Oggi, 13 gennaio 2024, si sono svolte (i seggi chiuderanno a breve) le elezioni a Taiwan. Spesso paragonata alla situazione in Ucraina, la querelle tra la Cina e l’isola in precedenza chiamata di Formosa rappresenta una delle grandi questioni destinate a caratterizzare lo scenario geopolitico nei prossimi anni.
Attualmente basato su un delicatissimo equilibrio, il rapporto tra il Dragone e Taiwan, che essendo il maggiore produttore di semiconduttori al mondo - dall’isola arriva il 68% dei chip mondiali- ha un ruolo primario nell’economia globale, potrebbe essere intaccato proprio dai risultati della consultazione elettorale.
Per gli investitori, la linea di demarcazione fondamentale tra i partiti politici di Taiwan risiede nelle loro diverse posizioni nei confronti del vicino più prossimo, la Cina, che considera Taiwan una provincia rinnegata.
Elezioni Taiwan: chi sono i tre candidati
I candidati in lizza sono tre: l’attuale vicepresidente William Lai Ching-te, il candidato del Partito democratico progressista (DPP) è favorito nei sondaggi e sostenitore di una netta separazione con Pechino; Hou Yu-ih, candidato del Partito nazionalista (KMT, Kuomintang), più propenso ad un dialogo con le autorità cinesi; il ruolo di terzo incomodo è appannaggio dell’ex sindaco di Taipei, Ko Wen-je, che corre come indipendente.
Il candidato progressista ha accusato la Cina di usare "tutti i mezzi" per influenzare le elezioni. Nonostante Lai abbia confermato di voler mantenere le distanze da Pechino (non a caso i funzionari del Dragone lo hanno definito un “piantagrane”) si è detto contrario ad uno scontro frontale: ”siamo determinati a tutelare la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan, la pace non ha prezzo e la guerra non ha vincitori".
Secondo i sondaggi, il DPP dovrebbe confermarsi al potere per la terza volta consecutiva: l’Economist stima che il partito di Lai dovrebbe ottenere il 36% delle preferenze contro il 31% del KMT. Una vittoria del DPP vedrebbe l’attuale vicepresidente Lai Ching-te succedere all’attuale presidente Tsai Ing-wen, che è destinata a dimettersi a maggio dopo aver guidato il governo di Taiwan dal 2016.
A dispetto delle posizioni politiche, il 62% degli abitanti dell’isola si dichiara "solo taiwanese", il 30% sia taiwanese sia cinese e soltanto un residuale 3% cinese.
La view degli analisti
Secondo Tai Hui, n.1 per gli strategist APAC di JP Morgan Asset Management, le elezioni a Taiwan hanno una forte valenza geopolitica vista l’influenza che il voto avrà sulle relazioni USA-Cina nel medio e lungo termine. L’amministrazione Biden ha più volte sostenuto l’indipendenza di Taiwan ed annunciato che invierà una "delegazione non ufficiale" sull’isola dopo le elezioni. Un portavoce del Ministero degli Esteri cinesi ha espresso “ferma opposizione alle sfacciate chiacchiere degli americani sulle elezioni nella regione di Taiwan” che rappresenta “la linea rossa numero uno da non oltrepassare nelle relazioni tra Cina e Usa".
Brendan McKenna, economista di Wells Fargo, ritiene che una vittoria del DPP potrebbe probabilmente portare ad un peggioramento delle relazioni e vedrà l’intensificazione delle esercitazioni di guerra da parte dell’esercito cinese nello Stretto di Taiwan (una delle rotte marittime più trafficate del mondo).
Alla luce del fatto che una vittoria del principale partito di opposizione porterebbe, probabilmente, ad un ridimensionamento delle incursioni cinesi, Charles Sunnucks, analista dei mercati emergenti di Oldfield Partners, ha rilevato che gli investitori probabilmente preferirebbero assistere ad un affermazione del candidato del KMT.
Per l’esperto, è improbabile che le elezioni rappresentino un punto di svolta nell’immediato, poiché sostiene che la Cina probabilmente cercherà di evitare una guerra aperta a causa della propria dipendenza dai semiconduttori taiwanesi. Qualche anno fa, Robert O’Brien, ex funzionario dell’amministrazione Trump, aveva detto che gli Stati Uniti avrebbero attaccato gli impianti di produzione di chip della TSMC, per impedire, in caso di invasione, alla Cina di accedere agli impianti produttivi.
Sunnucks in qualunque caso è ottimista: secondo lui la minore incertezza che scaturirà dalla consultazione non potrà che favorire i mercati. La view di Hani Abuagla, analista di mercato senior di XTB, è invece negativa: anche nel caso di un'affermazione del KMT, che resta contrario all’unificazione con Pechino (che invece la valuta come inevitabile), è improbabile che le elezioni migliorino significativamente le relazioni tra la Cina e Taiwan. “Indipendentemente da chi vincerà le elezioni, un miglioramento significativo nelle relazioni con la Cina è improbabile”.
Le conseguenze sui mercati
In un contesto di forti rialzi sugli altri mercati, l’indice Shanghai Composite negli ultimi 12 mesi è sceso del 9,8% anche a causa del difficile equilibrio tra la Cina e Taiwan (rispetto ad un anno fa l’indice italiano ha guadagnato il 18%, lo S&P500 è salito del 19,5% ed il Nikkei ha evidenziato un +36,2%). Al contrario, nell’ultimo anno l’indice azionario di Taiwan è salito di oltre 18 punti percentuali.
Secondo un report di Goldman Sachs, il mercato azionario taiwanese ha registrato un rally compreso tra il 5% e il 10% dopo le sette precedenti elezioni presidenziali, per poi indebolirsi o rafforzarsi a seconda del partito che si è insediato: nel caso di vittoria del DPP, le performance sono state negative, mentre con l’affermazione del Kuomintang si è registrato un rialzo.
I settori dei trasporti, delle materie prime, dei beni di consumo, delle banche e dei beni d'investimento hanno registrato un calo dopo una vittoria del DPP, l'informatica e i servizi di pubblica utilità hanno sovraperformato.
Per quanto riguarda l’andamento del dollaro taiwanese, negli ultimi tre mesi le prospettive di una Federal Reserve più accomodante hanno fatto perdere al cross Usd/Twd oltre 4 punti percentuali e Goldman Sachs stima che nel caso in cui il DPP dovesse mantenere la presidenza ma perdere la maggioranza parlamentare (uno scenario in genere visto come altamente probabile) “non ci dovrebbero essere grandi reazioni, visto che molto probabilmente i mercati hanno scontato la probabilità di un governo diviso".
Per gli analisti della banca newyorkese il Twd potrebbe ridurre i guadagni se il partito democratico vincesse sia la corsa presidenziale che quella legislativa mentre in caso di doppia affermazione del Kuomintang è atteso un rafforzamento della valuta anche se “il rialzo potrebbe essere limitato date le rigide restrizioni statunitensi sulle esportazioni di chip per computer avanzati verso la Cina continentale”.