Howard Schultz è l'imprenditore e l'uomo d'affari che è stato il vero fondatore di Starbucks, presso cui ha ricoperto il ruolo di Presidente e Amministratore delegato. La catena americana di caffetterie più popolare del mondo è stata ufficialmente creata nel 1971 da Zoev Siegel, Jerry Baldwin e Gordon Bowker, ma la trasformazione dell'azienda è avvenuta da un'idea di Schultz mentre si trovava in una visita a Milano. L'ispirazione gli è venuta osservando i bar italiani e immaginando come solitamente nei ristoranti le persone vadano via non appena hanno finito di consumare. Starbucks invece è un luogo di socialità, dotato di wi-fi e poltroncine comode che creano la giusta atmosfera. Per questo servizio l'azienda applica prezzi più alti rispetto al mercato, senza paura di perdere i suoi clienti. Ripercorriamo quindi la storia di Schultz e le tappe più importanti della sua carriera.
Howard Schultz: formazione e carriera
Howard Schultz è nato il 19 luglio 1953 a Brooklyn, New York, da Fred ed Elaine Schultz. La famiglia, che comprendeva anche due fratelli, era ritenuta borghese, con il padre camionista e la madre receptionist, sebbene Schultz la considerasse modesta. Una volta diplomatosi alla Canarsie High School nel 1971, Schultz si è iscritto alla Northern Michigan University, laureandosi in comunicazione. Nel 1976 ha iniziato la carriera come venditore per Xerox, società specializzata nella vendita di prodotti e servizi per la stampa. Tre anni più tardi ha lavorato per la società di private equity francese PAI Partners e in seguito è diventato direttore generale di Hammarplast, un produttore svedese di utensili da cucina. Quest'ultima esperienza è stata importante per quanto successo dopo con la Starbucks.
Infatti all'epoca, Schultz si occupava dell'invio delle macchine da caffè negli USA e nel 1981 ha fatto visita alla Starbucks Coffee Company di Seattle per l'evasione di ordini.
Nel 1982 è arrivata la svolta, con l'assunzione presso Starbucks come direttore delle operazioni di vendita al dettaglio e marketing. Dopo un viaggio in Italia, Schultz ha cercato di convincere la proprietà a offrire caffè espresso oltre a quello tradizionale in USA, al tè in foglia e alle spezie. L'idea però non ha fatto breccia perché i capi di Starbucks sono stati frenati dall'elevato costo delle macchine per caffè espresso, oltre che dalla mancanza di competenze riguardo la manutenzione e la riparazione delle stesse. Inoltre, gli americani non avevano familiarità con quella bevanda e quindi i vertici hanno pensato che l'implementazione dell'idea avrebbe potuto andare incontro a un fallimento.
Quanto è bastato per spingere Schultz alle dimissioni e ad avviare un'attività in proprio nel 1985. Schultz però non è rimasto da solo, trovando l'appoggio di Starbucks che ha investito 150 mila dollari nella nuova impresa, mentre altri 100 mila dollari sono arrivati dal medico locale Ron Margolis. Per poter aprire il primo negozio, c'era però bisogno di 400 mila euro e la gran parte degli investitori contattati da Schultz hanno rifiutato la proposta. Finalmente nel 1986 l'imprenditore americano è riuscito a trovare i soldi necessari e ha dato il via al negozio denominandolo "Il Giornale". L'offerta andava dal caffè ai gelati, con pochi posti a sedere e musica lirica in sottofondo.
Quando Starbucks ha deciso di concentrarsi su Peet's Coffee & Tea vendendo a Shultz l'unità al dettaglio e Il Giornale per 3,8 milioni di dollari, quest'ultimo ha preso il nome Starbucks e si è esteso in tutti gli Stati Uniti. Ciò è avvenuto con l'azienda che manteneva la proprietà di ogni negozio. Quindi, niente franchising. Con la quotazione in Borsa nel 1992, dove ha raccolto 271 milioni di dollari, Starbucks ha finanziato l'apertura di nuovi negozi, raddoppiando quelli esistenti.
All'alba del nuovo millennio, Schultz si è dimesso dalla carica di CEO, diventando Chief global strategist. L'obiettivo era quello di espandere l'azienda al di fuori degli Stati Uniti. Nel 2008 si è ripreso la guida dell'azienda all'apice della grande crisi del 2008, per dimettersi nuovamente nel dicembre 2016 assumendo la carica di Presidente esecutivo. Interessato alla politica e valutando tra l'altro la campagna per la presidenza degli Stati Uniti, Schultz ha annunciato il 4 giugno 2018 che si sarebbe ritirato dalla gestione attiva di Starbucks. Tuttavia, nel marzo 2022 è tornato come CEO ad interim, per dimettersi il 20 marzo 2023.
Howard Schultz e la politica
Shultz si è sempre definito
politicamente indipendente, quantunque le sue posizioni siano state più vicine a quelle del Partito Democratico. Infatti, nel 2008 ha organizzato una raccolta fondi per John Edwards durante il ciclo elettorale presidenziale, mentre ha appoggiato finanziariamente la campagna elettorale di Barack Obama nel 2008 e di Hillary Clinton nel 2016. Schultz è un sostenitore del pareggio di bilancio, del libero scambio, della riforma fiscale, del controllo delle armi e del matrimonio tra persone dello stesso sesso, oltre che della lotta al cambiamento climatico. A quest'ultimo riguardo, si è
opposto al ritiro degli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi del 2015 e ha sostenuto una combinazione di tassazione del petrolio e del gas e di sfruttamento dell'energia eolica. Tuttavia, ha considerato
irrealistico il Green New Deal del 2018.
Vita privata, filantropia e onorificenze
Shultz è sposato con Sheri Kersch dal 1982, dalla coppia sono nati due figli. La coppia ha co-fondato la Schultz Family Foundation per promuovere l'occupazione dei giovani tra i 16 e i 24 anni, oltre a Onward Veterans per aiutare i veterani militari a passare con successo alla vita civile.
Shultz ha ricevuto anche diverse onorificenze. Nel 1998 ad esempio è stato gratificato con il "Premio per il 50° anniversario di Israele" per "aver svolto un ruolo chiave nella promozione di una stretta alleanza tra gli Stati Uniti e Israele", mentre l'anno successivo ha ricevuto dall'AIDs Action il National Leadership Award per gli sforzi filantropici ed educativi per combattere l'AIDS. Nel 2011, il ricco imprenditore ha ottenuto la nomination dalla rivista Fortune di imprenditore dell'anno grazie alle sue iniziative nell'economia e nel mercato del lavoro. La stessa rivista lo ha catalogato come Amministratore delegato più generoso del 2015, dopo che Starbucks ha attivato la copertura sanitaria e le stock option per i dipendenti. Nel 2017 è stato insignito di una laurea honoris causa in lettere umanistiche presso l'Arizona State University e ha ricevuto il National Equal Justice Award dal NAACP Legal Defense and Educational Fund.
Schultz ha scritto anche quattro libri:
- Pour Your Heart Into It: How Starbucks Built a Company One Cup at a Time;
- Onward: How Starbucks Fought for Its Life without Losing Its Soul;
- For Love of Country: What Our Veterans Can Teach Us About Citizenship, Heroism, and Sacrifice;
- From the Ground Up: A Journey to Reimagine the Promise of America.