Riunione BCE: tassi scendono ancora | Investire.biz

Riunione BCE: tassi scendono ancora

03 giu 2025 - 16:30

05 giu 2025 - 14:28

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Come da attese, la Banca Centrale Europea ha tagliato nuovamente i tassi di Eurolandia. Analizziamo il comunicato e seguiamo la conferenza stampa di Lagarde

Riflettori puntati sulla riunione della Banca Centrale Europea. In linea con il consenso degli analisti, il Consiglio direttivo ha varato un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base, portando il tasso sui depositi dal 2,25% al 2%. Un’azione ampiamente attesa, ma che apre nuove riflessioni sul percorso futuro della politica monetaria nell’Eurozona. Focus ora sulla conferenza stampa di Christine Lagarde.

 

 

I punti salienti del comunicato 

  • La decisione [...] scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.
  • Nello scenario di base delle nuove proiezioni degli esperti dell’Eurosistema, l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,0% nel 2025, all’1,6% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. Le revisioni al ribasso rispetto alle proiezioni di marzo, di 0,3 punti percentuali per il 2025 e il 2026, riflettono principalmente le ipotesi di prezzi dell’energia inferiori e di un rafforzamento dell’euro.
  • Per quanto riguarda la crescita del PIL in termini reali, secondo gli esperti si collocherebbe in media allo 0,9% nel 2025, all’1,1% nel 2026 e all’1,3% nel 2027. La proiezione di crescita invariata per il 2025 riflette un andamento nel primo trimestre più vigoroso rispetto alle attese associato a prospettive più deboli per il resto dell’anno
  • Benché ci si attenda che l’incertezza relativa alle politiche commerciali gravi sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine, l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo
  • Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo.

 

Il comunicato stampa della BCE

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. In particolare, la decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.

L’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. Nello scenario di base delle nuove proiezioni degli esperti dell’Eurosistema, l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,0% nel 2025, all’1,6% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. Le revisioni al ribasso rispetto alle proiezioni di marzo, di 0,3 punti percentuali per il 2025 e il 2026, riflettono principalmente le ipotesi di prezzi dell’energia inferiori e di un rafforzamento dell’euro. Gli esperti si attendono che l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porti in media al 2,4% nel 2025 e all’1,9% nel 2026 e nel 2027, sostanzialmente invariata da marzo.

Per quanto riguarda la crescita del PIL in termini reali, secondo gli esperti si collocherebbe in media allo 0,9% nel 2025, all’1,1% nel 2026 e all’1,3% nel 2027. La proiezione di crescita invariata per il 2025 riflette un andamento nel primo trimestre più vigoroso rispetto alle attese associato a prospettive più deboli per il resto dell’anno. Benché ci si attenda che l’incertezza relativa alle politiche commerciali gravi sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine, l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo. L’aumento dei redditi reali e un mercato del lavoro robusto consentiranno alle famiglie di spendere di più. Insieme a condizioni di finanziamento più favorevoli, ciò dovrebbe aumentare la capacità di tenuta dell’economia agli shock mondiali.

In un contesto di elevata incertezza, i nostri esperti hanno anche valutato alcuni meccanismi attraverso i quali politiche commerciali differenti potrebbero influire su crescita e inflazione in alcuni scenari alternativi formulati a scopo illustrativo. Tali scenari saranno pubblicati unitamente alle proiezioni degli esperti sul sito Internet della BCE. In questa analisi di scenario, un ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali nei prossimi mesi determinerebbe livelli di crescita e di inflazione inferiori a quelli dello scenario di base delle proiezioni. Al contrario, se le tensioni commerciali dovessero risolversi con esito favorevole, la crescita e, in misura minore, l’inflazione sarebbero superiori rispetto allo scenario di base.

Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo. La dinamica salariale, seppur ancora elevata, continua a mostrare un’evidente moderazione e i profitti ne stanno parzialmente assorbendo l’impatto sull’inflazione. Si sono attenuati i timori che la maggiore incertezza e la risposta volatile dei mercati alle tensioni commerciali ad aprile avrebbero avuto un effetto restrittivo sulle condizioni di finanziamento.

Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. Le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.

Tassi di interesse di riferimento della BCE
Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,00%, al 2,15% e al 2,40%, con effetto dall’11 giugno 2025.

Programma di acquisto di attività (PAA) e Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)
I portafogli del PAA e del PEPP si stanno riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

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Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sull’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi.

 

 

Riunione BCE: decisione sui tassi è scontata

L'ottavo taglio consecutivo dei tassi BCE, il primo è stato varato a giugno 2024, è dato per certo da molti osservatori. Per Konstantin Veit di PIMCO, la BCE sta entrando nella fase finale del ciclo di allentamento: "il 2% è visto da molti membri del Consiglio come il punto centrale di un intervallo neutrale per la politica monetaria". Anche Carsten Brzeski di ING ritiene che "un taglio da 25 punti base non farà danni se l’economia reggerà e sarà invece la decisione giusta se la resilienza verrà meno".

L’inflazione nell’Eurozona sta rallentando più rapidamente del previsto: pubblicata oggi, la stima flash sull'andamento dei prezzi al consumo di maggio ha evidenziato un calo dal 2,2 all'1,9% nel caso del dato "headline" e dal 2,7 al 2,3% in quello dell'indice "core", il dato calcolato al netto delle componenti più volatili. In entrambi i casi, i dati sono risultati inferiori alle stime degli analisti grazie al rafforzamento dell’euro ed al calo dei prezzi energetici. 

Per quanto riguarda la crescita, le tensioni commerciali stanno minando la fiducia. Veit di PIMCO sottolinea che l’attività economica resta fragile e soggetta a pressioni negative, mentre Tomasz Wieladek di T. Rowe Price evidenzia che il calo dei salari negoziati, passati dal 4,1% al 2,4% in un solo trimestre, rappresenta un chiaro segnale di raffreddamento.

 

 

Attenzione alle proiezioni ed alla conferenza stampa di Mme Lagarde

La riunione della BCE di giugno sarà anche il momento della pubblicazione delle nuove proiezioni macroeconomiche dell’Eurosistema. Secondo Goldman Sachs, la crescita dell’Eurozona resterà debole: +0,9% nel 2025 e nel 2026, con solo un marginale miglioramento nel 2027 grazie alla politica fiscale tedesca. L’inflazione core è attesa in calo all’1,8% nel 2026.

Nonostante il taglio atteso, la BCE manterrà un linguaggio cauto. Come anticipa Harvey Bradley di BNY, "tutta l’attenzione sarà rivolta sulla forward guidance, per comprendere il punto di vista della Banca sul nuovo regime tariffario e la sua propensione a ulteriori tagli dei tassi nel corso dell'anno". Le indicazioni ufficiali, tuttavia, restano improntate a un approccio data dependent e a decisioni "riunione per riunione".

Molti analisti vedono luglio come un possibile momento di pausa, e questa view è stata rafforzata dai dati usciti oggi, ma non escludono un ulteriore taglio. Goldman Sachs prevede un nuovo intervento il mese prossimo che porti il tasso terminale all’1,75%. Anche T. Rowe Price si aspetta ulteriori tagli fino all’1,25% entro la fine del 2025, anche se "una pausa temporanea a luglio è possibile per valutare l’impatto dei dazi americani".

La conferenza stampa della presidente Christine Lagarde, che come di consueto farà da corollario alla riunione del board della BCE sui tassi, sarà fondamentale per interpretare la direzione che nei prossimi mesi sarà intrapresa dall'istituto con sede a Francoforte.

 

 

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