgono anche con una crescita stagnante, allora ci possono essere delle storture di mercato molto pericolose.
I dazi stabiliti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la guerra commerciale che ne consegue potrebbero determinare una stagflazione. L'inflazione verrebbe generata dal fatto che le aziende americane spendono di più per i beni importati e tale aumento lo trasferiscono al consumatore finale.
L'aumento dei costi di produzione può rendere meno redditizia la produzione, spingendo le aziende a ridurre la quantità di beni e servizi offerti favorendo una contrazione dell'attività economica e del PIL. Una riduzione della ricchezza prodotta può derivare anche dal calo della domanda, visto che prezzi più elevati tendono a diminuire la quantità di beni e servizi che i consumatori sono in grado di acquistare (e, ad esempio, negli USA i consumi rappresentano due terzi della ricchezza prodotta).
L'incertezza economica, l'alta inflazione e la crescente disoccupazione erodono la fiducia dei consumatori e delle imprese. I consumatori tendono a rimandare gli acquisti importanti, mentre le imprese sono riluttanti a investire, contribuendo al circolo vizioso della stagnazione.
Stagflazione: come reagiscono i vari asset
Cosa succede normalmente ai vari asset nei mercati finanziari quando si verificano fenomeni stagflazionistici? Ci sono molti aspetti che vanno valutati con attenzione. La componente inflazionistica erode il potere d'acquisto distruggendo i consumi ma anche i risparmi. Un'elevata inflazione è nemica del reddito fisso in quanto gli interessi cedolari perdono valore nel tempo, così come il capitale rimborsato dopo un certo numero di anni.
Durante i contesti di stagflazione, in genere le azioni sottoperformano. Le azioni soffrono in periodi di stagflazione a causa della crescita economica rallentata che impatta negativamente sugli utili aziendali. L'inflazione elevata aumenta i costi operativi delle imprese, comprimendo ulteriormente i margini di profitto. Inoltre, le Banche centrali potrebbero essere costrette ad aumentare i tassi di interesse per combattere l'inflazione, il che rende il finanziamento più costoso per le aziende e deprime le valutazioni azionarie.
A livello settoriale ci sono alcuni settori difensivi come i beni di consumo di base (alimentari, bevande, prodotti per la casa), i servizi sanitari e le utilities tendono a essere più resilienti in quanto la domanda per i loro prodotti e servizi rimane relativamente stabile indipendentemente dalle condizioni economiche. Anche le aziende del settore energetico e delle materie prime possono sovraperformare a causa dell'aumento dei prezzi delle materie prime che spesso è una delle cause della stagflazione.
Per quanto riguarda i bond, nelle fasi iniziali di incertezza economica che spesso accompagnano la stagflazione, le obbligazioni governative di alta qualità possono agire come bene rifugio. Le obbligazioni legate all'inflazione diventano più attraenti in contesti di alta inflazione in quanto proteggono il potere d'acquisto degli investitori mentre quelle a tasso fisso possono soffrire a causa dell'inflazione, che ne erode il valore reale dei pagamenti futuri. Inoltre, l'aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali per combattere l'inflazione tende a far diminuire il valore delle obbligazioni esistenti con tassi di interesse inferiori.
L'oro tradizionalmente si comporta bene durante i periodi di stagflazione. È considerato un bene rifugio che conserva il suo valore in periodi di incertezza economica e finanziaria. Inoltre, l'oro è visto come una copertura contro l'inflazione, in quanto il suo prezzo tende a salire quando il potere d'acquisto delle valute diminuisce.
In linea generale, durante i periodi di stagflazione gli investitori tendono a favorire asset reali come l'oro e le materie prime (che spesso sono la causa dell'inflazione), e settori azionari difensivi. Le obbligazioni governative di alta qualità possono offrire un rifugio temporaneo, mentre le obbligazioni legate all'inflazione diventano più interessanti. Le azioni in generale tendono a sottoperformare a causa della debole crescita economica e dell'alta inflazione.
Cosa è successo in passato?
I contesti stagflazionistici sono piuttosto rari. Un episodio molto rammentato è il
primo shock petrolifero del 1973, quando i membri dell'OPEC tagliarono le esportazioni di petrolio verso i Paesi NATO, i quali appoggiarono Israele nella guerra scoppiata contro Siria ed Egitto. Il colpo fu tremendo a livello mondiale, perché generò una crisi energetica mai vista prima. Ciò portò a un'inflazione galoppante e una depressione economica che si sviluppò in un incremento diffuso della disoccupazione.
L'episodio si ripeté sei anni più tardi con il secondo shock energetico, quando centinaia di rivoluzionari iraniani fecero irruzione all'Ambasciata americana a Teheran prendendo in ostaggio 52 tra diplomatici e funzionari. Il caos turbò tutto il settore petrolifero in Medio Oriente, che ridusse la produzione e sospese le esportazioni verso i Paesi occidentali.
Un altro caso di stagflazione si è avuto recentemente con lo scoppio della guerra Russia-Ucraina, anche se in misura minore rispetto agli anni '70. In verità, l'invasione di Mosca più che una causa fu un'accelerazione di una situazione che aveva creato le radici nel periodo pandemico. La ripresa economica nel periodo post-Covid determinò colli di bottiglia sul lato dell'offerta. Il conflitto nell'Est Europa ha ridotto ulteriormente le forniture, soprattutto sul fronte delle materie prime, come conseguenza delle sanzioni occidentali alla Russia.
L'inflazione che ne è derivata è risultata la più alta degli ultimi 40 anni, mentre alcuni Paesi importanti come la Germania e la Gran Bretagna hanno flirtato con la recessione o quantomeno con una stagnazione della propria economia.
Durante questi periodi stagflazionistici, l'oro ha trionfato, mentre i mercati azionari e obbligazionari hanno spesso traballato. Gli shock petroliferi diedero luogo a un mercato azionario ribassista a Wall Street durato 15 mesi nel '73 e 6 mesi nel '79. Anche l'Europa fu travolta, con le Borse che vissero due periodi drammatici. Lo shock pandemico invece ha causato un calo sia delle azioni che delle obbligazioni che, in via eccezionale, si sono mossi nella stessa direzione.