Se si pensa a come le aziende moderne prendono decisioni rapide basate sui dati, ottimizzano inventari, creano prodotti con prezzi più intelligenti, o personalizzano esperienze per i clienti, c’è una buona probabilità che Databricks sia coinvolta. Fondata nel 2013, l'azienda californiana è diventata una delle realtà più ammirate e influenti nel panorama del data analytics e dell’intelligenza artificiale, portando tecnologie complesse dal mondo accademico al cuore delle imprese di ogni dimensione.
La storia di Databricks è affascinante perché nasce da un gruppo di ricercatori e sviluppatori universitari con un’idea condivisa: rendere i dati più facili da usare, più potenti da analizzare e utili per costruire applicazioni di intelligenza artificiale reali. Tra i fondatori c’è Ali Ghodsi, insieme ad altri scienziati informatici che avevano lavorato su Apache Spark, un motore open source rivoluzionario per l’elaborazione rapida di enormi quantità di dati.
La visione di Databrics: democratizzare i dati e l’AI
In un mondo in cui molte aziende lottano per gestire montagne di dati sparsi in sistemi eterogenei, Databricks ha portato una visione unificata. Il suo prodotto principale - la Data Intelligence Platform, basata su un’architettura chiamata lakehouse - combina il meglio dei data lake e dei data warehouse. Questo permette alle organizzazioni non solo di archiviare enormi quantità di dati, ma di analizzarli, interpretarli e usarli per applicazioni di AI senza dover creare infrastrutture complesse da zero.
La magia di Databricks sta proprio qui: trasformare dati grezzi in informazioni realmente utili. Il tutto con strumenti che aiutano team tecnici e non a collaborare senza attriti. Oggi più di 15.000 organizzazioni nel mondo utilizzano la piattaforma Databricks per portare i loro progetti sui dati e sull’AI dalla fase sperimentale a quella operativa.
Databricks: una crescita incredibile
Quello che iniziò come un progetto accademico è diventato rapidamente una delle aziende private più preziose nell’universo tecnologico. Negli ultimi anni, Databricks ha raccolto
decine di miliardi di dollari da investitori di primo piano come Andreessen Horowitz, T. Rowe Price,
Nvidia,
Meta Platforms e molti altri, portando la sua
valutazione a oltre 100 miliardi di dollari nel 2025.
Questa rapida crescita non è meramente finanziaria. Essa riflette una domanda travolgente per capacità di analisi dati integrate con modelli di AI. Nel 2025, Databricks ha raggiunto un run rate (ricavo annuale implicito) di oltre 4 miliardi di dollari, con crescita superiore al 50% anno su anno, mentre la sua suite di prodotti AI - che include strumenti per costruire e gestire applicazioni di intelligenza artificiale - supera addirittura 1 miliardo di dollari di ricavi annuali da sola.
Databricks: il lato umano dell’azienda
Databricks non è solo una questione di numeri e tecnologia. Dietro l'azienda ci sono storie di persone che hanno trasformato un'idea condivisa in una piattaforma usata globalmente, e di team sparsi in decine di Paesi che lavorano per fare in modo che le aziende possano estrarre valore dai loro dati. Databricks è cresciuta da poche decine di persone a migliaia di dipendenti in pochi anni, con una cultura che combina rigore tecnico, attenzione ai clienti e una forte spinta verso l’innovazione continua.
Ma non tutto è semplice: competere con giganti che hanno risorse enormi come Microsoft, Google o Amazon nel mondo dei dati e del cloud significa che Databricks deve continuamente innovare e trovare nuove strade per rimanere rilevante. E lo fa ampliando la sua piattaforma, investendo in nuove tecnologie AI e stringendo partnership strategiche in vari settori.
La questione dell’IPO: se, quando e perché
Arriverà l'IPO di Databricks? Questo è uno dei capitoli più dibattuti, attesi e allo stesso tempo incerti nella storia della società. Per molte aziende tecnologiche di successo, diventare pubbliche è un rito di passaggio naturale: raccogliere capitali, dare liquidità agli investitori e crescere ancora. Ma Databricks ha seguito una strada diversa. Invece di correre verso la Borsa, la società ha preferito raccogliere capitali privati a valori crescenti.
Nel tempo ha guadagnato finanziamenti record che le hanno permesso di consolidare la piattaforma, migliorare le funzionalità AI e dare liquidità interna ai dipendenti senza passare per un'IPO immediata. Questo approccio ha ridotto la pressione per un rapido debutto pubblico: con nuovi investimenti e una valutazione così imponente, Databricks può permettersi di aspettare il momento “giusto”.
L'Amministratore delegato Ali Ghodsi ha più volte sottolineato che l’azienda non è in una corsa verso l’IPO e che darà priorità alla solidità del business a lungo termine rispetto a una quotazione affrettata. Alcuni esperti hanno suggerito che una IPO potrebbe materializzarsi forse nel 2026, dipendendo dalle condizioni di mercato e da quando le stesse saranno considerate favorevoli dagli investitori e dai leader dell’azienda.