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Il Big Beautiful Bill di Trump: cos’è e cosa prevede

22 mag 2025 - 12:11

22 mag 2025 - 14:40

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Il Big Beautiful Bill di Trump: cos’è e cosa prevede

Luca Fiore

Il “Big Beautiful Bill” di Trump scuote Washington: un piano fiscale ambizioso, contestato e carico di implicazioni. Vediamo cos’è e cosa prevede

Il “Big Beautiful Bill”, ufficialmente denominato “One Big Beautiful Bill Act”, è il più ambizioso e controverso pacchetto legislativo (finora) promosso da Donald Trump nel suo secondo mandato presidenziale. Si tratta di un disegno di legge di oltre 1.100 pagine che mira a riscrivere in profondità la politica fiscale, sociale e di sicurezza degli Stati Uniti, consolidando molte delle promesse elettorali del leader repubblicano.

Il testo prevede un mix di tagli fiscali permanenti, aumenti di spesa per la difesa e la sicurezza delle frontiere, e profonde riduzioni dei programmi sociali e ambientali. Il valore complessivo delle misure supera i 5.000 miliardi di dollari, con un impatto netto stimato sui conti pubblici di circa 3.700 miliardi di dollari nell’arco di dieci anni.

Oggi la Camera dei Rappresentanti ha approvato la legge con 215 voti a favore (214 i contrari). Tutti i rappresentanti democratici e due repubblicani hanno votato contro. La legge passa ora al Senato, dove dovrà affrontare un percorso complicato. In qualunque caso possiamo attenderci volatilità: se l'approvazione dovesse incontrare problemi, ad aumentare sarebbero le tensioni politiche, nel caso di via libera l'incremento sarebbe registrato dal debito. 

 

 

Big Beautiful Bill di Trump: cosa prevede

Vediamo cosa prevede il provvedimento tanto caro al presidente USA. 

  • Riforma fiscale
    - Proroga e rende permanenti i tagli fiscali del 2017.
    - Introduce nuove deduzioni su mance, straordinari, interessi dei prestiti auto e sulle pensioni sociali per i redditi sotto i 75.000 dollari.
    - Aumenta temporaneamente il credito d’imposta per i figli da 2.000 a 2.500 dollari fino al 2028.
    - Alza il tetto della deduzione fiscale SALT (State and Local Tax) da 10.000 a 30.000 dollari.
    - Crea i “MAGA Savings Accounts”: un conto di risparmio da 1.000 dollari per ogni bambino nato tra il 2024 e il 2028.
  • Tagli alla spesa sociale
    - Impone requisiti lavorativi più stringenti per l’accesso a Medicaid e ai principali programmi di assistenza (come SNAP, Supplemental Nutrition Assistance Program, i “food stamps”).
    - Riduce la platea dei beneficiari Medicaid, escludendo circa 1,4 milioni di immigrati privi di documenti e prevedendo controlli più frequenti sull’idoneità.
    - Limita i fondi federali per cure di affermazione di genere ai minori e per organizzazioni che praticano aborti.
    - Taglia i sussidi per l’energia pulita e abroga i crediti d’imposta previsti dall’Inflation Reduction Act di Biden, colpendo duramente il settore delle rinnovabili.
  • Difesa e sicurezza
    - Aumenta la spesa per la difesa di 150 miliardi di dollari, con forti investimenti in droni e sistemi militari avanzati.
    - Stanzia 70 miliardi di dollari per la sicurezza delle frontiere, di cui 46,5 miliardi destinati alla costruzione e completamento del muro con il Messico e il resto a rafforzare personale e infrastrutture di controllo.
    - Prevede la deportazione di almeno un milione di immigrati irregolari l’anno e il potenziamento di ICE e Border Patrol con 18.000 nuove assunzioni.
  • Istruzione e università
    - Restringe i criteri per le borse di studio Pell Grant, privilegiando gli istituti tecnici e professionali.
    - Elimina i prestiti federali agevolati per gli studenti universitari e aumenta le tasse sugli endowment delle università private.

 

Le reazioni: tra entusiasmo e allarme

Il percorso parlamentare del Big Beautiful Bill è stato fin da subito accidentato. Dopo una lunga trattativa interna, il testo ha ottenuto un primo via libera dalla Commissione Bilancio della Camera con un solo voto di scarto (17-16), grazie all’astensione dei conservatori del Freedom Caucus, che hanno però preteso impegni per ulteriori modifiche.

All’interno del Partito Repubblicano, la proposta ha suscitato tensioni tra l’ala più radicale, favorevole a tagli ancora più drastici al welfare, e i moderati, preoccupati per l’impatto sociale e politico delle misure su Medicaid e sulle famiglie a basso reddito. Trump è intervenuto personalmente a Capitol Hill per convincere i deputati riluttanti, promettendo “unità straordinaria” e una “grande vittoria”, ma il consenso resta fragile.

I Democratici, invece, hanno espresso una ferma opposizione, definendo la legge “un attacco senza precedenti ai diritti sociali e ambientali” e una “bomba sul debito pubblico”. La senatrice Elizabeth Warren ha detto che “Trump vuole riscrivere la politica fiscale per i suoi amici miliardari, mentre le famiglie lavoratrici continuano a pagare il conto”. Alcuni esponenti del Partito Democratico, come il rappresentante Ro Khanna, mettono in guardia dal rischio di aumentare il debito federale e di dover poi tagliare la spesa sociale per finanziare i mancati introiti fiscali.

 

 

Cosa dicono gli esperti: crescita nel breve, rischi nel lungo

Numerosi uffici studi e istituti di ricerca economica hanno iniziato a stimare gli effetti potenziali del Big Beautiful Bill, con analisi che riflettono i diversi approcci ideologici ma che convergono su alcuni punti chiave.

