Dopo l’avvertimento arrivato dall’inflazione tedesca, qualche giorno fa Eurostat ha certificato che anche i dati relativi i prezzi al consumo della Zona Euro nel mese di settembre hanno raggiunto la doppia cifra (10%). Si tratta di indicazioni che da un lato innescheranno un raffreddamento “artificiale” delle economie europee ad opera della BCE e che dall’altro costringeranno consumatori e imprese a mettere in campo misure per mitigare la crescita dei prezzi.
I primi si troveranno costretti a rimodellare i pattern di spesa, le seconde dovranno fronteggiare la minaccia ai margini causata dagli aumenti di praticamente tutti i fattori produttori. Al loro interno, queste due categorie non saranno colpite in maniera omogenea: ci sono consumatori ed aziende che riusciranno ad evitare gran parte degli effetti negativi legati all’aumento generalizzato dei prezzi.
Lusso: un settore in grado di affrontare l’inflazione
Tra le società che dovrebbero fronteggiare meglio l’inflazione troviamo quelle che potremmo definire “growth di qualità” che dovrebbero registrare una crescita annua degli utili per azione a due cifre su un orizzonte di investimento di cinque anni. “Il motivo risiede -ha rilevato Alistair Wittet, gestore azionario Europa di Comgest- nei vantaggi competitivi, che di solito sono accompagnati da potere di determinazione dei prezzi e da elevati margini lordi”.
Il potere di determinazione dei prezzi consente alle aziende di trasferire l'aumento dei costi. “Un esempio -ha proseguito l’esperto- di ciò è il conglomerato globale del lusso LVMH Moët Hennessy: l'azienda ha aumentato i prezzi dei suoi prodotti di marca rispettivamente del quattro e del cinque per cento circa nel 2020. Sebbene fosse ipotizzabile un calo delle vendite, i relativi dati sono rimasti invariati”.
Questo potere di determinazione dei prezzi è osservabile anche su un periodo più lungo. Nel 2009, ad esempio, Louis Vuitton ha lanciato una borsa da donna con un prezzo di acquisto di 400 euro. “Esattamente la stessa borsa è stata tra le più vendute nel 2021, con un prezzo di acquisto di 1.600 euro. Nel corso degli anni non sono state apportate modifiche alla qualità o al design”. Gli elevati margini lordi forniscono ad aziende come LVMH e Hermès le basi necessarie per implementare innovazioni e investire nei loro marchi.
Un altro esempio è rappresentato da Essilor Luxottica che è recentemente riuscita a sviluppare lenti per occhiali che rallentano del 67% la progressione della miopia nei bambini. “Di conseguenza, l'azienda è in grado di imporre ai clienti aumenti di prezzo che contribuiscono alla crescita organica nel lungo periodo. Le acquisizioni sono un'altra fonte di crescita, che accelera la crescita degli utili nel lungo periodo. In LVMH, ad esempio, le vendite sono aumentate del 150% dall'acquisizione di Dior nel 2017”.
Anche i bilanci possono battere l'inflazione
Infine, non è solo il potere dei prezzi a fornire a molte aziende del lusso uno scudo contro l'inflazione. Poiché l'aumento dei prezzi porta a un aumento dei tassi d'interesse, anche la solidità dei bilanci può fare la differenza. “Molti titoli a forte crescita hanno una leva finanziaria bassa, che li protegge dall'aumento dei costi del debito o dal rifinanziamento, il che a sua volta conferisce loro vantaggi competitivi”.
“Riteniamo -conclude Wittet- che molte società di qualità nel settore del lusso siano ampiamente protette dall'impatto dell'inflazione elevata. Rimaniamo quindi fiduciosi nella nostra filosofia e continueremo ad investire in società di qualità di prima classe e con una crescita sostenibile nel lungo periodo. In contesti economici difficili, questo approccio è più che mai vantaggioso”.