La situazione al confine tra Russia e Ucraina sta lasciando il mondo con il fiato sospeso, nel timore che tutto possa degenerare in una guerra che potrebbe finire per coinvolgere tutto il mondo. Le truppe russe e bielorusse che si sono ammassate per effettuare esercitazioni militari preoccupano l'Occidente, che ormai si aspetta da un momento all'altro un'invasione scellerata. Inoltre, Vladmir Putin ha anche spostato carri armati, veicoli da combattimento di fanteria, lanciarazzi e altre attrezzature militari verso ovest dalle basi nell'Estremo Oriente russo.
Joe Biden ha esortato i cittadini americani che si trovano in Ucraina a lasciare immediatamente il Paese e ha avvertito che se Russia e USA dovessero aprire il fuoco reciprocamente a quel punto scoppierà una guerra mondiale. Il Premier russo ha riferito che non ha alcuna intenzione di invadere l'Ucraina, ma ormai non ci crede nessuno. Il clima di terribile tensione ha sconvolto le Borse la scorsa settimana, già provate dai dati sull'inflazione americana, che hanno chiuso l'ultimo giorno di contrattazione con pesanti ribassi.
Russia-Ucraina: come si comportano gli investitori
Gli investitori però nel complesso si stanno comportando come se non stesse per scoppiare un conflitto da un momento all'altro. E lo si vede da alcuni segnali. Dal punto di vista valutario ad esempio, non vi è un accanimento contro le divise più oggetto di possibili attacchi come il Rublo russo e la Grivna ucraina.
Le valute si sono addirittura apprezzate questo mese rispetto a quello precedente, dove nell'ultima settimana di gennaio erano scambiate ai minimi pluriennali. In particolare sulla moneta russa gli hedge fund hanno tenuto a un certo punto le posizioni long maggiori da 23 mesi durante la scorsa settimana, in base ai dati forniti dalla Commodity Futures Trading Commission.
Venerdì pomeriggio il Rublo è stato venduto, perdendo oltre il 3% sul Dollaro americano dopo le dichiarazioni di Biden, ma considerando il mese viaggia ancora intorno alla parità. A sostenere il Rublo vi è anche la politica monetaria particolarmente aggressiva da parte della Banca di Russia, che venerdì scorso ha alzato i tassi d'interesse dall'8,5% al 9,5% per frenare la corsa dell'inflazione.
Questo comporta che le obbligazioni russe rendono molto e per questo sono comprate dagli investitori, pur considerando un certo rischio geopolitico. Il mese scorso sia i bond russi che quelli ucraini sono stati venduti a mani basse, ma dalla fine di gennaio sono saliti rapidamente abbassando il rendimento. Anche il costo dei credit default swap che assicurano contro il default degli Stati coinvolti si è ridotto notevolmente..
Molti sostengono che il motivo per cui gli operatori di mercato continuano a puntare su asset russi consiste nel fatto che il Paese è in una posizione finanziaria forte grazie agli alti prezzi del petrolio. Nel 2021 infatti, l'avanzo delle partite correnti è cresciuto di 3,5 volte rispetto all'anno precedente, almeno fino al mese di novembre. E inoltre a dicembre ha accumulato riserve internazionali di valute al massimo storico per 630 miliardi di dollari grazie all'export. Questo consente di utilizzare tali risorse per frenare l'eventuale sell-off sul Rublo.
Russia-Ucraina: cosa pensano i gestori dei fondi
Uday Patnaik, responsabile del debito dei mercati emergenti presso Legal & General Investment Management, ha recentemente acquistato più obbligazioni russe, puntando su un'attenuazione delle tensioni. A suo giudizio, Putin non farebbe una mossa a sorpresa perché al confine ancora non vi sono truppe sufficienti per conquistare l'Ucraina.
Non la pensa allo stesso modo Timothy Ash, strategist dei mercati emergenti presso BlueBay Asset Management, che sostiene come il mercato stia sottovalutando il rischio geopolitico, quando invece è evidente che Putin sta preparando le truppe all'assalto.
Tale considerazione è appoggiata da Paul McNamara, gestore di fondi di debito dei mercati emergenti presso GAM. L'esperto ritiene che i mercati stiano dando un peso eccessivo alle parole del Premier russo di non voler fare un'azione aggressiva, ma vi potrebbe essere un'escalation significativa nell'Ucraina orientale. Per questo sarà molto difficile che i prezzi russi rimarranno dove sono, conclude McNamara.