Nell'ambito della diffusione dei prestiti ad alto rischio, ossia quelli con incorporata una probabilità maggiore che il mutuatario non sia in condizione di rimborsare il finanziamento totalmente o in parte in maniera puntuale, nel primo decennio del nuovo millennio, negli Stati Uniti presero piede nel mondo dei mutui bancari i cosiddetti prestiti "ninja".
Normalmente, i prestiti ad alto rischio rappresentano un modo per l'istituto che eroga il finanziamento di ottenere rendimenti più elevati, mentre per chi riceve il denaro un modo per accedere al capitale che altrimenti non potrebbe ottenere. Se ne deduce, quindi, che i rendimenti sono molto più alti del normale.
Prestiti ninja: definizione e caratteristiche
I prestiti ninja sono finanziamenti concessi a persone in condizioni disperate, ovvero senza reddito, lavoro e altri beni. Ninja infatti sta per "no income, no job, no assets". Queste tipologie di prestito hanno le seguenti caratteristiche:
- non richiedono garanzie, quindi il prestatore non ha modo di recuperare le perdite facendo affidamento alla vendita di beni del mutuatario prestabiliti se quest'ultimo dovesse risultare inadempiente;
- richiedono scarsa o nulla documentazione affinché si decida per la loro concessione;
- hanno tassi di interesse (molto) più alti del normale, il che può rendere difficile rimborsare periodicamente le rate dei finanziamenti. A volte l'aliquota può raggiungere anche il 30% e i tassi sono regolabili. Questo implica che se aumentano, i mutuatari rischiano di non essere in grado di effettuare i loro pagamenti periodici;
- sono commercializzati a persone in gravi difficoltà finanziarie, che producono nullo o scarso reddito;
- sono spesso associati a pratiche di prestito predatorie, in cui gli istituti finanziari che erogano il denaro approfittano della vulnerabilità dei soggetti in difficoltà per imporre condizioni vessatorie.
Prestiti ninja: quali effetti sull'economia
Il principale rischio dei prestiti ninja è quello che il capitale e/o gli interessi non vengano rimborsati alla scadenza. Si tratta dell'effetto collaterale più logico di un sistema volto a favorire il credito e la liquidità venendo incontro a soggetti che hanno bisogno di soldi rapidi. Quindi, se da un lato tutto questo porta a stimolare l'economia attraverso il finanziamento facile che fa aumentare la domanda di beni e servizi, dall'altro rischia di ritorcersi contro in maniera drammatica.
Le persone che ricevono il prestito hanno normalmente punteggi di credito scadenti e una storia creditizia alle spalle tribolata. Quindi, è molto facile che non siano in grado di rimborsare le rate, visti anche i tassi di interesse molto alti. Un'inadempienza massiccia manda inevitabilmente in crisi tutto il sistema finanziario, con le perdite che si accumulano nei bilanci e gli istituti di credito che rischiano il default. La stretta successiva sul credito è una logica conseguenza, con effetti recessivi disastrosi sull'economia.
Cosa successe con la grande crisi del 2008
Verso la fine degli anni '90, il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton fece pressione affinché le due agenzie che effettuavano le cartolarizzazioni dei mutui ipotecari,
Fannie Mae e Freddie Mac, acquistassero anche pacchetti di mutui più a rischio. L'obiettivo era quello di rilanciare l'economia americana colpita dallo scoppio della
bolla dot-com e dall'attacco alle Torri Gemelle di inizio secolo.
Le banche furono così stimolate a concedere prestiti con estrema generosità, che poi giravano alle due grandi società supportate dal governo federale. All'inizio degli anni 2000, i prestiti ninja dilagarono, mentre la frenesia del credito facile non dava cenni di contrazione. All'epoca, tali finanziamenti erano denominati anche "no doc", in quanto i prestatori non si preoccupavano di chiedere la documentazione sulla capacità di ripagare il debito.
Il sistema cominciò a scricchiolare dopo che la Federal Reserve nel 2004 iniziò ad aumentare i tassi di interesse come risposta alla ripresa economica. L'effetto però si sentì qualche anno più tardi, quando arrivarono le prime inadempienze. I prestiti ninja spesso avevano interessi regolabili. Quindi, l'adeguamento dei tassi fu deleterio per soggetti che già di per sé avevano enormi difficoltà a restituire il prestito.
Cosa successe nel 2008 con la crisi dei mutui subprime e il fallimento della Lehman Brother's, la quarta banca degli Stati Uniti, è storia. Le agenzie Fannie Mae e Freddie Mac accumularono perdite miliardarie e vennero salvate in extremis dal governo federale attraverso un piano di nazionalizzazione. Nel 2010, almeno due terzi delle cattive ipoteche rilasciate dal sistema finanziario vennero acquistate da agenzie governative.
La crisi economica lasciò per molti anni un segno indelebile nell'economia americana, sancendo non solo il fallimento del governo come regolatore ma anche la sua responsabilità nell'alimentare una bolla disastrosa. Con il tempo i prestiti ninja si ridussero drasticamente e oggi un collasso come quello di quasi due decenni fa trova una barriera fortificata da una regolamentazione più severa.