Secondo Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates, i mercati stanno vivendo una fase marcatamente distorta dall’euforia sull’intelligenza artificiale. Un eccesso che, nella sua analisi, possiede già tutte le caratteristiche tipiche di una bolla speculativa. Eppure, precisa l’ex gestore del più grande hedge fund al mondo, la conclusione non è affatto scontata: "Non vendete solo perché c’è una bolla", ha dichiarato nel corso di un’intervista a CNBC.
La sua osservazione parte da un dato empirico. Dalio ricorda che, storicamente, quando i prezzi raggiungono livelli estremi rispetto ai fondamentali, i ritorni prospettici dei successivi dieci anni tendono a ridursi drasticamente. L’avvertimento, però, non si traduce in un invito a liquidare le posizioni: la presenza di una bolla, di per sé, non implica un imminente punto di rottura. "Siamo in quel territorio, ma non abbiamo ancora l’elemento che possa farla scoppiare".
Il boom dell’AI - di cui Nvidia continua a essere il simbolo più evidente - ha offerto nuova spinta ai mercati, con il Nasdaq che da inizio anno è avanzato di circa il 14%, trainato dalle Big Tech e dal crescente entusiasmo per le applicazioni generative e industriali dell’intelligenza artificiale. Le trimestrali migliori delle attese hanno alimentato ulteriore ottimismo, nonostante alcuni investitori inizino a temere un’eccessiva concentrazione del rischio.
Ray Dalio: il fattore scatenante che ancora manca
Dalio individua nella politica fiscale, più che in quella monetaria, il potenziale catalizzatore in grado di “pungere” la bolla dell’AI. Non crede che un inasprimento delle condizioni finanziarie sia sufficiente a invertire il trend; piuttosto, intravede minacce nel possibile aumento delle imposte sulla ricchezza, un tema che torna ciclicamente al centro del dibattito politico statunitense.
Secondo l’investitore, l’attuale contesto di tassi elevati è ormai assorbito dai mercati e difficilmente potrà generare un’improvvisa correzione. "Perché una bolla scoppi", afferma, "serve un evento esterno che ne metta in discussione la sostenibilità". Al momento, osserva, quel fattore non si è ancora manifestato.
La dinamica osservata su Nvidia mostra quanto il mercato sia disposto a premiare ogni conferma della narrativa proAI. Lo stesso CEO Jensen Huang, rispondendo ai timori degli analisti, ha sottolineato che l’attuale ciclo tecnologico possiede caratteristiche “molto diverse” rispetto alle bolle del passato, in particolare grazie alla rapidità con cui l’AI sta entrando nei processi produttivi di interi settori.
È il momento di diversificare
Pur mantenendo un atteggiamento prudente, Dalio invita gli investitori a prepararsi attraverso una maggiore diversificazione. Tra gli strumenti citati c’è l’oro, tornato ai massimi storici e considerato ancora una componente essenziale in un portafoglio bilanciato. In un contesto in cui la concentrazione del mercato aumenta e la volatilità implicita resta compressa, l’asset aureo conserva un ruolo di assicurazione contro scenari di stress sistemico.
In conclusione, esiste la bolla dell’AI ma non è ancora matura per una correzione violenta. La vera sfida per gli investitori consiste nel gestire un mercato che continua a premiare l’euforia, pur stando consapevoli che i rendimenti di lungo periodo potranno essere inferiori. La domanda non è se la bolla scoppierà, ma quale sarà il fattore che, un giorno, innescherà la svolta.