Una grande novità nel campo della transizione energetica potrebbe arrivare dal mondo arabo, grande produttore di petrolio. Precisamente dagli Emirati Arabi che stanno studiando un modo per produrre idrogeno dai reattori nucleari.
Abu Dhabi, la capitale degli Emirati, è stata la prima a costruire una centrale nucleare nel Medio Oriente e ora, attraverso la Emirates Nuclear Energy, vorrebbe utilizzare i reattori modulari ad alta temperatura per la produzione di idrogeno in maniera più economica rispetto ai metodi attuali.
Questo sarebbe un grande passo nel segno del passaggio dai combustibili fossili all'energia pulita e l'idrogeno verrebbe utilizzato sia a livello nazionale che per l'esportazione negli altri Paesi. L'Amministratore delegato della società energetica, Mohamed Al Hammadi, ha dichiarato che l'azienda sta lavorando a stretto contatto con il Governo per valutare la tecnologia, ma il progetto sembra promettente.
Nucleare: gli Emirati Arabi un Paese leader
Come accennato, gli Emirati Arabi sono stati i primi a far funzionare una centrale nucleare commerciale nel mondo arabo nel 2020 e ora sono leader regionali nell'utilizzo dell'energia nucleare, che rappresenta una fonte senza emissioni in alternativa alle rinnovabili. Quest'anno dovrebbe essere pronto un secondo reattore da 1,4 GW in un impianto che avrà una capacità di 5,6 GW quando sarà pienamente operativo nel 2025, riuscendo a soddisfare il 25% del fabbisogno energetico del Paese.
La decisione di investire nel nucleare è maturata alla luce di quanto stava succedendo in Europa sul piano energetico, ha sostenuto Hammadi, dove si è andati incontro a una grave crisi. Adesso nel Vecchio Continente la situazione sfiora i confini del dramma perché le tensioni a livello geopolitico sulla vicenda Russia-Ucraina rischia di esacerbare una situazione di per sé grave. Se infatti Mosca dovesse chiudere i rubinetti nella fornitura di gas, l'Europa non avrebbe grandi fonti alternative a cui attingere per soddisfare il proprio fabbisogno energetico.
Sul nucleare, Francia a parte, gli altri Paesi non hanno investito e anzi hanno chiuso le centrali dopo i fatti di Fukushima del 2011. L'argomento però ora è tornato di attualità e non è escluso che tale fonte di energia verrà rispolverata se la situazione nei Balcani dovesse degenerare delineando il peggiore degli scenari.
Hammadi sottolinea che "l'investimento sul nucleare sta dando i suoi frutti, grazie a una produzione di energia di 1.400 megawatt h24 e 7 giorni su 7, sfruttando una fonte affidabile, sicura e pulita". Tra i Paesi arabi, gli Emirati sono stati i primi a impegnarsi seriamente nelle riduzioni di emissione di CO2 entro il 2050. Al riguardo Hammadi sostiene che uno Stato deve includere nel mix energetico il nucleare per forza di cose se vuole raggiungere tali obiettivi.