Iren, grazie al supporto di BBVA, è stata la prima azienda italiana a sottoscrivere un finanziamento Water Footprint, mossa che rappresenta un ulteriore traguardo nell’ambito della finanza sostenibile a supporto dell’impegno per la transizione ecologica e per l’uso sostenibile della risorsa idrica. Ma cosa si intende nel dettaglio per “Water Footprint”?
Il finanziamento Water Footprint di Iren, i dettagli
Nel comunicato stampa di Iren si legge che la nuova linea di credito da 50 milioni di euro, della durata di 5 anni, della società è legata al raggiungimento di alcuni degli obiettivi di sostenibilità che sono parte integrante del Business Plan al 2030.
In linea con il suo impegno a promuovere e proteggere le risorse idriche, la società è particolarmente attiva nell'individuare e ridurre le perdite d'acqua dalla sua rete e nel sensibilizzare clienti e cittadini per incoraggiare il risparmio idrico.
Nell'ambito del Business Plan al 2030, Iren ha pianificato significativi investimenti per rendere sempre più efficiente il servizio di distribuzione dell'acqua, riducendo i prelievi dall'ambiente e massimizzando l’efficienza della rete distributiva. Da qui si intuisce il significato di “Finanziamento Water Footprint”. Vediamo ora tutto quello che c’è da sapere sull’impronta idrica.
Water Footprint: cos’è e a cosa serve
Il Water Footprint è un indicatore della pressione che esercitiamo sulle risorse di acqua dolce. Viene calcolato in volumi di acqua consumata e/o inquinata. Concepito nel 2002 da Arjen Hoekstra, professore all'Università di Twente deceduto nel novembre 2019, il concetto di impronta idrica fa parte della grande famiglia delle impronte ambientali.
Tali indicatori ci aiutano a capire come le scelte di produzione e di consumo influiscano sulle risorse naturali a disposizione. Secondo il Ministero della Transizione ecologica: "L’impronta idrica è un indicatore del consumo di acqua dolce che include sia l’uso diretto che indiretto di acqua da parte di un consumatore o di un produttore.
L’impronta idrica di un singolo, una comunità o di un’azienda è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d’acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di tempo".
Il Water Footprint si differenzia dal water withdrawal (prelievo di acqua) perché include al suo interno l’utilizzo diretto ed indiretto di acqua, mentre l’indicatore water withdrawal fa riferimento unicamente all’utilizzo diretto. Il Water Footprint è dunque un indicatore multidimensionale che considera:
- L’impronta idrica blu: si riferisce al consumo delle risorse di acque superficiali e sotterranee. Per “consumo” si intende l’acqua evaporata, incorporata in un prodotto o prelevata da un corpo idrico e restituita a un altro, o anche restituita in un momento diverso.
- L’impronta idrica verde: si riferisce al consumo di risorse come l’acqua piovana. Per “consumo” si intende l’acqua evaporata, traspirata o incorporata dalle piante.
- L’impronta idrica grigia: è definita come la quantità di acqua dolce necessaria per assimilare il carico di inquinanti e ripristinare specifici standard di qualità dell’acqua.
Il Water Footprint fornisce indicazioni significative ai vari Paesi per comprendere il ruolo dell’acqua nelle loro economie, nonché la loro dipendenza da questa risorsa. Fornisce inoltre utili spunti anche ai consumatori per sapere quanta acqua è “nascosta” nei prodotti che utilizzano quotidianamente.
L’impronta idrica misura infatti quanta acqua viene utilizzata ogni giorno in tutte le nostre attività, come ad esempio per produrre il cibo o i vestiti che indossiamo tutti i giorni. Lo scopo principale di misurare l’impronta idrica è quello di guidare l’azione strategica verso un uso sostenibile, efficiente ed equo dell’acqua.
Water Footprint: come si misura
L’impronta idrica viene misurata tramite il Water Footprint Assessment, un processo suddiviso in diverse fasi che quantifica e mappa le impronte idriche blu, verdi e grigie, valuta la sostenibilità, l’efficienza e l’equità dell’uso dell’acqua e identifica quali azioni strategiche dovrebbero essere prioritarie per rendere sostenibile una determinata impronta.
I dati per calcolare l’impronta possono provenire da database globali, come WaterStat, oppure possono essere raccolti localmente. Il calcolo per l’impronta idrica blu, verde e grigia segue la metodologia descritta nel Water Footprint Assessment Manual.
Lo standard di riferimento è la UNI EN ISO 14046:2016 (“Environmental management - Water Footprint - Principles, requirements and guidelines”) che specifica principi, requisiti e linee guida relativi alla valutazione dell’Impronta Idrica di prodotti, processi e organizzazioni.
La specifica valutazione, basata sulla metodologia Life Cycle Assessment, include le emissioni in aria e nel terreno che impattano sulla qualità dell’acqua. Il risultato della valutazione del Water Footprint è un valore unico oppure un profilo dei risultati degli indicatori di impatto.
Il Water Footprint non misura invece l’impatto locale associato al consumo e/o all’inquinamento di un certo quantitativo di acqua dentro un particolare corpo idrico, un tipo di danno ambientale che dipende invece da una serie di fattori prettamente locali e funzionali al livello di vulnerabilità del sistema idrico locale, oltre che dal numero di sorgenti inquinanti.
Considerando inoltre che molti prodotti vengono consumati in luoghi lontani da quelli di produzione, il concetto di impronta Idrica va inteso in un’ottica globale, come per la Carbon Footprint (impronta di carbonio).