Cosa sono i crediti green? La questione è tornata sotto la lente di recente, dopo che un filing alla Securities and Exchange Commission (SEC) ha rivelato come il fund manager Michael Burry, fondatore dell’hedge fund Scion Capital, abbia portato i suoi acquisti di opzioni put su Tesla ad un controvalore di 534 milioni di dollari, ovvero il 40% nominale del suo intero portafoglio. Ma per quale motivo? Scopriamo insieme cosa sono i crediti green e perché sono collegati alla scelta del trader che ha ispirato il film “The Big Short”.
Crediti green: cosa sono?
I crediti green o regulatory credits si inseriscono nel contesto della lotta al cambiamento climatico che le principali economie avanzate stanno portando avanti. Questi certificati servono a tastare le emissioni prodotte annualmente dalle società automotive, con un meccanismo di scambi che permette alle case più virtuose di cedere i crediti (dunque incassare profitti) a chi è più indietro nella transizione verde.
Negli USA viene richiesto ad ogni costruttore di produrre un certo numero di vetture non inquinanti ogni anno, tra elettriche ed ibride. Per questo sforzo il Governo statunitense attribuisce dei crediti, che vanno dunque a misurare l’allineamento tra le case e i target governativi. I produttori che non riescono a soddisfare i livelli minimi imposti si ritrovano così ad acquistare i crediti da chi ha saputo superare gli obiettivi, portando così ad un livello di equilibrio nel settore.
Crediti green: il vantaggio di Tesla non durerà a lungo
Detto ciò, essendo la gamma di Tesla interamente elettrica, Elon Musk vanta un accumulo di crediti senza pari, che vengono poi scambiati sul mercato aumentando gli utili in bilancio. Un fatto certamente noto, ma gli equilibri ora sembrano venire meno.
Il settore dell’automotive green è nel pieno della competizione, con sempre più aziende che si stanno attivando per tenere il passo di questo megatrend del futuro. Leader del mercato come Volkswagen, Ford e Stellantis hanno già annunciato programmi ambiziosi in termini di conversione della gamma verso modelli più attenti all’ambiente.
Man mano che passerà il tempo, con i progressi dei competitor, gli enormi incassi di Tesla potrebbero venire meno, visto che il numero di società del settore interessato all’acquisto di crediti andrà scemando, e Michael Burry lo sa bene: i numeri della società di Palo Alto al momento dipendono infatti dai crediti verdi che contano in modo significativo sul bilancio. Inoltre, la concorrenza dietro la transizione verde sarà una sfida anche sul fronte delle vendite di auto, finora dominato solamente da Tesla.