Nuovi timori a Wall Street sul debito pubblico statunitense. Gli investitori stanno intensificando le coperture contro un possibile default del governo degli Stati Uniti, facendo impennare il costo delle polizze assicurative sul debito sovrano.
Secondo i dati LSEG, i Credit Default Swap (CDS) a un anno - strumenti che fungono da assicurazione contro l'insolvenza - sono saliti a 52 punti base, in netto aumento rispetto ai 16 di inizio anno, avvicinandosi ai massimi degli ultimi due anni.
Anche i CDS a 5 anni mostrano tensione, con uno spread vicino ai 50 punti base, contro i 30 di gennaio. In pratica, gli investitori pagano di più per proteggersi contro l’eventualità che il Tesoro statunitense non riesca a rimborsare il proprio debito.
CDS su debito USA, cosa succede?
Secondo Rong Ren Goh, gestore obbligazionario presso Eastspring Investments, l’aumento della domanda di CDS riflette più un’esigenza di copertura contro il rischio politico che una reale paura di insolvenza. Le preoccupazioni ruotano attorno alla crescente instabilità del quadro fiscale e politico, piuttosto che su una concreta incapacità del governo di far fronte ai propri impegni.
Freddy Wong, responsabile del reddito fisso per l’Asia Pacifico di Invesco, sottolinea come la situazione sia legata al mancato accordo sul tetto del debito. Il Tesoro ha infatti già raggiunto il limite legale di 36.100 miliardi di dollari e può solo rifinanziare debito in scadenza, senza nuova capacità di indebitamento.
Debito USA: la scadenza si avvicina
Il Dipartimento del Tesoro sta monitorando le entrate fiscali post-15 aprile per determinare con precisione la cosiddetta “X-date”, ovvero il momento in cui le risorse disponibili finiranno. In una lettera del 9 maggio, il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha esortato il Congresso a intervenire entro luglio, prima della pausa estiva, per evitare gravi conseguenze economiche.
Un pacchetto fiscale approvato dalla Camera dei Rappresentanti prevede un aumento del tetto del debito di 4.000 miliardi di dollari, ma è ancora in attesa dell'approvazione del Senato. Durante la crisi del 2023, un intervento dell'ultimo minuto evitò per un soffio un default tecnico.
Una crisi più politica che finanziaria
Gli esperti ritengono quindi che l’attuale tensione sui CDS sia una reazione temporanea in attesa di un nuovo accordo di bilancio. “Non si tratta di una crisi finanziaria imminente”, spiegano. Diversamente dal 2008, quando i CDS sui mutui subprime segnalavano un vero rischio sistemico, quelli sovrani USA riflettono ora più speculazione e precauzione politica.
Secondo Ed Yardeni, presidente di Yardeni Research, “gli Stati Uniti vanno incontro ad un default. Le paure attuali sono esagerate. Il governo darà sempre priorità al pagamento degli interessi sul debito.” Tuttavia, l’agenzia di rating Moody’s ha declassato il credito sovrano USA da Aaa ad Aa1 all’inizio di maggio, citando il deterioramento delle finanze pubbliche.
Anche se un accordo dell’ultimo minuto è probabile, come in passato, la crescita del debito pubblico e l’aumento dell’offerta di titoli del Tesoro USA manterranno alta l’attenzione sulla sostenibilità fiscale a lungo termine del Paese.