Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 l’attenzione di politica e media è stata in gran parte concentrata su appuntamenti e scadenze che poco avevano a che fare, col tema generale dell’attuazione dei progetti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Tale intervento, portato nuovamente alla luce dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuendo a risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana e di conseguenza accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale.
Next Generation EU: da tutela ambiente opportunità per investitori
Con la nascita del PNRR, conseguenza del più ampio Next Generation EU, l’Italia si posiziona come prima beneficiaria in valore assoluto di ingenti investimenti per attuare un progetto di rivoluzione verde e transizione ecologica.
Tutto ciò ha un riscontro positivo non solo per proteggere il capitale naturale dell’UE, trasformandola in un’economia a basse emissioni di CO2 ed efficiente nell’impiego delle risorse, ma per gli investitori costituisce un'opportunita.
La tutela dell’ambiente e l’innovazione contribuiscono infatti a creare nuove possibilità commerciali e occupazionali, che stimolano ulteriori investimenti e creano una base solida per dei profitti a breve e lungo termine.
Conoscere il legame tra finanza e sostenibilità è fondamentale per comprendere l’attuale scenario economico-sociale e capirne gli sviluppi futuri. Le imprese sono sempre più proiettate ad incentivare il ricorso a politiche sostenibili che prevedano l’integrazione di criteri ambientali, sociali e di governance (ESG).
Chi investe tenendo conto dei principi ESG può guardare oltre i tradizionali report finanziari ed avere una visione più ampia delle prospettive di rischio/rendimento a lungo termine di una società. È bene infatti essere pronti a proteggere i nostri portafogli da rischi ambientali, sociali o di governance, verificando quali tra i titoli cui siamo interessati, ricopra delle posizioni di prestigio nei benchmark presentati.
Da novembre 2018, per il Regolamento 2019/2089, sono state introdotte delle classifiche che riguardano i risultati raggiunti in termini di emissioni di gas ad effetto serra e quelli relativi all’Accordo di Parigi, per combattere e reagire prontamente allo scenario di un aumento di temperatura media globale entro 1,5°.
Diversi studi segnalano che società con rating più elevati per fattori ESG hanno anche un minor costo di capitale in termini di debito e di equity e che sul mercato azionario vanno meglio di altri titoli. Insomma, c’è una correlazione tra performance finanziaria delle società e la loro strategia ESG.