Nel nostro Paese una famiglia su tre è composta da quelle che l’Istat definisce “persone sole”. Il totale di queste persone, che per la definizione seguita dall’Istituto di statistica possono essere single, separati e vedovi che non si sono risposati, si attesta a 8.364.000 unità. Il dato, che segna un deciso aumento rispetto alle 7.433.000 persone del 2012, raggruppa oggi il 14% della popolazione. L’impatto economico di questo fenomeno è stato analizzato da Moneyfarm.
Single in Italia: chi vive solo spende 571 euro in più
Secondo i calcoli della società di consulenza finanziaria, chi vive da solo spende ogni mese 571 euro in più di una coppia che divide a metà le spese. (1.225 euro al mese chi convive, 1.796 euro stimati per un single). In altre parole, vivere da soli costa ogni mese il 47% in più rispetto a convivere. “Considerando le cifre necessarie a coprire le spese per abitazione, trasporti, generi alimentari e svaghi, risulta evidente come essere sposati o convivere porti con sé notevoli vantaggi sul piano economico”, riporta il comunicato di presentazione dello studio.
Le maggiori spese a carico dei single sono principalmente dovute al fatto che diverse spese fisse, infatti, se divise a metà in una coppia, pesano molto meno sul reddito disponibile dei singoli partner. Inoltre ci sono alcune voci di consumo per i quali la differenza tra single e coppie è più marcata (per vivere in due non serve un appartamento grande il doppio, per cui è inevitabile che la spesa per abitazione e utenze pesi molto di più sul bilancio dei single).
Dove abitano i single italiani?
A livello geografico, la maggiore concentrazione di single italiani, abita nel nord-ovest e nell’Italia centrale, dove sono rispettivamente il 35,2% e il 35% del totale, mentre al Sud sono “solo” il 29,9%. Poco più di una persona sola su due (51%) ha meno di 65 anni ed entrando nel dettaglio dello stato civile si nota che la maggioranza (40%) è composta da veri e propri single. I vedovi rappresentano il 37% delle “persone sole”.
Quanto si risparmia se si sceglie di convivere
In base ai calcoli elaborati da Moneyfarm, per chi convive la quota di reddito risparmiato è ovviamente più sostanziosa e il risparmio aumenta al crescere del periodo di convivenza. “Così, prima si va a convivere, maggiori sono i ‘consumi da single’ che vengono evitati e più aumentano, di conseguenza, i risparmi”.
Moneyfarm ha calcolato quanto avrebbero messo da parte, al compimento dei 50 anni, tre persone che avessero deciso di andare a convivere in età diverse e di dividere a metà le spese con il proprio partner:
- chi va a convivere a 45 anni, a 50 anni avrà risparmiato 34.260 euro;
- chi va a convivere a 35 anni, a 50 anni avrà risparmiato 102.780 euro;
- chi va a convivere a 25 anni, a 50 anni avrà risparmiato ben 171.300 euro.
Se poi, e qui intervengono le stime elaborate da Smileconomy, questi 571 euro risparmiati ogni mese venissero investiti:
- chi va a convivere a 45 anni, a 50 anni avrà un capitale disponibile di 35.168 euro, se ha optato per un investimento a basso rischio (obbligazionario europeo, FTSE EMU Government Bond Index), oppure di 36.542 euro se ha scelto un investimento ad alto rischio (azionario mondiale, MSCI World);
- chi va a convivere a 35 anni, a 50 anni potrà disporre di un capitale di 112.904 euro (basso rischio) o di 130.623 euro (alto rischio);
- chi va a convivere a 25 anni si ritroverà a 50 anni con un capitale compreso, a seconda della scelta di investimento effettuata, tra i 202.062 e i 264.741 euro.