La situazione tra Russia e Ucraina ormai sembra appesa a un filo ed è più probabile che nei prossimi giorni, se non nelle prossime ore, qualsiasi intento diplomatico di scongiurare una guerra finisca nel vuoto. L'annunciato incontro tra Joe Biden e Vladmir Putin nella giornata di ieri, dopo la mediazione di Macron, è stato smentito oggi dal Cremlino, che ha ritenuto il meeting prematuro al momento. Di conseguenza se le buone intenzioni avevano aiutato a svelenire un pò il clima, ora la situazione è tornata tesa.
Nel frattempo da Washington si sta già pensando alle sanzioni da adottare nei confronti di Mosca se ci dovesse essere un'invasione dell'Ucraina. In base ad alcune indiscrezioni giornalistiche, la Casa Bianca avrebbe già pronto un primo pacchetto dove emerge il divieto alle banche americane di processare le transazioni che coinvolgono gli istituti finanziari russi.
In questo modo verrebbero stralciati gli accordi bilaterali che sussistono tra i 2 Paesi in tema di pagamenti e operazioni bancarie internazionali. Quali sarebbero le banche maggiormente coinvolte? Le fonti di stampa rivelano che gli istituti particolarmente nel mirino sarebbero soprattutto VTB Bank, Sberbank, Veb e Fazprombank, più esposti negli Stati Uniti.
Tra l'altro, l'Amministrazione USA sta valutando se utilizzare un altro sistema potentissimo di provvedimenti, che riguarda lo Specially Designated Nationals, una lista nera dove vengono inseriti soggetti privati e società russe, i quali verrebbero esclusi dal sistema bancario americano, con il congelamento dei loro beni negli Stati Uniti, nonché il divieto assoluto di effettuare scambi. Ancora non si sa se anche le banche verranno immesse in questa black list, fatto sta che la misura sarebbe pesantissima in quanto in pratica bloccherebbe le transazioni in dollari USA per i soggetti russi.
Russia-Ucraina: che effetti avranno le sanzioni USA?
Le mosse della Casa Bianca per il momento sono tenute in stand-by ma pronte a essere attuate nel caso la situazione dovesse degenerare. Ad ogni modo, non sono nemmeno una gran novità, dal momento che già il mese scorso Peter Harrell, che fa parte del Consiglio per la sicurezza nazionale, aveva affermato come le sanzioni finanziarie abbiano un obiettivo ben preciso, ossia quello di determinare un aumento dei costi a breve termine sulla Russia, agevolare la fuga di capitali, aumentare l'inflazione e costringere la Bank of Russia a salvare le proprie banche. Insomma, un modo per mettere in ginocchio un Paese.
Chiaramente, tutto ciò rimane nelle intenzioni fino a quando da Mosca non giungono segnali che tutto sia diventato irragionevolmente insanabile. Ad ogni modo, la notizia che queste tipologie di sanzioni sono in arrivo non aiuta di certo a distendere il clima alla luce degli sforzi che si stanno compiendo per evitare una guerra in cui tutti alla fine avrebbero da perdere.