Warren Buffett: ecco 7 errori commessi negli anni '70-90 | Investire.biz

Warren Buffett: ecco 7 errori commessi negli anni '70-90

13 dic 2024 - 14:00

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Warren Buffett ha commesso diversi errori nei suoi investimenti azionari lungo l'arco della sua carriera. Eccone 7 nel periodo che va da inizio anni '70 a fine anni '90

Da molti Warren Buffett è considerato il più grande investitore di tutti i tempi, grazie alla sua capacità di valutare le aziende e fiutare gli affari. Tuttavia, anche il re del value investing è caduto spesso in errori madornali, che in alcune circostanze hanno fatto perdere denaro alla sua holding, la Berkshire Hathaway, di cui è principale azionista e Amministratore delegato dal 1965.
 
Buffett ha sempre considerato che sbagliare rientri nella natura dell'essere umano; l'importante è riuscire ad avere, per quanto possibile, un salvagente a cui aggrapparsi per limitare gli effetti che ne derivano dai propri sbagli.
 
Nella finanza, il salvagente è quel margine di sicurezza - concetto appreso dal suo mentore Benjamin Graham e fatto proprio - che consente comunque di uscire da un affare in profitto o almeno in pari. Il margine di sicurezza è la differenza tra il valore intrinseco e il valore di mercato di un titolo. Quanto più tale divario è alto, tanto maggiore è la probabilità di ottenere un profitto. Per questo motivo è importante quando si compra, dopo aver fatto tutte le dovute valutazioni.
 
Di seguito vedremo 7 errori che Buffett ha commesso da inizio degli anni '70 a fine degli anni '90, come ne è uscito e cosa ha imparato.
 

1975: Waumbec Textile Company

Buffett si è sempre pentito di aver acquistato la Berkshire Hathaway come azienda tessile nella prima metà degli anni '60, non tanto perché fosse un'azienda in difficoltà, ma perché il business non sarebbe stato redditizio. Ripeté l'errore nel 1975 con la Waumbec Textile Company, un'azienda tessile del New England, per cui immaginava di poter sfruttare sinergie con la Berkshire.
 
L'affare fu un disastro, per sua stessa ammissione nella lettera agli azionisti del 2014. A tradirlo fu il prezzo di acquisto che sembrava un affare, ma l'attività fu chiusa pochi anni dopo. Ciò che ha compreso Buffett con quella esperienza fu che non bisogna lasciarsi sedurre dagli affari buoni solo in apparenza e non possedere mai un'azienda dipendente da un prodotto o servizio soggetto a compressione dei margini.
 
 

Anni '80: Microsoft

Negli anni '80 brillava una stella nel mondo dell'imprenditoria, Microsoft, e Buffett non è riuscita a coglierla. A tenerlo lontano dal colosso informatico è stata la sua avversione alla tecnologia, che dichiarava di non comprendere. In seguito, anche l'amicizia con il fondatore dell'azienda, Bill Gates, lo ha frenato, sia perché aveva paura di rovinare il rapporto con il miliardario sia perché temeva che proprio tale rapporto avrebbe mosso le autorità di regolamentazione allarmati dalla possibilità di condivisione di informazioni riservate.
 
Microsoft però rimane un grande rimpianto di Warren Buffett e lì il grande investitore è consapevole di quanto abbia pagato il fatto di non essere mai riuscito a legare con la tecnologia. L'assunzione all'inizio degli anni '10 di questo secolo di Todd Combs e Ted Weschler ha avuto anche il significato di colmare questa lacuna. Da tutto questo ne ha ricavato quanto sia importante delegare allorché non si hanno abbastanza conoscenze su un campo di competenza.
 
 

1989: US Airways

Un'altra avversione molto forte Buffett l'ha avuta per le compagnie aeree, da lui ritenute perennemente appesantite da costi fissi enormi ed elevati prezzi di input, nonché pressate da sindacati molto forti ed esposte a eventi imprevedibili come ad esempio una crisi petrolifera. Eppure l'oracolo di Omaha si lasciò tradire più di una volta dall'acquisto di azioni delle linee aeree.
 
