Inflation Reduction Act: chi ci ha guadagnato (e chi ci guadagnerà) | Investire.biz

Inflation Reduction Act: chi ci ha guadagnato (e chi ci guadagnerà)

21 ago 2023 - 16:38

21 ago 2023 - 16:39

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A un anno dall’approvazione dell'Inflation Reduction Act vediamo quali sono stati i settori che ci hanno guadagnato e quelli che invece potrebbero guadagnarci in futuro

L'Inflation Reduction Act (IRA) compie un anno: l’ambizioso piano, composto da 394 miliardi di dollari di finanziamenti statali e da 367 miliardi di dollari di prestiti destinati a progetti ambientali, prevede, tra le altre, sovvenzioni per le aziende che producono batterie per veicoli elettrici, attrezzature per l'energia solare ed eolica e tecnologie per l'accumulo di energia, sconti fiscali per chi decide di abbandonare l’auto a benzina per un veicolo elettrico e vantaggi per privati ed aziende che aumentano l'efficienza energetica. 

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Inflation Reduction Act: chi ci ha guadagnato

L'amministrazione Biden ha presentato l'IRA come una vittoria per l'ambiente, i lavoratori americani e le aziende che costruiscono tecnologia pulita negli Stati Uniti. Secondo i dati elaborati dall'American Clean Power Association, l’Inflation Reduction Act ha già spinto i principali produttori di energia rinnovabile a investire 271 miliardi di dollari in progetti a livello nazionale e ha creato 29.780 posti di lavoro nell'ultimo anno.

Ovviamente tra le aziende che hanno beneficiato di questo provvedimento ci sono quelle produttrici di veicoli elettrici, le cui vendite sono salite del 54% annuo nel primo trimestre 2023. “Le vendite sono state favorite da una combinazione di tagli ai prezzi da parte delle case automobilistiche, crediti d'imposta IRA fino a 7.500 dollari per i consumatori e maggiori capacità produttive”, ha evidenziato Maurice Hewins, Multi-Asset Strategist di Schroders. 

Tesla, ad esempio, nel secondo trimestre ha consegnato un record di 466.000 auto dopo aver tagliato i prezzi negli Stati Uniti a gennaio fino a 13.000 dollari per tutti i modelli. “Tesla, Hyundai, Kia, Ford, GM e BMW sono solo alcune delle case automobilistiche di alto profilo che stanno investendo diversi miliardi di dollari nella loro capacità produttiva di veicoli elettrici negli Stati Uniti per poter continuare a beneficiare dei crediti al consumo, dato che i criteri di qualificazione diventeranno sempre più severi nel corso del prossimo decennio”.

Strettamente connesso a quello delle auto a nuova motorizzazione, il settore delle batterie a seguito dell’approvazione dell’IRA ha registrato una crescita maggiore a quella di Europa e Cina. “Gli incentivi derivanti dall'IRA -continua Hewins- sono stati così forti che le aziende hanno riallocato la spesa di capitale dall'Europa agli Stati Uniti: è il caso di Volkswagen e Northvolt”.

Ovviamente tra i settori che ci hanno guadagnato c’è anche quello del solare, visto che le aziende con impianti di produzione negli Stati Uniti hanno registrato un'enorme crescita. In particolare, tra queste aziende troviamo First Solar: l'utilizzo di un modulo First Solar in un parco solare su scala pubblica, evidenzia l’esperto di Schroders, consente allo sviluppatore di accedere immediatamente ai crediti d'imposta sugli investimenti e ai crediti d'imposta sulla produzione previsti dall'IRA. “Questo si è rivelato un potente volano per la domanda, tanto che First Solar ha già venduto tutto fino al 2026 e sta addirittura firmando contratti per il 2026-2030”.

 

 

IRA: i settori da privilegiare in futuro

Nei prossimi anni l’IRA, che recentemente la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen ha definito "l'azione per il clima più audace nella storia della nazione", continuerà a spingere il settore: “negli Stati Uniti sono stati annunciati oltre 50 GW di capacità di moduli. Si tratta di uno sviluppo molto importante, stimolato dall'IRA, ma per soddisfare i requisiti di contenuto nazionale, anche le celle devono essere prodotte negli Stati Uniti. La produzione di celle, attualmente dominata dalla Cina, sarebbe un'industria nuova di zecca negli Stati Uniti e l'avvio della piena produzione richiederà tra i 24 e i 36 mesi, con costi operativi potenziali sconosciuti”.

Tra i settori che si candidano a capitalizzare l’onda verde troviamo anche quello dell’idrogeno. Grazie a sussidi particolarmente generosi, il costo di produzione potrebbe scendere sotto il dollaro al chilogrammo entro la metà del decennio. Come per l'idrogeno, nell'IRA sono stati inclusi crediti d'imposta per la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS). 

“L’'IRA rappresenta una politica stabile e a lungo termine senza precedenti e ci aspettiamo che gli sviluppatori di energie rinnovabili abbiano maggiore fiducia negli Stati Uniti e nella costruzione di capacità di generazione solare ed eolica”. 

 

 

 

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