Secondo la Tax Foundation, think tank conservatore, il piano potrebbe aumentare il PIL reale del 2% nel medio termine, con un impatto positivo sull’occupazione e sugli investimenti privati. Tuttavia, anche in questo caso si riconosce che la riforma amplierebbe il deficit federale di oltre 3.500 miliardi $ in dieci anni, a meno di tagli paralleli alla spesa pubblica. 

Il Brookings Institution, centro studi progressista, ha pubblicato una simulazione secondo cui del Big Beautiful Bill beneficerebbe in modo sproporzionato il top 1% della popolazione, mentre il 60% più povero vedrebbe vantaggi marginali. Inoltre, secondo Brookings, la riduzione dell’aliquota societaria rischia di favorire più i buyback azionari che gli investimenti reali, come già osservato nel post-TCJA.

Anche Moody’s Analytics, in un report firmato dall’economista capo Mark Zandi, evidenzia come i tagli fiscali trumpiani potrebbero stimolare il PIL inizialmente, ma “rischiano di generare effetti recessivi dal 2027 in avanti se accompagnati da misure di austerità per riequilibrare il bilancio”.

Secondo l'analisi del CBPP (Center on Budget and Policy Priorities), se il disegno di legge venisse approvato, le famiglie con un reddito annuo superiore a 1 milione di dollari vedrebbero aumentare i loro guadagni post-imposte del 4,3%, mentre il 20% più povero riceverebbe un incremento medio di 90 dollari all'anno.

Center on Budget and Policy Priorities (CBPP) – Analisi dell'impatto del disegno di legge fiscale sui diversi gruppi di reddito.

"I dettagli del bilancio cambiano costantemente, quindi i loro effetti sono difficili da valutare, ma l'impatto generale è quello di spingere gli Stati Uniti ulteriormente lungo un percorso di debito crescente", ha riferito Paul Donovan, Chief Economist di UBS Global Wealth Management. "Dal punto di vista economico, gran parte del bilancio sta estendendo i tagli fiscali esistenti, il che non contribuisce alla crescita".

Per il Congressional Budget Office (CBO), organo indipendente del Congresso, il Big Beautiful Bill avrebbe effetti dirompenti su più fronti:

  • per quanto riguarda il debito pubblico ed il deficit, il taglio delle entrate fiscali, stimato in oltre 5.000 miliardi di dollari, comporterebbe un aumento del deficit federale di circa 3.700 miliardi in dieci anni, rischiando di far “esplodere il debito” e di mettere sotto pressione i mercati finanziari. Le riduzioni di spesa sociale (1.600 miliardi di dollari di “mandatory savings” secondo la Casa Bianca) non compenserebbero l’enorme calo delle entrate, lasciando irrisolto il nodo della sostenibilità fiscale.
  • dal punto di vista dell'impatto sociale, il CBO stima che le nuove regole su Medicaid e SNAP potrebbero lasciare senza copertura sanitaria circa 7,6 milioni di persone e ridurre sensibilmente l’accesso all’assistenza alimentare per decine di milioni di americani a basso reddito. L’esclusione dei migranti irregolari dai benefici e la stretta sui requisiti lavorativi rischiano di aumentare la povertà e le disuguaglianze, soprattutto nelle aree rurali e tra le minoranze.
  • dal punto di vista economico, i tagli fiscali potrebbero stimolare la domanda e la crescita nel breve termine, ma la loro natura regressiva (più vantaggi ai redditi medio-alti) e l’aumento del debito potrebbero avere effetti negativi nel medio-lungo periodo. L’abolizione dei sussidi per le energie rinnovabili e degli incentivi alla transizione verde rallenterebbero la decarbonizzazione dell’economia americana, con impatti anche sull’occupazione nei settori innovativi.

  • Nel caso della sicurezza, l'aumento delle risorse per la difesa e la sicurezza delle frontiere rafforzerebbe il controllo dei confini, ma le deportazioni di massa e la retorica anti-immigrazione rischiano di acuire le tensioni sociali e diplomatiche.

 

 

Un provvedimento politico prima che economico

Il Big Beautiful Bill rappresenta molto più di una proposta fiscale: è un manifesto ideologico, una bandiera elettorale e un richiamo alla base repubblicana. Con esso, Trump cerca di riprendere il controllo del dibattito economico, contrapponendo una visione pro-business e anti-regolatoria all’impianto dell’amministrazione Biden.

Tuttavia, l’impatto reale di questo provvedimento dipenderà da molte variabili: composizione del prossimo Congresso, evoluzione dei tassi d’interesse, sostenibilità del debito pubblico e resilienza della crescita americana. Per ora, il Big Beautiful Bill rimane un’idea potente, divisiva e controversa.

 

 

Big Beautiful Bill: le reazioni del mercato

Quando i listini azionari avevano azzerato le perdite innescate dal Liberation Day, l'approdo del BBB sulla scena ha riportato instabilità. 

Anche se siamo solo all'inizio di questa nuova fase, l'intensificarsi delle preoccupazioni sullo stato di salute dei conti statunitensi, anche alla luce della bocciatura di Moody’s sul merito di credito della prima economia (Donovan ha definito il BBB "un'allitterazione infelice" viste le tensoni sul rating), sta spingendo al rialzo i titoli del Tesoro. 

In particolare, nelle ultime sedute i rendimenti dei Treasury con scadenza a 20 e 30 anni hanno entrambi superato la soglia del 5% mentre il 10 anni rende il 4,6% (una settimana fa il dato si attestava al 4,4%) andando ad impattare sull'andamento di Wall Street e dei listini europei. La domanda di beni rifugio, sia di quelli "classici" come l'oro o il franco svizzero, che di quelli "alternativi", come il Bitcoin, è in aumento. 

 

 

 

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