La prima volta è stata nel 1989 con US Airways. All'epoca si fece convincere dall'Amministratore delegato della società, Ed Colodny, che chiese il suo aiuto per difendersi da una possibile acquisizione ostile da parte di un hedge fund. L'affare però fu un mezzo disastro. Buffett acquistò azioni privilegiate della US Airways a un prezzo di 52 dollari ciascuna investendo 358 milioni di dollari. Il prezzo di esercizio per convertirle in azioni ordinarie era di 60 dollari, ma il titolo non raggiunse mai quel livello prima che Buffett liquidasse tutto l'investimento recuperando appena la somma investita.
 
 

1991: Salomon Brothers

L'esperienza di Salomon Brothers fu la peggiore per Buffett relativamente al mondo bancario. Non per una questione economica, ma in merito a un fatto di etica, un aspetto a cui il guru della finanza tiene molto. Berkshire Hathaway investì circa 700 milioni di dollari per una partecipazione del 12% nel 1987, ma la banca fu travolta da uno scandalo verso la fine degli anni '90, quando un operatore fece offerte alle aste dei titoli di Stato oltre il limite consentito.
 
La società avviò indagini interne e portò alla luce il fatto, ma l'operatore non venne licenziato. Il comportamento fu ripetuto l'anno successivo, ma stavolta fu la Securities and Exchange Commission ad accorgersi di tutto e l'operatore venne imprigionato, mentre la Salomon Brothers ricevette una multa di 290 milioni di dollari.
 
Buffett uscì dalla banca nel 1997 con un profitto di 1 miliardo di dollari, ma rimase adirato da quell'esperienza per gli aspetti etici che ha sollevato. Storica fu la sua testimonianza davanti al Congresso sulla vicenda, quando ripeté un discorso che aveva già fatto a tutti i dipendenti di Salomon: "Perdete denaro per l'azienda e sarò comprensivo; fatele perdere un frammento di reputazione e sarò implacabile".
 
 

1993: Dexter Shoe Company

Nel 1993 Dexter Shoe Company era una delle aziende calzaturiere più in voga e Buffett si lasciò conquistare dall'idea di investire nell'azienda. Berkshire comprò azioni per 433 milioni di dollari offrendo le proprie, ma non aveva tenuto conto che il costo della manodopera più basso all'estero avrebbe ridotto il vantaggio competitivo dell'azienda basato sul brand. Fu un errore di valutazione che il guru pagò, perché l'azienda poi dovette licenziare 1.600 lavoratori e crollò in Borsa.
 
 

1998: General RE

Furono due i problemi che Buffett dovette incontrare quando acquistò la compagnia di riassicurazione General RE nel 1998: in primo luogo la società era piena di derivati; in secondo luogo aveva una cattiva reputazione, o comunque molto diversa rispetto a quella linda di 15 anni prima. Il CEO di Berkshire cercò di metterci una pezza, istruendo il team di gestione per liberarsi dai derivati e sostituendo il top management.
 
L'acquisto di General RE fu comunque un errore che costò a Berkshire 800 milioni di dollari nel 2001. "Avevo decisamente torto quando ho acquistato General RE nel 1998, pensando che fosse la stessa di 15 anni prima", ammise Buffett nella riunione degli azionisti del 2009. Egli riscoprì l'importanza di fare analisi nello scenario peggiore e determinarne il costo. Una volta che qualcosa va storto, è importante uscire dalla posizione in tempo e limitare le perdite.
 
 

1998: Google

Google è un'altra grande occasione che Buffett si è fatto sfuggire per aver eretto un muro nei confronti della tecnologia. Ebbe la possibilità di investire, una volta avvicinato dai fondatori dell'azienda Sergey Brin e Larry Page, ma rifiutò pensando che si trattasse di un semplice motore di ricerca online. Non aveva considerato il potenziale enorme che derivava dalla pubblicità. Eppure avrebbe dovuto saperlo, visto che l'attività assicurativa di Berkshire, la GEICO, è stata pubblicizzata in maniera massiccia utilizzando proprio Google.
 
 
 
 
 

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